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Assassinio a Venezia (A Haunting in Venice): cosa ne pensa la critica nazionale e internazionale

Come ho già fatto in occasione delle precedenti regie di Kenneth Branagh (Assassinio sull’Orient-Express e Assassinio sul Nilo) presento qui di seguito una sintesi delle principali critiche, nazionali e internazionali, rivolte all’ultimo film, Assassinio a Venezia, ispirato a un romanzo di Agatha Christie. Da notare che rispetto alle pellicole precedenti, basate su grandi classici dell’autrice e abbastanza fedeli a quei testi, in questo caso la critica si è astenuta dall’esprimere pareri forti in quanto il romanzo non è considerato uno dei capolavori della Christie e l’ispirazione è molto libera, al punto che se si va a leggere il testo originale viene quasi da chiedersi cosa c’entri il film di Branagh con tutto ciò, ma questo non significa che la pellicola non possa piacere. Opinione personale: una dodicenne trovata annegata con la testa infilata in un catino per le mele, come avviene nel romanzo della Christie, risulta molto più inquietante e angosciante dei fantasmi “evocati” dal regista britannico, ma evidentemente lui la pensava diversamente. Paradossalmente, perché succede di rado, il titolo italiano del romanzo, Poirot e la strage degli innocenti, risulta più suggestivo del titolo originale, Hallowe’en Party, e perfino del titolo originale del film, A Haunting in Venice.

A Haunting in VeniceLiberamente adattato dal romanzo di Agatha Christie del 1969 Poirot e la strage degli innocenti, il film dissemina i suoi indizi in modo un po’ troppo evidente, per cui la grande rivelazione non è poi così sconvolgente. E presenta lo stesso problema dei film precedenti: la sfilata di interrogatori inizia a diventare un po’ ripetitiva dopo la prima mezza dozzina. L’elemento horror-lite gli dà una scossa, con la regia di Kenneth Branagh che tira fuori dal cappello qualche sussulto, ma questo mystery moderatamente divertente avrebbe potuto avvalersi di molti più spaventi. Se si fosse optato per un horror in stile Hammer più sfrontato, anziché per un occulto di buon gusto, la pellicola avrebbe potuto essere da urlo.
(Olly Richards, Time Out, 11 settembre 2023)

La croce e delizia del film stavolta sta tutta nel fatto che Branagh non ha affrontato capisaldi già diventati film (come Assassinio sul Nilo o Assassinio sull’Orient Express) ma un racconto di Agatha Christie meno famoso (Poirot e la strage degli innocenti) potendosi permettere non solo di cambiare location e ambientarlo a Venezia ma anche di stravolgere la storia, i toni, e le finalità a suo piacimento. L’intreccio quindi non è scritto con la consueta precisione di Agatha Christie, e si sente, lasciando più spazio a un lavoro su ambienti, luci, toni e altri generi come il cinema di tensione e (vagamente) l’horror.
(Gabriele Niola, Wired Italia, 14 settembre 2023)

Assassinio sul Nilo era ambientato nel 1937, questo film si svolge dieci anni dopo. “In mezzo – osserva Kenneth Branagh – c’è stata una guerra mondiale traumatica, durante la quale Poirot ha viaggiato ed è stato esposto a massacri e devastazione. All’inizio del film lo troviamo in una specie di disperazione, una delusione per il fatto che un’altra generazione sarebbe potuta andare in guerra dopo quella che abbiamo visto in Assassinio sul Nilo e che lui stesso ha combattuto. Per questo non vuole più far parte di un mondo in cui la violenza, i crimini e gli omicidi lo hanno reso pessimista nei confronti del prossimo. Va a vivere in una città dove può contare sull’anonimato. Assassinio sull’Orient Express parlava di vendetta, Assassinio sul Nilo di avidità, questo film parla del soprannaturale, se esiste qualcosa nell’aldilà, un fantasma o un Dio… e se Poirot ci crede o meno. Questo dilemma implica inevitabilmente un sentimento di paura, sia per lui che per noi”.
(Redazione Spettacoli, La Repubblica, 14 settembre 2023)

Nella versione tv di Poirot e la strage degli innocenti, molto più fedele al romanzo e comunque a questi superiore, il Nostro si prende gioco della pagana festa dei folletti anglosassone, per lui a fine ottobre e inizio novembre si devono, cattolicamente, onorare i defunti. Invece, nel film si professa non credente, come il positivista Holmes e come il suo creatore Conan Doyle (che peraltro alle medium e alla fate ci credeva): il suo scetticismo verso le sedute spiritiche non è quello di un cattolico osservante (che le considera trucchi o veicolo per portare presenze demoniache sul nostro piano di esistenza), bensì è l’approccio dell’incredulo, quasi di un iscritto al CICAP ante litteram.
Il film è una sorta di Il mastino dei Baskerville (classico romanzo di Sherlock Holmes del 1902) di Poirot: un giallo a tinte sovrannaturali, alla fine del quale c’è sì una spiegazione razionale, che però non è esaustiva (e l’intervento dei fantasmi non è affatto escluso).
(Stefano Priarone, La Stampa, 14 settembre 2023)

A Haunting in Venice

Dall’Orient Express alle lunghe e sinuose sponde blu del Nilo, fino ad arrivare ad una spettrale Venezia post Seconda Guerra Mondiale. Per Assassinio a Venezia, Kenneth Branagh, per la terza volta regista e attore, prende spunto dal romanzo di Agatha Christie, Poirot e la strage degli innocenti, per realizzare un thriller soprannaturale. Tinte horror e inquietanti, queste erano le premesse emerse dal trailer e dalle prime immagini del film. Ma, come i partecipanti di una seduta spiritica, lo spettatore viene ingannato dall’atmosfera dark e da qualche scontato jump scare. L’idea era quella di mescolare il whodunit all’horror. Ci sono un omicidio e diversi sospettati, un palazzo infestato e la notte di Halloween. Ingredienti perfetti. Peccato che il risultato è lo stesso che accomuna questo terzo capitolo ad Assassinio sull’Orient Express e Assassinio sul Nilo. Branagh non riesce a sfruttare al meglio la genialità della scrittura di Agatha Christie.
(Francesca Lombardo, Sentieri Selvaggi, 14 settembre 2023)

I baffi multistrato sono tornati, meritando pienamente un credito a sé stante, ma non posso immaginare che i fan di Agatha Christie amino tutte le libertà che Kenneth Branagh e lo sceneggiatore Michael Green si prendono con il racconto Poirot e la strage degli innocenti del 1969 della grande Dame. Tra queste, la più clamorosa è lo spostamento dell’ambientazione dal signorile (anche se un po’ incline agli incidenti) villaggio inglese fittizio di Woodleigh Common a un inquietante palazzo veneziano.
Poiché è anche difficile che il film possa piacere a chi non è un fan della Christie, questo rappresenta praticamente l’intera fascia demografica del pubblico.
(Brian Viner, Daily Mail, 14 settembre 2023)

Assassinio a Venezia ha tutte le carte in regola per essere un giallo memorabile. Lo ha scritto Agatha Christie. Ma, e la cosa non sorprende, il film ne esce dissonante. Per molti versi, il problema è il cast sottoutilizzato. La storia, come ogni buon giallo, introduce un ensemble dinamico – un medico, un bambino ossessionato da Edgar Allan Poe, una suora combattuta, un’ex fidanzata avida di denaro, una medium scaltra e i suoi assistenti, una madre in lutto, un ex poliziotto – interpretati da diversi attori di spicco. Tuttavia, il film assomiglia a una produzione da quinta liceo, dove il lavoro di approfondimento di questi personaggi è più nei dialoghi che nelle interpretazioni. Ma stranamente non si può dire lo stesso dell’Hercule Poirot di Kenneth Branagh, l’unico personaggio a cui viene dedicata un’attenzione significativa. Ecco un mistero da risolvere.
(Maxwell Rabb, Chicago Reader, 22 settembre 2023)

A Haunting in Venice

Credo che Kenneth Branagh si sia divertito molto di più a realizzare Assassinio a Venezia di quanto ci siamo divertiti noi a guardarlo.
Il film è basato sul mystery di Agatha Christie del 1969, Poirot e la strage degli innocenti, che, secondo i meglio informati, non si svolge a Venezia. Ma chi se ne frega!
Il film di Branagh usa astutamente l’antica città bagnata dalla pioggia per farci venire i brividi. Ma mentre le ombre che si intravedono parzialmente e l’eco inquietante delle risate di bambini non visti sono innegabilmente d’atmosfera, il mistero in sé è deplorevolmente poco curato.
(Eleanor Ringel Cater, Saporta Report, 24 settembre 2023)

Molti registi di questi tempi prenderebbero un set, uno schermo verde e semplicemente chiuderebbero la giornata. Se praticamente tutto può essere creato dalla magia della CGI, perché non usarla esclusivamente? Il regista Kenneth Branagh non è d’accordo. Per Assassinio a Venezia, utilizza la CGI in combinazione con le location e i palcoscenici reali di Venezia.Questa decisione crea un senso di tattilità e peso che non è stato possibile replicare solo con i computer. A ciò si aggiunge la scelta di Branagh di realizzare un murder mystery con elementi horror molto reali. Non si tratta solo del fatto che la maggior parte del film si svolge durante un forte temporale. Agli attori non sono stati comunicati i momenti specifici in cui le porte sbattono, il vento soffia o le luci si spengono. Questo senso di sorpresa permea sia le loro interpretazioni che un certo grado di caos tonale. Non fraintendetemi, Branagh non ha concepito Poirot a mo’ di La casa (purtroppo). È ben consapevole che questo film si svolge all’ombra della Seconda Guerra Mondiale. C’è una reale percezione delle persone che hanno perso i loro cari, l’innocenza, il senso dell’ottimismo.
(Tim Brennan, About Boulder, 25 settembre 2023)

Prodotto, tra gli altri, da Ridley Scott, Assassinio a Venezia è il terzo film di Kenneth Branagh ispirato ad Agatha Christie, avendo già portato sullo schermo Assassinio sul Nilo (2022) e Assassinio sull’Orient Express (2017). […] Lo stile, lucido dall’inizio alla fine, sostiene l’ambiguità che popola il film. Infatti, se Poirot è l’incarnazione della deduzione logica e dell’evidenza scientifica, un uomo che non si lascia ingannare dai sensi e filtra tutto attraverso la sua mente, in tutto il film ci sono ingredienti che rendono tangibile il soprannaturale. Poirot è un campione della ragione, ma dubita delle sue percezioni e alla fine sembra spalancare la porta a eventi che la sua intelligenza non può spiegare. Questo stato intermedio è pertinente per stabilire una similitudine tra i fantasmi che abitano la casa e i loro “parenti stretti”, i fantasmi che perseguitano gli adulti nella storia. Tutti hanno un passato drammatico o tragico, tutti cercano di affrontarlo al meglio. […]
Alla fine rimangono alcuni dubbi e viene svelato un lato oscuro della maternità. Ma la ragione trionfa e l’apice si raggiunge con le immancabili spiegazioni di Poirot (un prerequisito del genere poliziesco). E sebbene il film sia ambientato subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, questa vittoria è rilevante in questi tempi in cui l’emozione offusca la ragione.
(Hugo Hernández Valdivia, Cinexecpción, 26 settembre 2023)

I romanzi di Agatha Christie, e lei era una scrittrice prolifica, hanno un inizio di grande impatto, una parte centrale e un finale soddisfacente. Sono i personaggi e i luoghi a essere interessanti e a far sì che i lettori tornino per averne di più. […] Il Poirot di Kenneth Branagh ha occhi che scrutano dentro le persone per capire cosa le spinge a comportarsi in un certo modo. […]
Ci sono stati diversi Hercule Poirot in passato, tra cui Albert Finney, David Suchet e Kenneth Branagh, ma il mio preferito è David Suchet, che mostra finezza in qualsiasi cosa faccia. Quando il suo Hercule Poirot è “avvilito”, lo dimostra. Detto questo, Assassinio a Venezia è un giallo dignitoso, con ombre, misticismo e una trama ricca di colpi di scena.
(Marie Asner, The Phantom Tollbooth, 30 settembre 2023)

È splendidamente girato, perfettamente ambientato e pieno di grandi attori – e per fortuna dura anche meno di due ore. Quindi, se volete uno spuntino pre-Halloween con qualche brivido, ma senza esagerare, questo è il film che fa per voi.
(Paul Salfen, AMFM Magazine, 05 ottobre 2023)

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Sintesi dei racconti di Agatha Christie (VII)

Parker Pyne indaga
(Parker Pyne Investigates
, 1934):

Raccolta di racconti con protagonista un detective inusuale: un compilatore di statistiche, ora in pensione, che conosce la natura umana e si pone l’obiettivo, sempre che la cosa sia fattibile, di rendere felici le persone attraverso gli stratagemmi, e i galoppini, a sua disposizione. All’interno della raccolta c’è un’evoluzione quasi inaspettata: i primi sei racconti vedono il detective operare standosene comodamente seduto nel suo ufficio, i secondi sei lo vedono in viaggio in Medio Oriente e in Grecia costretto ad assumersi qualche rischio in più.

Agatha Christie accantona Hercule Poirot e cerca di introdurre un nuovo detective, non dotato di intelligenza superiore ma molto ragionevole e disposto ad avvalersi di svariati assistenti che conferiscono ai casi un tocco di imprevedibilità e divertimento.

La segretaria Miss Lemon e la scrittrice di gialli Ariadne Oliver le ritroveremo nelle indagini di Hercule Poirot, con una personalità più spiccata e con un ruolo a volte più centrale di quello che ricoprono qui.

Un ulteriore approfondimento, da me scritto alcuni anni fa, è disponibile a questo link: https://ilrifugiodiagathachristie.wordpress.com/2015/12/26/parker-pyne-indaga-parker-pyne-investigates/

Parker PyneContiene:
Il caso della moglie di mezz’età (The Case of the Middle-aged Wife)
Protagonisti: Parker Pyne, Felicity Lemon, Maria Packington, George Packington, Claude Luttrell, Nancy. Tipo di problema: Gelosia nei confronti di una donna più giovane. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: La signora Packington è infastidita dal comportamento del marito, George, che esce regolarmente con la giovane segretaria Nancy facendole anche regali costosi. Parker Pyne, che offre un servizio di ottenimento della felicità pubblicizzato tramite annuncio, risolve il problema spingendo il giovane e affascinante Claude Luttrell a corteggiare la signora Packington togliendo così tutto il divertimento al marito che non approva che anche la moglie abbia altre frequentazioni. Curiosità: Il racconto è stato adattato come episodio 1 della serie britannica The Agatha Christie Hour trasmessa a partire dal 1982. Frase memorabile: Una donna è capace di fare a pezzi una passione senza ricavarne alcuna utilità, ma un romantico idillio, una garbata storia d’amore è qualcosa che si può riporre in un cassetto, con un sacchettino di lavanda, e tornare ogni tanto a contemplare durante i lunghi anni futuri.

Il caso del militare scontento (The Case of the Discontented Soldier):
Protagonisti:  Parker Pyne, Felicity Lemon, Ariadne Oliver, Maggiore Charles Wilbraham, Freda Clegg, Madeleine de Sara. Tipo di problema: Un’esistenza monotona. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Charles Wilbraham, maggiore in pensione, si reca da Parker Pyne perché la sua vita è troppo noiosa e priva di brividi e di emozioni. Parker Pyne, con l’aiuto della scrittrice Ariadne Oliver, gli monta un’avventura degna dei migliori film di spionaggio restituendogli quell’eccitazione che non provava più da anni e aiutandolo anche a trovare moglie. Curiosità: Anche questo racconto è stato adattato per la serie The Agatha Christie Hour, come episodio 5. Frase memorabile: Il pubblico è conservatore: ama le astuzie e le invenzioni più trite e banali.

Parker PyneIl caso della signora disperata (The Case of the Distressed Lady):
Protagonisti: Parker Pyne, Felicity Lemon, Daphne St John, Sir Reuben Dortheimer, Lady Naomi Dortheimer, Claude Luttrell, Madeleine de Sara. Tipo di problema: Frustrazione conseguente a furto per necessità economiche. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Daphne St John chiede a Parker Pyne di tirarla fuori da un guaio in cui si è cacciata: tempo addietro, per coprire dei debiti, ha sostituito l’anello prezioso di un’amica con un falso per poi rivenderlo, ma adesso che è riuscita a recuperarlo non è più in grado di restituirlo alla legittima proprietaria. Pyne si fa aiutare dal gigolò Claude e dalla femme fatale Madeleine spacciandoli per una coppia di ballerini di fama internazionale da intrufolare alla festa della proprietaria dell’anello. Frase memorabile: Nell’ottantasette percento dei casi, la disonestà non paga.

Il caso del marito scontento (The Case of the Discontented Husband):
Protagonisti: Parker Pyne, Reginald Wade, Iris Wade, Mrs Massington, Madeleine de Sara, Sinclair Jordan. Tipo di problema: Uno dei coniugi vuole il divorzio. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Reginald Wade, marito di poche pretese e non molto sveglio, è angosciato perché la moglie gli ha comunicato di voler divorziare entro sei mesi per sposarsi con un uomo dall’intelligenza più simile alla sua. Parker Pyne decide di affiancargli Madeleine per suscitare la gelosia della moglie, ma il caso prende una svolta inaspettata. Curiosità: Parker Pyne è convinto che l’infelicità si possa classificare sotto cinque voci diverse, qui ne elenca quattro: 1) Cattiva salute; 2) Noia; 3) Mogli che creano guai ai mariti; 4) Mariti che sono nei guai a causa delle mogli. Frase memorabile: Sono specialista in ogni genere di afflizione che colpisce l’umanità.

Parker PyneIl caso dell’impiegato della City (The Case of the City Clerk):
Protagonisti: Parker Pyne, Mr Roberts, Madeleine de Sara, Lucas Bonnington, Professor Peterfield. Tipo di problema: Una vita lavorativa e familiare normale che non dà emozioni forti. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Il signor Roberts ha un buon lavoro e una bella famiglia ma, mentre quest’ultima è in vacanza, desidererebbe vivere qualche esperienza memorabile da ricordare per tutta la vita. Parker Pyne, con l’involontario aiuto dell’amico Lucas Bonnington, lo coinvolge nella tanto agognata avventura. Curiosità: Nel 2003 la BBC Radio 4 ne ha ricavato un radiodramma dal titolo The £199 Adventure. Frase memorabile: “Gli hanno rubato i progetti?”. “No, sembra che sia andata a trovarlo una donna, che gli ha dato una ricetta per far cuocere il prosciutto. Il professore, da vecchio stupido, distratto come al solito, ha messo la ricetta nella cassaforte e i progetti in cucina”.

Il caso della ricca signora (The Case of the Rich Woman):
Protagonisti: Parker Pyne, Amelia Rymer, Claude Luttrell, Madeleine de Sara, Dottor Antrobus, Joe Welsh. Tipo di problema: La perdita di interesse nella vita. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Amelia Rymer, ex contadina e ricca vedova di un uomo che si è fatto da solo, è insoddisfatta della sua vita: la grande disponibilità di denaro, l’ottenere facilmente tutto quello che si vuole e gli amici che la frequentano solo per interesse l’hanno stufata. Nel tentativo di aiutarla a ritrovare la felicità, Parker Pyne coinvolge un sedicente medico orientale che la ipnotizza. Al risveglio, scopre di essere tale Hannah Moorhouse, contadina senza soldi, e scopre che lavorare sodo le piace ancora, con somma soddisfazione di Parker Pyne. Frase memorabile: Il corpo è solo lo strumento sul quale si può suonare una melodia. Può essere una melodia stanca, triste. Oppure una musica allegra e piena di gioia.

Parker PyneHai tutto quello che ti occorre? (Have You Got Everything You Want?):
Protagonisti: Parker Pyne, Elsie Jeffries, Edward Jeffries, Madame Subayska. Tipo di problema: Comportamento sospetto di un marito. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Parker Pyne, in viaggio sull’Orient-Express verso Istanbul, incontra nel suo scompartimento Elsie Jeffries, che decide di chiedergli un consiglio dopo averlo riconosciuto come l’autore degli annunci sulla felicità. La giovane, sposata da poco, ha trovato sulla carta asciugante nello studio del marito alcune frasi insolite, che non riesce a spiegarsi, riguardanti qualcosa che dovrebbe succedere sul treno poco prima di arrivare a Venezia. Parker Pyne accetta con piacere di svelare il mistero. Frase memorabile: “Cos’è la verità? Secondo la mia esperienza personale, in genere, è proprio ciò che manda tutto a catafascio!”.

La porta di Baghdad (The Gate of Baghdad):
Protagonisti: Parker Pyne, Netta Pryce, La signora Pryce, Capitano Smethurst, Comandante di squadriglia Loftus, O’Rourke. Tipo di problema: Omicidio. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Parker Pyne, in viaggio da Damasco a Baghdad con altre undici persone di diversa estrazione sociale, finisce coinvolto nella morte del capitano Smethurst avvenuta con un colpo alla testa inferto con un sacchetto di sabbia. Curiosità: Nel 2002 la BBC Radio 4 ne ha ricavato un radiodramma dal titolo The Gate of Baghdad. Frase memorabile: Faccio trucchi confidando nella fiducia altrui. Riferimenti: Il titolo è tratto dal poema di James Elroy Flecker (1884-1915) The Gates of Damascus che viene citato all’inizio del racconto.

Parker PyneLa casa di Shiraz (The House at Shiraz):
Protagonisti: Parker Pyne, Herr Schlagal, Lady Esther Carr, Muriel King. Tipo di problema: Scambio di persona. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Mentre viaggia verso la Persia sfruttando un piccolo monoplano, Parker Pyne viene a conoscenza della storia di Lady Esther Carr, da tutti ritenuta pazza, la cui domestica, amata dal pilota, è morta anni prima in circostanze mai del tutto chiarite. Nel tentativo di capire cosa nasconde la Lady, Parker Pyne le invia uno dei suoi annunci sulla ricerca della felicità riuscendo così a farsi ricevere in casa sua e a carpirne il segreto. Frase memorabile: Il suono così musicale di quei nomi lo incantò talmente, intanto che li pronunciava, che sentì il bisogno di ripeterli. Teheran. Ispahan. Shiraz.

Una perla di valore (The Pearl of Price):
Protagonisti: Parker Pyne, Caleb Blundell, Carol Blundell, Jim Hurst, Sir Donald Marvel. Tipo di problema: Furto. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Durante una gita a Petra, la giovane Carol Blundell, innamorata dell’ex ladro Jim Hurst, chiede a Parker Pyne di porre rimedio alla sua infelicità dimostrando che uno dei suoi orecchini, con incastonata una perla di valore, non è stato rubato dal suddetto Jim ma da qualcun altro. Confrontandosi con persone piene di pregiudizi impegnate a mettere in risalto la superiorità dell’occidente sull’oriente, Parker Pyne individuerà il vero colpevole. Frase memorabile: Se il criminale fosse psicologo, che criminale sarebbe!

Morte sul Nilo (Death on the Nile):
Protagonisti: Parker Pyne, George Grayle, Lady Ariadne Grayle, Elsie MacNaughton, Pamela Grayle, Basil West. Tipo di problema: Possibile avvelenamento perpetrato dal coniuge. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Mentre è ancora in vacanza in Medio Oriente, Parker Pyne viene contattato da Ariadne Grayle che gli chiede di restare a bordo del battello sul quale sta facendo una gita sul Nilo per consultarlo. La donna pensa che il marito la stia avvelenando. In seguito, Parker Pyne scopre che anche la sua infermiera ha questo sospetto, e quando la Lady viene trovata morta è per forza di cose costretto a indagare. Curiosità: In alcuni passaggi la trama ricorda il futuro Poirot sul Nilo. Frase memorabile: La gratitudine non è qualcosa che si produce su ordinazione.

L’Oracolo di Delfi (The Oracle at Delphi):
Protagonisti: Parker Pyne, Signora Peters, Willard Peters, Tipo di problema: Rapimento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: La signora Peters si trova in Grecia con il figlio Willard. Un giorno riceve una lettera in cui la si informa che il figlio è stato rapito e deve pagare un riscatto. Non sapendo da chi farsi aiutare, riferisce la faccenda a Parker Pyne, conosciuto poco prima. Le apparenze, però, stavolta ingannano. Frase memorabile: Delfi era proprio la goccia che faceva traboccare il vaso. Non c’era assolutamente nient’altro da fare, all’infuori di girare per le strade a contemplare le rovine.

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La revisione dei romanzi di Agatha Christie e di altri autori al centro di un dibattito

Il presente testo è un frammento dell’articolo apparso sul New York Times il 3 aprile 2023 con il titolo Revising Classic Novels Spurs Debate About Where to Draw the Line. Le autrici sono Alexandra Alter e Elizabeth A. Harris. La traduzione è mia.

Ian Fleming

Le società che raccolgono le royalties sui romanzi di diverse figure letterarie venerate stanno modificando parti di opere note per adeguarle alla sensibilità attuale, suscitando un acceso dibattito tra i lettori e il mondo letterario sul se e come i classici debbano essere aggiornati.
Nei romanzi di Agatha Christie sono stati eliminati termini come orientale, zingaro e nativo, mentre le versioni rivedute dei romanzi della serie di James Bond di Ian Fleming saranno private di frasi razziste e sessiste. I classici di Roald Dahl sono stati privati di aggettivi come grasso e brutto e riferimenti al sesso e al colore della pelle dei personaggi.
Mentre sono state apportate alcune modifiche ai libri pubblicati nei decenni passati, spesso con poco clamore, molti degli attuali tentativi di rimuovere il linguaggio offensivo sono sistematici e hanno attirato un intenso sguardo scrutatore da parte del pubblico. Questo sforzo ha lasciato gli editori e le società alle prese con il problema di come preservare l’intento originale di un autore e allo stesso tempo garantire che il suo lavoro continui a suscitare vasta eco – e a vendere. […]

Autori come Roald Dahl, Agatha Christie e Ian Fleming hanno venduto complessivamente miliardi di copie di libri e i loro romanzi hanno generato lucrosi franchise cinematografici. […] Ma alterare un testo comporta i suoi rischi. I critici sostengono che modificare i libri postumi è un affronto all’autonomia creativa degli autori e può equivalere alla censura, e che anche uno sforzo ben intenzionato di eliminare il bigottismo può aprire la porta a cambiamenti più pervasivi.
“Bisogna pensare al precedente che si sta creando e a cosa accadrebbe se qualcuno con una predisposizione o un’ideologia diversa prendesse in mano la penna e iniziasse a cancellare le cose”, ha dichiarato Suzanne Nossel, direttore generale di PEN America.
Le modifiche potrebbero anche riscrivere la documentazione letteraria e storica, cancellando le prove dei pregiudizi razziali e culturali di un autore ed erodendo la capacità della letteratura di riflettere il luogo e il tempo in cui è stata creata. “A volte il valore storico è intimamente legato al motivo per cui qualcosa è offensivo”, ha affermato Nossel.
C’è poi la possibilità che i lettori che hanno a cuore le opere originali si ribellino. […]

Roald DahlLa questione di come gestire il linguaggio offensivo – in particolare i termini e le immagini razziste – nei testi classici è da tempo un problema della letteratura per ragazzi. Circa dieci anni fa, un’edizione di Huckleberry Finn ha sostituito un epiteto razziale con la parola schiavo, per il timore che una parola così offensiva spingesse le scuole a non assegnare più il romanzo. In casi più estremi, i titoli sono stati ritirati dalla circolazione. Nel 2007, Tintin in Congo, di Hergé, è stato rimosso dalla sezione per bambini delle biblioteche e delle librerie per timori di razzismo; il libro non è più ampiamente disponibile negli Stati Uniti. […]

Alcuni nell’industria editoriale vedono gli sforzi per rendere le vecchie opere più inclusive come un segno di progresso, a patto che le modifiche siano fatte con attenzione, e non come una sconsiderata cancellazione di termini offensivi senza tener conto di pregiudizi più sottili e pervasivi nella visione del mondo di uno scrittore.
“Penso che sia una buona pratica, allo stesso modo in cui si aggiornano i libri di testo”, ha dichiarato Hannah Gómez, che supervisiona un team di sensitivity editor presso la Kevin Anderson & Associates […]. “Il problema principale è trattare l’accuratezza culturale o la sensibilità come qualcosa che può essere facilmente inserito o sostituito”.[…]

Nel recente ciclo di revisioni di alcuni romanzi della Christie – modifiche che sono state riportate in precedenza dal Telegraph – la società ha passato al setaccio i libri per trovare frasi che potrebbero offendere i lettori. Il nipote, e presidente della società, Mathew Prichard ha dichiarato di non affidarsi a sensitivity readers, ma di approvare personalmente qualsiasi modifica, a volte dopo aver consultato altri eredi. La maggior parte delle modifiche sono di lieve entità e riguardano un linguaggio palesemente bigotto. “Le parole che stiamo eliminando sono parole che francamente non voglio dire e che voi non volete stampare sul vostro giornale”, ha detto.
Agatha ChristieSono state apportate modifiche più estese a Poirot sul Nilo in parte perché la casa editrice, l’anno scorso, ha pubblicato un’edizione speciale del romanzo  in concomitanza con l’uscita dell’adattamento cinematografico, ha spiegato Prichard. “Abbiamo un pubblico nuovo che si affaccia sul mercato e che potenzialmente non è un lettore tradizionale di libri, quindi alcune delle modifiche apportate sono state forse un po’ più pesanti rispetto al tocco leggero che utilizziamo di solito”. Tra i cambiamenti: è stato eliminato il termine orientale, è stata tagliata la descrizione della razza di un servo nero e sono stati eliminati i riferimenti al popolo nubiano.
Le precedenti revisioni postume dell’opera di Agatha Christie si sono rivelate utili, ha dichiarato.

Nota: I sensitivity readers sono quegli editor che collaborano con le case editrici allo scopo di individuare quei passaggi, all’interno dei libri, che possono essere interpretati come offensivi o dispregiativi verso determinate comunità o culture.

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I romanzi di Hercule Poirot a confronto con la struttura delle fiabe (II)

Riporto qui di seguito la seconda parte dello studio pubblicato il 19 luglio 2021 sulla rivista accademica Literator – Journal of Literary Criticism, Comparative Linguistics and Literary Studies e intitolato Agatha Christie’s Poirot novels as fairy tales: Two case studies.
Per praticità riprendo la parte relativa alle funzioni dei personaggi delle fiabe individuate da Vladimir Propp e la pongo a confronto con quanto rilevato dalla studiosa Lucyna Harmon in merito a L’assassinio di Roger Ackroyd. Riporto anche le conclusioni della studiosa.

Funzioni dei personaggi all’interno della fiaba secondo Vladimir Propp:
Morfologia della fiaba (Propp)Primo gruppo: 1) Allontanamento: uno dei membri della famiglia si allontana dalla casa o muore; 2) Proibizione: l’eroe riceve un avvertimento o gli viene dato un consiglio; 3) Violazione: la proibizione viene violata (in questa fase, entra in scena un nuovo personaggio che può essere definito il cattivo; 4) Investigazione: il cattivo tenta di eseguire un’investigazione e capire dove si trova la vittima; 5) Delazione: al cattivo vengono date notizie sulla vittima; 6) Perfidia: il cattivo assume un nuovo aspetto e inganna l’eroe o la vittima; 7) Complicità: la vittima cade nel tranello e aiuta involontariamente il cattivo. Attraverso queste prime sette funzioni, la situazione viene delineata e alcuni personaggi vengono introdotti.
Secondo gruppo: 8) Danneggiamento e mancanza: il cattivo arreca un danno o lesione a uno dei membri della famiglia, oppure 8a) a uno dei membri della famiglia manca qualcosa o qualcuno, oppure desidera qualcosa o qualcuno; 9) Mediazione: l’eroe è invitato a intervenire, oppure gli viene ordinato, quando la mancanza viene resa nota. Egli può agire come cercatore e, in questo caso: 10) Reazione incipiente: acconsente di reagire, oppure 11) Partenza: parte per reagire. A questo punto la storia vera e propria si innesca e l’eroe inizia a lavorare alla risoluzione del problema.
Terzo gruppo: si sviluppano quando l’eroe incontra un donatore, o procacciatore, che lo metterà alla prova prima di garantirgli il suo aiuto. Il gruppo è costituito da: 12) Prima funzione del donatore: mettere alla prova, interrogare, chiedere un servizio ecc…; 13) Reazione dell’eroe: l’eroe reagisce alle azioni del donatore; 14) Fornitura, ottenimento del mezzo magico: l’eroe riesce a entrare in possesso del mezzo magico; 15) Indicazione dell’itinerario: l’eroe si dirige, raggiunge o viene portato sul luogo in cui si trova l’oggetto della sua ricerca; 16) Lotta: l’eroe e il cattivo si battono in uno scontro diretto; 17) Marchiatura: l’eroe viene ferito o gli imprimono un marchio; 18) Vittoria: il cattivo è vinto e 19) Risoluzione: viene posto riparo alla sciagura iniziale o viene eliminata la mancanza iniziale.
Il quarto gruppo, riferito alle funzioni facoltative, contiene invece un’unica funzione di interesse per la presente ricerca, ovvero la numero 31) Matrimonio: l’eroe si sposa e viene proclamato re.

Funzioni dei personaggi della fiaba applicate al romanzo L’assassinio di Roger Ackroyd:
L'assassinio di Roger Ackroyd1) Allontanamento: Ralph Paton, figliastro di Roger Ackroyd e suo probabile erede, sembra essere partito per Londra ma viene visto in paese prima di scomparire, con grande preoccupazione della sua famiglia. La funzione è modificata.
2) Proibizione: Roger Ackroyd riceve una lettera spedita dalla signora Ferrars prima della morte di lei. In essa, la signora parla del ricatto che subiva per aver avvelenato il marito. Il destinatario non sa chi la ricattava, ma in quanto all’assassinio del marito ne era già stato informato dalla diretta interessata. La funzione non presenta modifiche.
3) Violazione: Quando riceve la lettera in presenza del Dottor Sheppard (il cattivo), Roger Ackroyd non la legge per intero e quindi non coglie il nome del ricattatore. La funzione non presenta modifiche.
4) Investigazione: Le vittime dirette delle azioni criminali del Dottor Sheppard sono due: Roger Ackroyd, da lui ucciso, e Ralph Paton, che incastra per omicidio. Il cattivo non ha bisogno di cercare informazioni su dove si trova Ralph perché gli vengono fornite involontariamente da sua sorella, sempre aggiornata sulle ultime notizie locali e sul gossip, e il Dottor Sheppard lo incontra nella sua stanza d’albergo. Prima, sempre per puro caso, si imbatte in Roger Ackroyd che lo invita a cena e gli offre così un’ottima occasione per ottenere informazioni sulle novità riguardanti gli affari di famiglia. La funzione è modificata: da una parte, il cattivo non deve fare alcuno sforzo, dall’altra, l’informazione cercata non si limita a dove si trova la vittima.
5) Delazione: Ralph informa il cattivo (il Dottor Sheppard) della sua difficile situazione finanziaria. Come sarà riportato in seguito, lo informa anche di essersi sposato di nascosto.
Dopo aver accettato l’invito a cena di Roger Ackroyd, il cattivo si reca da lui e ottiene l’informazione determinante, ovvero che il suo ospite sa dell’esistenza del ricattatore e si aspetta di scoprirne il nome dalla lettera che ha appena ricevuto. La funzione è modificata: l’informazione non riguarda dove si trova qualcuno ma solo la condizione della vittima. L'assassinio di Roger Ackroyd
6) Perfidia: il cattivo (il Dottor Sheppard) agisce continuamente come un devoto amico di famiglia. La funzione è modificata: non è implicato alcun travestimento.
7) Complicità: Roger Ackroyd, che considera il Dottor Sheppard un amico fidato, condivide con lui le notizie sul crimine commesso dalla signora Ferrars e il conseguente ricatto. La funzione è modificata: la vittima fornisce al cattivo l’informazione che gli serve per realizzare il suo piano ma tale informazione non ha nulla a che fare con il luogo in cui si trova qualcuno.
8) Danneggiamento e mancanza: Roger Ackroyd viene ucciso e Ralph Paton viene incastrato per il suo omicidio. La funzione è modificata: il crimine è stato commesso ma le prove lasciano a desiderare.
8a) A uno dei membri della famiglia manca qualcosa o qualcuno, oppure desidera qualcosa o qualcuno: Flora e Ralph desiderano essere liberi ed economicamente indipendenti; la moglie di Ralph, Ursula, vuole che il loro matrimonio venga reso pubblico; il maggiore Blunt, amico di famiglia, sogna Flora, nonostante sia impegnata con Ralph. La funzione è modificata: la mancanza individuata corrisponde solo in parte a “qualcosa o qualcuno”. Si riduce, in larga parte, a circostanze desiderate.
9) Mediazione: Flora chiede a Poirot di investigare. La funzione è modificata: l’indagine sull’omicidio porterà alla luce anche le mancanze.
10) Reazione incipiente: Poirot accetta di investigare. La funzione non presenta modifiche.
11) Partenza: Poirot va a ispezionare la casa di Roger Ackroyd, che costituisce la scena del delitto. La funzione è modificata.
12) Prima funzione del donatore: È l’investigatore stesso a interrogare le persone e a chiederne i servizi. Inoltre, controlla di nascosto il loro contesto di vita. La funzione è modificata.
13) Reazione dell’eroe (alla funzione 12): l’eroe (Poirot) elabora le informazioni ottenute e solleva ipotesi sul possibile corso degli eventi. Spinge con successo i familiari e i domestici a confessare i loro segreti. La funzione è modificata.
14) Fornitura, ottenimento del mezzo magico: Poirot trova una fede da donna con un indizio rivelatore e un brandello di fazzoletto. La funzione è modificata: i ritrovamenti non sono davvero magici.
15) Indicazione dell’itinerario: grazie alle informazioni a sua disposizione, Poirot riesce a individuare Ralph Paton. La funzione non presenta modifiche.
16) Lotta: non c’è nessuna lotta fisica. Poirot ha un confronto faccia a faccia con il Dottor Sheppard e ricostruisce il corso degli eventi. Il colpevole si arrende e decide di suicidarsi. La funzione è modificata.L'assassinio di Roger Ackroyd
17) Marchiatura: la funzione non trova alcuna corrispondenza.
18) Vittoria: Poirot dimostra la colpevolezza del Dottor Sheppard. Il colpevole confessa e gli viene data l’occasione di evitare la pubblica accusa togliendosi la vita. Il Dottor Sheppard accetta questa soluzione. La funzione non presenta modifiche.
19) Risoluzione: il matrimonio tra Ralph e Ursula diventa di dominio pubblico. Ralph e Flora riceveranno la loro parte di eredità di Roger Ackroyd. Il maggiore Blunt è felice di sapere che Flora è libera di decidere chi amare. La funzione non presenta modifiche.
31) Matrimonio: non viene celebrato né annunciato alcun matrimonio, ma Flora è contenta di venire a conoscenza dei sentimenti del maggiore Blunt, quindi il loro futuro matrimonio è probabile. La funzione è modificata.

La conclusione che se ne trae è la seguente: entrambi i romanzi gialli esaminati in questa ricerca – e presumibilmente molti altri rappresentanti di questo genere – possono essere percepiti come adattamenti strutturali di fiabe tradizionali. Tuttavia, è necessario uno studio specifico che copra un maggior numero di opere di più autori per stabilire che nella crime fiction viene applicata una complessa gamma di funzioni. Se le somiglianze tra i due generi saranno confermate, sarà giustificato supporre che il pubblico adulto si avvicini alle storie gialle per le stesse ragioni per cui legge le fiabe ai propri figli, poiché le ricorda con nostalgia dalla propria infanzia. In entrambi i generi, il mondo è presentato in modo onesto, cioè come un campo di battaglia in cui “bene” e “male si scontrano, e dove il male non può essere evitato ma può essere riconosciuto, marchiato e sconfitto come tale.

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I romanzi di Hercule Poirot a confronto con la struttura delle fiabe

In uno studio pubblicato il 19 luglio 2021 sulla rivista accademica Literator – Journal of Literary Criticism, Comparative Linguistics and Literary Studies e intitolato Agatha Christie’s Poirot novels as fairy tales: Two case studies, la studiosa Lucyna Harmon tenta un confronto tra la struttura delle fiabe individuata da Vladimir Propp nella sua opera Morfologia della fiaba e due romanzi di Agatha Christie con protagonista Hercule Poirot: Poirot a Styles Court e L’assassinio di Roger Ackroyd. Essendo questo il contesto di un blog, riporto qui di seguito, per sommi capi, il primo confronto riferito a Poirot a Styles Court e mi riservo, in futuro, di riportare anche il secondo. Credo che lo studio abbia risvolti interessanti se non altro perché mi risulta che nessuno abbia mai provato a confrontare le fiabe con i romanzi di Agatha Christie.

Funzioni dei personaggi all’interno della fiaba secondo Vladimir Propp:
Morfologia della fiaba (Propp)Primo gruppo: 1) Allontanamento: uno dei membri della famiglia si allontana dalla casa o muore; 2) Proibizione: l’eroe riceve un avvertimento o gli viene dato un consiglio; 3) Violazione: la proibizione viene violata (in questa fase, entra in scena un nuovo personaggio che può essere definito il cattivo); 4) Investigazione: il cattivo tenta di eseguire un’investigazione e capire dove si trova la vittima; 5) Delazione: al cattivo vengono date notizie sulla vittima; 6) Perfidia: il cattivo assume un nuovo aspetto e inganna l’eroe o la vittima; 7) Complicità: la vittima cade nel tranello e aiuta involontariamente il cattivo. Attraverso queste prime sette funzioni, la situazione viene delineata e alcuni personaggi vengono introdotti.
Secondo gruppo: 8) Danneggiamento e mancanza: il cattivo arreca un danno o lesione a uno dei membri della famiglia, oppure 8a) a uno dei membri della famiglia manca qualcosa o qualcuno, oppure desidera qualcosa o qualcuno; 9) Mediazione: l’eroe è invitato a intervenire, oppure gli viene ordinato, quando la mancanza viene resa nota. Egli può agire come cercatore, e in questo caso: 10) Reazione incipiente: acconsente di reagire, oppure 11) Partenza: parte per reagire. A questo punto la storia vera e propria si innesca e l’eroe inizia a lavorare alla risoluzione del problema.
Terzo gruppo: si sviluppano quando l’eroe incontra un donatore, o procacciatore, che lo metterà alla prova prima di garantirgli il suo aiuto. Il gruppo è costituito da: 12) Prima funzione del donatore: mettere alla prova, interrogare, chiedere un servizio ecc…; 13) Reazione dell’eroe: l’eroe reagisce alle azioni del donatore; 14) Fornitura, ottenimento del mezzo magico: l’eroe riesce a entrare in possesso del mezzo magico; 15) Indicazione dell’itinerario: l’eroe si dirige, raggiunge o viene portato sul luogo in cui si trova l’oggetto della sua ricerca; 16) Lotta: l’eroe e il cattivo si battono in uno scontro diretto; 17) Marchiatura: l’eroe viene ferito o gli imprimono un marchio; 18) Vittoria: il cattivo è vinto e 19) Risoluzione: viene posto riparo alla sciagura iniziale o viene eliminata la mancanza iniziale.
Il quarto gruppo, riferito alle funzioni facoltative, contiene invece un’unica funzione di interesse per la presente ricerca, ovvero la numero 31) Matrimonio: l’eroe si sposa e viene proclamato re.

Funzioni dei personaggi della fiaba applicate al romanzo Poirot a Styles Court:
Poirot a Styles Court1) Allontanamento: il padre dei fratelli John e Lawrence Cavendish è morto lasciando la maggior parte dell’eredità alla loro matrigna, Emily Inglethorp, e originando tensioni. La funzione è modificata in quanto la morte è avvenuta prima dell’inizio della storia.
2) Proibizione: Emily Inglethorp viene avvertita dalla governante Evelyn Howard. Quest’ultima accusa il nuovo marito di Emily, Alfred, di avere intenzioni malvagie nei confronti di Emily e di volerla uccidere. La funzione è modificata: come si scoprirà in seguito, questi consigli non sono onesti e la stessa Evelyn si rivelerà essere uno dei cattivi. Tuttavia, in questa fase della narrazione, vengono interpretati per quello che sembrano essere.
3) Violazione: Emily Inglethorp reagisce con indignazione. Adora il marito che, da parte sua, la tratta con massima cura e reverenza. Emily non crede alle sue intenzioni criminose. La funzione è modificata.
4) Investigazione: il cattivo (Evelyn) non cerca informazioni ma ne fornisce di false; “prevede” un omicidio che è già programmato (lei stessa ha maneggiato la medicina della vittima in modo da causarne la fine fatale), accusa Alfred di adulterio e suggerisce (a Hastings) un possibile attentato alla vita di Emily. La funzione è modificata e rovesciata: il cattivo non cerca ma dà informazioni che non riguardano dove si trova la vittima ma piuttosto la sua situazione.
5) Delazione: il cattivo (Evelyn) ha successo nel diffondere le false informazioni. Rafforza la convinzione degli altri sulla colpevolezza di Alfred, situazione che, in questa fase, fa parte del piano d’insieme e ne è anche lo scopo. La funzione è rovesciata: lei è quella che fornisce le informazioni desiderate e gli altri le ricevono secondo le sue intenzioni.
6) Perfidia: il cattivo (Evelyn) – non ancora riconosciuto in quanto tale – si comporta da amico devoto e preoccupato della vittima. In conseguenza di ciò, può facilmente seguire il suo piano e abbandonare la casa fingendo reale preoccupazione, rientrando in seguito di nascosto. Lo stesso cattivo simula di provare infinito disgusto per Alfred. Inoltre, come scoprirà Poirot, è proprio Evelyn a travestirsi da Alfred quando acquista la stricnina in farmacia. La funzione è modificata: il travestimento è parzialmente metaforico.
7) Complicità: Come raccontato da John, è stata Evelyn a presentare Alfred Inglethorp, suo parente, alla sua padrona e rendere così possibile l’intero complotto. Grazie al suo matrimonio con Alfred, Emily determina il suo destino e aiuta i criminali a concretizzare il loro piano. Inoltre, la sua indignazione facilita la realizzazione del piano di Evelyn di abbandonare la casa con la possibilità di tornare in qualsiasi momento. La vittima facilita le azioni del cattivo per caso, per i suoi stessi sentimenti, ma non attraverso la rivelazione di informazioni. Poirot a Styles Court
8) Danneggiamento e mancanza: Emily muore avvelenata.
8a) A uno dei membri della famiglia manca qualcosa o qualcuno, oppure desidera qualcosa o qualcuno: tutti i membri della famiglia sono preoccupati per il loro futuro. Con la morte della sua benefattrice, Cynthia Murdoch non ha più certezze nella sua vita ed è consapevole che potrebbe esserle negato di restare ancora nella casa. La funzione è modificata: i personaggi non desiderano oggetti o persone ma piuttosto che determinate circostanze o condizioni si verifichino.
9) Mediazione: Hastings si offre di ingaggiare qualcuno che già conosce, Hercule Poirot, affinché le indagini avvengano con discrezione. Gli viene concessa un’autorizzazione in questo senso. La funzione è modificata: la missione di Hastings è direttamente collegata al danneggiamento (l’omicidio) piuttosto che alle mancanze esistenti, e deriva dal naturale bisogno di catturare l’assassino.
10) Reazione incipiente: Hasting fa visita a Poirot e gli espone la situazione, compresi tutti i dettagli che riesce a ricordare. Poirot accetta l’incarico. La funzione non presenta modifiche.
11) Partenza: Hastings e Poirot si recano a Styles Court per esaminare il caso. La funzione non presenta modifiche.
12) Prima funzione del donatore: Poirot non viene messo alla prova o interrogato e non gli vengono neanche chiesti servizi, ma è lui a mettere alla prova, interrogare e chiedere servizi agli altri. Interroga le cameriere e il giardiniere e strappa informazioni alle persone nel corso di conversazioni apparentemente casuali. Inoltre, esamina la scena del delitto alla ricerca di indizi che lo aiutino a risolvere l’enigma. La funzione è rovesciata: l’eroe non è l’obiettivo ma l’esecutore delle azioni in questione.
13) Reazione dell’eroe: le persone forniscono all’investigatore, direttamente o indirettamente, informazioni (per lo più) veritiere e utili (esempio: i resoconti delle domestiche sulle conversazioni ascoltate, la conferma da parte del giardiniere di aver partecipato alla stesura dell’ultimo testamento della signora Inglethorp), ma in parte false e fuorvianti. Mary, ad esempio, sostiene di aver sentito un rumore, mentre Lawrence testimonia sul fatto che la porta di Cynthia era chiusa. L’investigatore usa il suo talento unico per elaborare queste informazioni e selezionare le parti utili. La funzione è modificata e rovesciata.
14) Fornitura, ottenimento del mezzo magico: grazie alla sua straordinaria e “magica” capacità di ascoltare attentamente, analizzare, collegare i fatti e trarre conclusioni, l’investigatore riesce a riconoscere gli indizi. La stessa straordinaria capacità gli permette di raccogliere prove materiali, come la barba finta usata da Evelyn per impersonare Alfred, o ottenere informazioni decisive, come l’alibi di Alfred per l’ora dell’acquisto della stricnina, che vengono utilizzate nella loro funzione “magica” e innovativa di chiavi per risolvere il mistero. La funzione è modificata: i mezzi non sono realmente magici.Poirot a Styles Court
15) Indicazione dell’itinerario: grazie all’ulteriore applicazione delle sue capacità, l’investigatore ricostruisce il probabile corso degli eventi che hanno preceduto l’omicidio. Nello scambio con Hastings dà conto di parte del suo ragionamento. I dettagli rimanenti sono forniti nel suo discorso finale alla fine del romanzo. L’individuazione dell’oggetto mancante equivale all’identificazione dell’assassino. La funzione è modificata: l’itinerario viene ricostruito e raccontato di nuovo più volte.
16) Lotta: la lotta è di natura psicologica e intellettuale. Con il suo comportamento impertinente durante l’inchiesta, il cattivo (Alfred) cerca di rafforzare l’impressione della giuria sulla propria colpevolezza, in modo da essere arrestato e presto assolto per mancanza di prove convincenti. Non riesce a dimostrarsi più furbo di Poirot, che capisce le sue intenzioni. La funzione è modificata: la lotta è psicologica.
17) Marchiatura: questa funzione non ha una corrispondenza con le azioni dei personaggi, a causa della natura del punto 16.
18) Vittoria: i colpevoli sono identificati e arrestati. La funzione non presenta modifiche.
19) Risoluzione: i fratelli Cavendish ereditano la fortuna della signora Inglethorp e il loro futuro è assicurato. La funzione non presenta modifiche.
31) Matrimonio: Non viene celebrato né annunciato alcun matrimonio. Tuttavia, l’amore di Lawrence per Cynthia viene finalmente rivelato: ora sono una coppia dichiarata ed è probabile che in futuro si sposeranno. La funzione è modificata: si verificano solo le circostanze legate al matrimonio o all’unione.

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Perché non l’hanno chiesto a Evans? (miniserie)

Dopo il secondo film diretto da Kenneth Branagh incentrato sulla figura di Hercule Poirot, anche le serie televisive sono tornate a focalizzare l’attenzione su qualche personaggio nato dalla penna di Agatha Christie.

Tralasciando il già citato Poirot, la nota Miss Marple e anche la coppia Tommy e Tuppence, Hugh Laurie, indimenticato Dr. House, ha pensato di puntare su due personaggi decisamente minori ma in grado di risvegliare una qualche curiosità nello spettatore. Convertitosi per l’occasione in sceneggiatore, regista e produttore esecutivo, oltre che attore nella piccola parte del Dottor Nicholson, Laurie si è fatto coinvolgere dalla trama di Perché non l’hanno chiesto a Evans?, romanzo del 1934 in cui spicca il personaggio femminile di Lady Frances “Frankie” Derwent, e ha realizzato per Britbox una serie in quattro puntate di quarantacinque minuti con protagonisti Will Poulter e Lucy Boynton (già vista nell’Assassinio sull’Orient-Express di Branagh), con la partecipazione di Emma Thompson, trasmessa da fine giugno su Sky e disponibile su Now TV.

In un’intervista a Deadline.com, Hugh Laurie ha dichiarato di aver apprezzato il cambio di rotta della Christie, che dopo diversi romanzi su Poirot ne scrisse uno più leggero che esulava da quel contesto. Per le location, ha scelto di girare sia in Inghilterra che in Galles, in modo da preservare il movimento della storia e seguire accuratamente le tappe percorse dai personaggi stessi; questo ha comportato l’obbligo, da parte della troupe, di spostarsi in continuazione trasformando l’esperienza in un circo itinerante, ma il disagio sembra essere valso la pena evitando che la narrazione si convertisse in qualcosa di statico e privo di coinvolgimento.

L’attrice protagonista, Lucy Boynton, valuta positivamente l’operato di Hugh Laurie in quanto, dal suo punto di vista, lavorare con un regista che è anche attore permette una maggiore comprensione del personaggio poiché non ci si confronta solo con la prospettiva esterna di chi non è direttamente coinvolto ma anche con una comprensione intima della situazione, e questo favorisce la resa emotiva.

La critica, in generale, sembra abbastanza soddisfatta, il che accade di rado con un adattamento da Agatha Christie. Non resta che gustarsi la serie e sperare, se si è letto il libro, in un numero ridotto di stravolgimenti, visto che la tendenza a farsi prendere la mano e trasformare un evento innocuo in una perversione è tipica di chi “maneggia” le trame dell’autrice:

1) Al contrario degli adattamenti tristemente cupi realizzati dalla BBC negli ultimi anni, Perché non l’hanno chiesto a Evans? è molto gioioso. Nelle interpretazioni, purtroppo, non si ritrova la stessa vivacità della storia.
(Nick Hilton, Independent)

2) Chiunque si cimenti con Agatha Christie corre un grosso rischio, ma lo sforzo di Hugh Laurie è eccellente e di gran fascino, anche se un po’ lungo con le sue tre ore di durata.
(Carol Midgley, Times)

3) Hugh Laurie bilancia abilmente il tono dell’opera, preservando la leggerezza nelle scene tra i due protagonisti ma aggiungendo note di minacciosa anormalità quando necessario.
(Anita Singh, Daily Telegraph)

4) Perché non l’hanno chiesto a Evans? è quello che la TV dovrebbe essere ma raramente è al giorno d’oggi: onesto intrattenimento che non cerca né di incalzarvi con una politica indignata né di trascinarvi in una centrifuga di emozioni che vi lascia sconvolti e turbati.
(James Delingpole, The Spectator)

5) Hugh Laurie scrive dialoghi buoni e arguti e dirige con occhio attento alle immagini mozzafiato che incorniciano l’azione in modo avvincente. È una buona serie che si rivela piuttosto coinvolgente.
(Peter Martin, ScreenAnarchy)

Qui è visibile il trailer italiano:

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La servitù nei romanzi di Agatha Christie

Murder at the VicarageL’antipatia del lettore moderno per alcuni dei comportamenti sociali nei romanzi di Agatha Christie mi sembra avere maggior fondamento nel trattamento della servitù. Ogni calorosa comunità di sentimenti tra padrone e domestico, il vecchio ideale aristocratico di servizio e dovere reciprocamente accettato, è completamente assente nel mondo fittizio dell’autrice. Nella vita vera può aver provato affezione per i suoi domestici e in cambio essere stata da loro amata (prova di questo lo si trova nel volume La mia vita e anche nelle dichiarazioni di chi la conosceva), ma l’atteggiamento che adotta nei libri è molto diverso. I domestici nei suoi romanzi degli anni Venti e Trenta sono di solito derisi e visti con sospetto. Anche un anziano e stimato servitore di famiglia viene liquidato come persona “in possesso delle caratteristiche della sua classe” – una frase che nei romanzi ricorre con monotona regolarità, sempre con forti toni dispregiativi.

A subire il trattamento peggiore sono quelle al gradino più basso della scala sociale, le domestiche, che sono invariabilmente adenoidee, subnormali e inclini a ridere come sciocche. E ripetono con monotonia di essersi sempre comportate in modo rispettabile, e che non sanno cosa diranno mamma e papà perché anche loro si sono sempre comportati in modo rispettabile. Nel solo La morte nel villaggio troviamo tre esempi di domestica: la prima è Mary, la serva inetta della canonica, che il vicario-voce narrante cerca invano di convincere a chiamarlo “signore”; la seconda è la donna delle pulizie di Lawrence Redding, che lui descrive come “un po’ toccata”, benché il vicario gli spieghi con gentilezza che “questa è la difesa del povero… I poveri si rifugiano sempre dietro una maschera di stupidità”; la terza è Gladys, ragazza di cucina dell’Old Hall, descritta nel modo seguente:

…a suo parere somigliava più a un coniglio tremante che a un essere umano. Gli ci erano voluti dieci minuti per calmarla, durante i quali Gladys aveva spiegato, sempre tutta tremante, che non avrebbe potuto… che non avrebbe dovuto… che non avrebbe mai creduto Rose capace di tradirla, che non aveva inteso far nulla di male, proprio no davvero…

Esempi di situazioni di questo tipo si potrebbero ripetere fino alla nausea, e il maggiordomo strambo e dignitoso o il cuoco allegro difficilmente possono avere la meglio sull’impressione sgradevole che trasmettono. La domestica apparteneva alle classi più basse dell’epoca, eppure Agatha Christie non dimostra alcuna simpatia nei suoi confronti. La figura non viene trattata con divertito affetto ma proprio con disprezzo. In ogni caso, nessuno sosterrebbe che il rapporto padrone-servo in Agatha Christie sia profondo, trattato con intimità.

A Talent to DeceiveLe linee di difesa possibili sono svariate: la maggior parte delle osservazioni sarcastiche sulla servitù sono fatte da personaggi, e l’autrice potrebbe sostenere che si limitano a esprimere l’abituale comportamento della loro classe. Lo stesso Poirot, che si sente così superiore al gentiluomo borghese inglese semplicione, si dimostra, non con sorpresa, ancora più condiscendente nei confronti del servo maleducato. Ancora una volta, rendendo i suoi domestici così ottusi da risultare inconcepibili nel ruolo di assassini, Agatha Christie riesce a stringere di più la rete attorno ai personaggi di primo piano. Ma la difesa più efficace è forse che l’atteggiamento nei confronti della classe domestica è solo una conseguenza dello sguardo distaccato che lei, in quanto autrice, getta sulla totalità del suo mondo. Questo non ha nulla a che vedere con la sua personalità, che può benissimo essere stata calorosa e cortese, ma solo con la posizione che ha ritenuto opportuno adottare per il genere di libri che scriveva. “Dove c’è profondo affetto, non ci sarà nessun omicida”, o in ogni caso la progressione euclidea del problema, l’indagine e la risoluzione saranno intralciati. In un altro tipo di romanzi Agatha Christie potrebbe aver manifestato affetto palese, simpatia, sdegno per il destino dei domestici affaticati dal lavoro. In questo contesto, una simile emozione sarebbe stata fuori luogo. Appartenevano a una classe talmente bassa che ad andare a servizio erano solo elementi ben poco promettenti. Nella sua esperienza, le ragazze di cucina erano maleducate e incapaci di esprimersi, e quindi le rappresenta in questo modo. Così come i signorotti di campagna sono cauti, di strette vedute e tenaci e sono resi tali. Un romanzo giallo non è un romanzo rosa. Le emozioni vanno trattenute.
(Il presente frammento è tratto da Robert Barnard, A Talent to Deceive. An Appreciation of Agatha Christie, William Collins Sons & Co Ltd, London 1980, pp. 32-34. Traduzione mia)

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Ten Little Niggers: anche la Francia cede e Dix petits nègres diventa Ils étaient dix

Dopo il ritiro, nell’estate 2020, del film Via col vento dalla piattaforma streaming HBO Max in quanto contenente pregiudizi etnici e razziali, e la sua ricomparsa, sulla medesima piattaforma, con tanto di nota che contestualizza la storia, anche il pronipote di Agatha Christie, James Prichard, ha deciso di risolvere il “problema” dei Ten Little Niggers più celebri della storia della letteratura.

Ils étaient dixSiccome in Francia la traduzione più recente dell’opera, del 2011 a cura di Gérard de Chergé, continuava a mantenere il titolo originale e i riferimenti all’île du Nègre, si è ritenuto opportuno operare una revisione che portasse alla sostituzione del temine “nègre”, citato per settantaquattro volte, con il più politically correct “soldat”. Niente più “nègre”, quindi, nella versione francese, e anche la storia stessa è stata accuratamente epurata da ogni espressione o frase che potesse risultare offensiva nei confronti di chicchessia. Il titolo è diventato Ils étaient dix (Erano dieci), con soddisfazione del pronipote che ha dichiarato quanto segue:

Quando il libro è stato scritto il linguaggio era diverso e si utilizzavano parole oggi in disuso. La narrazione si basa su una celebre nursery rhyme non inventata da Agatha Christie… Sono quasi sicuro che il titolo originale non sia mai stato utilizzato negli Stati Uniti. Nel Regno Unito, è stato modificato negli anni Ottanta e oggi lo cambiano ovunque… Secondo me lo scopo di Agatha Christie era innanzitutto divertire, e non avrebbe apprezzato l’idea che qualcuno si sentisse offeso da una delle sue costruzioni frasali… Per fortuna, oggi, possiamo rimediare senza tradirlo, rendendolo accettabile per tutti… La cosa per me ha il suo significato: non voglio un titolo che distolga l’attenzione dal lavoro dell’autrice… Se una sola persona si sentisse offesa, sarebbe già troppo. Non dobbiamo più utilizzare termini che rischiano di essere offensivi: è questo il comportamento da adottare nel 2020. (Citazione tratta dall’articolo di RTL “Dix petits nègres” : le best-seller d’Agatha Christie débaptisé, traduzione mia)

Dix petits nègresIn Francia la reazione degli utenti, e anche di chi ha letto la nuova versione, non è stata molto positiva. C’è chi si chiede quando elimineranno i pellerossa dai fumetti di Lucky Luke, sempre per non offendere nessuno, chi auspica una rivolta dei militari ora che le statuette sono diventate quelle di dieci soldati, chi rimpiange la traduzione fedele degli anni Quaranta, a cura di Louis Postif, e chi denuncia la piattezza del linguaggio della traduzione aggiornata, che anziché restituire l’opera nella sua autenticità si rivolge solo a generazioni di benpensanti a cui non interessa conoscere il vero stile dell’autrice.
Personalmente ritengo che le parole di un’opera letteraria più che sostituite o soppresse andrebbero spiegate, specificando a chi si confronta per la prima volta con quel romanzo il contesto in cui è nato e in cui è ambientato. Ho qualcosa da obiettare anche nei confronti dell’erede di Agatha Christie che parla di non voler distogliere l’attenzione dal lavoro della bisnonna quando per anni sono stati autorizzati molti adattamenti aberranti delle sue opere – televisivi, cinematografici e anche teatrali – che non avevano nulla a che fare con i romanzi originali e anzi li trasformavano in spazzatura.
Poco dopo la pubblicazione di Ils étaient dix in Francia, la piattaforma francese Salto ha lanciato la serie tv in sei puntate dal medesimo titolo (in Italia They Were Ten) dove i personaggi sembrano usciti da un horror di Wes Craven e dove è stata aggiunta anche la presenza di un commissario e di una poliziotta, sempre per “rispetto dell’originale”. Naturalmente l’erede di Agatha Christie approva e benedice l’operazione.

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Sintesi dei racconti di Agatha Christie (VI)

Il mistero di Lord Listerdale e altre storie (The Listerdale Mystery, 1934):

Serie di racconti leggeri in cui però si respira tutta l’arguzia e lo spirito di Agatha Christie. I protagonisti sono per lo più personaggi che finiscono implicati in situazioni misteriose al limite del surreale, ma riescono sempre a cavarsela grazie a un ottimo spirito di iniziativa e alla loro capacità di non prendere mai la vita troppo sul serio. Puro divertimento per gente raffinata.
Nota: La raccolta originale comprende anche i racconti Il villino degli usignoli e La disgrazia. Nell’edizione italiana questi due racconti sono stati pubblicati in Testimone d’accusa e altre storie.

La reazione della critica:
Dopo un pasto pesante interamente costituito da racconti polizieschi, queste golosità si sciolgono dolcemente – forse un po’ troppo dolcemente – sulla lingua: ma sono, senza eccezione, il lavoro di una cuoca esperta e abile, il cui interesse è quello di compiacere. E proprio come si accetta e si inghiotte, senza timore, una rosa verde, sapendo che è zucchero, così si possono accettare le improbabilità e la fantasia di cui le storie della signora Christie sono abbondantemente cosparse. Il piccolo fondo di mistero in ogni racconto basta a intrigare il lettore senza disorientarlo. Qui non c’è lo spirito di Hercule: infatti Poirot troverebbe queste situazioni, dove si sa fin dall’inizio che alla fine tutto andrà deliziosamente bene, poco degne del suo grande talento di detective.
(The Times Literary Supplement, 05 luglio 1934. Traduzione mia)

The Listerdale MysteryContiene:
Il mistero di Lord Listerdale (The Listerdale Mystery): Protagonisti: La signora St Vincent, Rupert St Vincent, Barbara St Vincent, Jim Masterson, Lord Listerdale, Quentin. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: La signora St Vincent, appartenente a una famiglia di nobili decaduti ormai in serie difficoltà economiche, un giorno nota sul Morning Post un annuncio in cui si parla di un’elegante casa ammobiliata in affitto a un prezzo puramente nominale che le permetterebbe uno stile di vita più dignitoso. Inizialmente diffidente, vi si trasferisce con i due figli e scopre che era appartenuta a tale Lord Listerdale, misteriosamente scomparso. Il figlio inizia a sospettare un omicidio, ma le cose sono destinate a prendere una piega ancora più sorprendente. Frase memorabile: “Rivestimento di legno! Ecco il punto! Possiamo star sicuri che c’è un nascondiglio segreto in qualche posto. Il cadavere è stato cacciato lì dentro, e ci è rimasto fino a oggi. Forse, prima, lo hanno imbalsamato”.

La ragazza del treno (The Girl in the Train): Protagonisti: George Rowland, William Rowland, Rogers, Elizabeth. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: George Rowland viene licenziato dallo zio per la vita dissoluta che conduce e decide di intraprendere un viaggio in treno verso Rowland’s Castle convincendosi che, trattandosi di una località che porta il suo cognome, sarà accolto da tutti a braccia aperte, magari venendo anche eletto sindaco. Durante il viaggio, però, si imbatte in una ragazza in fuga, Elizabeth, che finirà per coinvolgerlo in una vera e propria avventura di spionaggio. Frase memorabile: “Spiacente, signore, ma il gatto non è disponibile al momento”. “Come mai?”. “Una nidiata di otto micini. Arrivati stamattina”. “Cosa mi dite! Credevo che si chiamasse Peter?”. “Già, signore. È stata una grande sorpresa per tutti”. Curiosità: Nel 1982 ne è stato ricavato un episodio televisivo per la serie The Agatha Christie Hour. L’episodio, in lingua inglese, è visibile a questo link: https://www.dailymotion.com/video/x80irx7

The Listerdale MysteryCanta una canzone da sei soldi (Sing a Song of Sixpence): Protagonisti: Sir Edward Palliser, Magdalen Vaughan, Matthew Vaughan, Lily Crabtree. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: L’anziano Sir Edward Palliser riceve la visita della giovane Magdalen Vaughan, da lui conosciuta anni prima durante un viaggio di ritorno dall’America e a cui aveva promesso, in caso di bisogno, il suo aiuto. La ragazza è tra i sospettati, assieme ad altre quattro persone, dell’omicidio di una prozia da cui tutti dipendevano economicamente. Sir Edward accetta di indagare sulla faccenda. Frase memorabile: La strada senza uscita! Inconsapevolmente le parole della ragazza, pronunciate a caso, lo toccarono sul vivo. Un vicolo senza sbocco. Sì, ma c’era sempre una via d’uscita… quella dalla quale uno era venuto… quella per rientrare nel mondo. Riferimenti: Il titolo si riferisce a una nursery rhyme poi ripresa anche nel romanzo Polvere negli occhi e nel racconto La torta di more appartenente alla raccolta Il caso del dolce di Natale e altre storie: Canta una canzone da sei soldi, una tasca piena di segale. Ventiquattro merli chiusi dentro una focaccia./Quando la focaccia è stata tagliata i merli si sono messi a cantare. Non era degno di un re un piatto così pregiato?/Il re stava nella stanza del tesoro a contare le sue monete, La regina era in salotto a mangiare pane e miele./La servetta era in giardino a stendere il bucato, quando è arrivato un uccellino a beccarle via il nasino.

L’ardimento di Edward Robinson (The Manhood of Edward Robinson): Protagonisti: Edward Robinson, Maud, Gerald Champneys, Edward Champneys. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Edward Robinson è innamorato di Maud ma vive con lei una storia d’amore priva di emozioni; per compensare, legge romanzi d’amore con eroi intrepidi ed eroine sospiranti. In seguito a una vincita inaspettata, decide di comprarsi una macchina, pur sapendo che Maud non approverebbe. Durante un viaggio solitario, scopre di aver scambiato inavvertitamente la sua auto con quella di un altro e vi trova all’interno una collana di diamanti che gli creerà non pochi problemi. Frase memorabile: Bill incarnava al cento per cento l’eroe preferito dalle romanziere. Edward gli invidiava la muscolatura, la rozza bellezza, le passioni indomite. Curiosità: Nel 1982 ne è stato ricavato un episodio televisivo per la serie The Agatha Christie Hour. L’episodio, in lingua inglese, è visibile a questo link: https://www.dailymotion.com/video/x80pa02

The Listerdale MysteryIn cerca di un lavoro (Jane in Search of a Job): Protagonisti: Jane Cleveland, Conte Streptitch, Colonnello Kranin, Ispettore Farrell. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: La giovane Jane Cleveland è in ristrettezze economiche e deve trovarsi urgentemente un impiego. Non avendo, però, sufficiente esperienza per soddisfare i requisiti richiesti da chi offre lavoro, decide di rispondere a un annuncio basato solamente su una certa apparenza fisica. Finisce così selezionata per fare da “controfigura” a una giovane granduchessa in costante pericolo di vita. Pur cacciandosi nei guai, troverà il modo di risolvere i suoi problemi. Frase memorabile: “A proposito, non sareste la Duchessa-come-si-chiama per caso?”. Riferimenti: Leggendo l’annuncio Jane esclama, con la volontà di non lasciarsi trarre in inganno: “Gwendolen la candida ovvero perché le ragazze finiscono male”, in originale Guileless Gwendolen, or why girls go wrong. Verosimilmente si tratta di un riferimento al personaggio di Gwendolen Harleth del romanzo Daniel Deronda di George Eliot. Curiosità: Nel 1982 ne è stato ricavato un episodio televisivo per la serie The Agatha Christie Hour. L’episodio, in lingua inglese, è visibile a questo link: https://www.dailymotion.com/video/x80oovd

Una domenica fruttuosa (A Fruitful Sunday): Protagonisti: Dorothy Pratt, Edward Palgrove. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Durante una gita domenicale in macchina, una domestica e il suo corteggiatore acquistano un cesto di frutta da un venditore ambulante. In fondo al cesto rinvengono una collana di rubini, del valore di cinquantamila sterline, corrispondente alla descrizione di un gioiello rubato di cui hanno letto sul giornale. I due saranno colti dai dubbi sul da farsi ma il destino gli riserverà una sorpresa inaspettata. Frase memorabile: “La polizia non è così rimbecillita come sembra, in fondo”. Curiosità: Agatha Christie sfrutta abilmente il vocabolo fruitful come riferimento sia alla frutta consumata dai protagonisti che al guadagno che quella giornata spesa insieme gli porta.

The Listerdale MysteryL’avventura del Signor Eastwood (Mr. Eastwood’s Adventure): Protagonisti: Anthony Eastwood, Carmen Ferrarez, Mamma Gibson, Rogers, Ispettore Verrall. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Anthony Eastwood, aspirante scrittore impegnato a redigere un racconto dal titolo Il mistero del secondo cetriolo, riceve una telefonata da una donna che gli dice di essere in pericolo di vita. Malgrado l’iniziale incredulità si farà coinvolgere dalla vicenda e finirà per ritrovare l’alquanto mediocre ispirazione. Frase memorabile: La parola così indicata dal Destino era “pecora”. Immediatamente, con stupefacente lucidità, un intero racconto nacque nel cervello del signor Eastwood. Una stupenda ragazza, un innamorato morto in guerra, lei rimasta con il cervello non più del tutto a posto, fa il pastore nelle montagne della Scozia… mistico incontro con l’innamorato morto, effetto finale di pecore e raggi lunari. Riferimenti: Citazione di un verso, che Anthony Eastwood storpia, tratto dal Rubáiyát of Omar Khayyám tradotto nel 1859 dal poeta Edward FitzGerald: Domani io sarò me stesso con i dieci millenni di ieri.

La palla dorata (The Golden Ball): Protagonisti: George Dundas, Ephraim Leadbetter, Mary Montresor, Rube Wallace. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Georges Dundas si prende un giorno di vacanza dal lavoro nel bel mezzo della settimana e viene licenziato dallo zio. Tuttavia, un attimo dopo si imbatte nella ricca Mary Montresor che, alla guida di una bella macchina sportiva e in tono provocatorio, gli chiede se gli piacerebbe sposarla. Il giovane si ritrova così a vivere un’avventura fuori dall’ordinario in un’ipotetica casa in collina in cui la ragazza sognerebbe di vivere con lui. Frase memorabile: “La palla d’oro dell’opportunità ti era stata lanciata, ragazzo mio, e non sei riuscito ad afferrarla”.

The Listerdale MysteryLo smeraldo del rajah (The Rajah’s Emerald): Protagonisti: James Bond, Grace, Claud Sopworth, Il Rajah di Maraputna. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: James Bond (che non ha nulla a che vedere con quello di Ian Fleming) si trova in una località balneare con Grace, la donna che ama. Mentre lei fa la donna di mondo anche grazie a una certa notorietà raggiunta, lui si sente fuori luogo. Intrufolatosi in una cabina privata per cambiarsi i vestiti per fare il bagno, scopre poi, dopo essersi rivestito, di averli scambiati con un altro e nella tasca trova un grosso smeraldo che è appena stato trafugato. Risolverà la questione e si prenderà una rivincita su Grace. Frase memorabile: “C’è qualcosa su questo maledetto menu che non sia finito?”. Riferimenti: In un passaggio il personaggio di James Bond cita la battuta “ringraziare il cielo e digiunare, per l’amore di un brav’uomo”. È tratta dall’Atto terzo, Scena quinta, del Come vi piace di Shakespeare e nell’opera viene pronunciata da Rosalinda.

Il canto del cigno (Swan Song): Protagonisti: Paula Nazorkoff, Signor Cowan, Vera Read, Elise, Signor Roscari. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: La soprano Paula Nazorkoff viene invitata da Lady Rustonbory a cantare nella sua residenza di campagna. La Lady vorrebbe sentirle cantare Madama Butterfly ma la soprano impone la condizione di cantare obbligatoriamente Tosca. La trama della celebre opera finirà per sconvolgere la vita di tutti e sul palco, anziché la finzione, andrà in scena la tragica realtà. Frase memorabile: “Che bella voce ho! Perfino a Londra ho una bella voce!”. Riferimenti: Vengono citate battute della Tosca e anche dei Pagliacci. Curiosità: 1) Lo stesso contesto operistico lo si ritrova nel racconto Il volto di Elena contenuto in Il misterioso Signor Quin. 2) Nel 2002 la BBC Radio 4 ne ha tratto un radiodramma.

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Agatha Christie: intervista del 1967

La presente intervista è tratta dal quotidiano spagnolo ABC, 29 ottobre 1967. L’autore è José María Moreiro. La traduzione è mia. Il copyright appartiene a ABC.

Intervistatore (In)

Agatha Christie (AC)

Agatha Christie libriIn: “Qual è stato il motivo del suo viaggio?”

AC: “Riposare quattro giorni a Madrid. Sono venuta qui per riposare, non per scrivere”.

In: “Quindi, non è vero che è venuta a scrivere un romanzo ambientato in Spagna?”.

AC: “No, non è vero. È quello che succede ogni volta: se vado in Francia, dicono che sto scrivendo un racconto ambientato in quel paese; se vado a Roma dicono che il mio prossimo romanzo si svolgerà in quella città. Non sto scrivendo alcun romanzo che abbia a che fare con la Spagna, e ne ho già scritti più di sessanta. La mia è una visita privata senza scopi professionali”.

In: “Era già stata qui in passato?”.

AC: “Sì, conosco Granada, Malaga e altre città che ho visitato durante i miei viaggi precedenti”.

In: “Le piacerebbe vivere qui?”.

AC: “Sì. In questi quattro giorni ho visitato Toledo. È una splendida città in cui mi piacerebbe vivere, e probabilmente è una delle visite che mi hanno lasciato il ricordo più bello. È una città magnifica, che possiede anche il patrimonio pittorico di El Greco, un artista che ammiro molto”. […]

In: “Ha guadagnato molti soldi con i suoi romanzi gialli. È già miliardaria?”.

AC: “Hanno tradotto le mie opere in tutte le lingue, ma il Governo Britannico ci ha guadagnato più di me”.

In: “Si definirebbe una persona malinconica?”.

AC: “No, sono una persona normale che scrive romanzi gialli da quando aveva diciotto anni, e che prova lo stesso timore e lo stesso entusiasmo dei suoi lettori di fronte alle trame che concepisce”. […]

In: “Pensa che in futuro il suo nome entrerà in qualche antologia letteraria universale?”.

AC: “No. Il romanzo giallo è un genere passeggero, è letteratura d’intrattenimento, non è adatto per passare alla storia”.

In: “È un genere che rimarrà immutato o è destinato a evolversi?”.

AC: “Come tutte le cose del nostro tempo, è soggetto a grandi mutamenti, e quindi sono sicura che in futuro si evolverà”. […]

In: “Se non avesse avuto successo come romanziera, che mestiere avrebbe fatto?”.

AC: “Di sicuro la musicista o la cantante”.

In: “Qual è il suo musicista preferito?”.

AC: “Sono due. Beethoven e Bach. Mi piace la musica classica”.

In: “Cosa ne pensa dei Beatles?”.

AC: “È un complesso musicale con molta personalità. Molto intelligente. Ma per la mia età fanno troppo baccano”.

In: “Cosa ama di più?”.

AC: “I bambini. Ho una figlia che mi ha dato un nipote che adesso è già sposato. Presto diventerò bisnonna.”.

In: “A che ora preferisce scrivere?”.

AC: “Tutte le mattine, appena alzata”.

In: “Scrive a mano o a macchina?”.

AC: “Sempre a macchina”.

Endless NightIn: “Lo sa che alcune persone hanno dichiarato che è suo marito a scrivere i romanzi?”.

AC: “Sono stata io a scrivere tutte le mie opere. Se lo dicono perché mi considerano fisicamente troppo vecchia, si sbagliano. Il mio cervello funziona perfettamente. Le dirò di più: non permetto mai a mio marito di leggere quello che sto scrivendo finché non è finito. I personaggi di ogni intreccio sono di mia invenzione. Non leggo mai la cronaca nera e non esamino neanche gli archivi della polizia alla ricerca di informazioni”.

In: “Pensa di continuare a scrivere ancora per molto tempo?”.

AC: “Fino alla fine dei miei giorni. Comunque, il meglio che potevo scrivere l’ho già scritto”.

In: “Il suo ultimo romanzo di cosa parla?”.

AC: “Uscirà questa settimana nelle librerie londinesi, sempre che non sia già uscito durante questa mia vacanza in Spagna. Parla soprattutto delle peripezie di un giovane danaroso che si converte in playboy (si riferisce a Nella mia fine è il mio principio, N.d.T.)”.

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