Articoli con tag: Nemesi

Miss Marple: Nemesi (Nemesis)

Sintesi: Miss Marple riceve una lettera dello Studio Legale Broadribb and Schuster, i cui soci sono gli avvocati del defunto signor Jason Rafiel, da lei conosciuto in Miss Marple nei Caraibi. I due uomini informano la donna che il defunto le ha lasciato una cospicua eredità a condizione che risolva un certo mistero sul quale egli stesso ha lasciato degli sporadici indizi. Dopo attenta riflessione, Miss Marple accetta e, su consiglio del caro estinto che ha programmato un meticoloso invio di lettere post mortem, parte per il Tour n. 37 della Famous Houses and Gardens of Great Britain. Tra castelli, ville, giardini e piante di passiflora che crescono dove non dovrebbero, Miss Marple riuscirà, pian piano, a capire dove sta l’inghippo e a risolvere un delitto risalente a parecchi anni prima.

Il volume contiene quattro riferimenti intertestuali: due teatrali, relativi a Cechov e Shakespeare; uno letterario, riguardante uno dei più celebri romanzi di Robert Louis Stevenson e uno tratto dalla Bibbia, Amos 5:24.

Miss Marple: Nemesis“Mi pare di essere finita in Russia”, mormorò Miss Marple. Alludeva senza dubbio alle tre sorelle di Cechov. O erano di Dostoevskij? Non riusciva a ricordarselo. Ma queste tre sorelle non dovevano avere nessuna voglia di andarsene a Mosca.
Erano contente e beate di restare in quella casa. Le furono presentate le altre due. Una era uscita dalla cucina e l’altra era scesa dal piano di sopra per darle il benvenuto. Erano gentili ed educate. Molti anni addietro, Miss Marple le avrebbe definite signore cadute in miseria. Suo padre una volta l’aveva ripresa.
“No, Jane, non devi dire in miseria. Devi dire signore decadute.”
(pag. 77, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 1972)

 

Forse l’atmosfera sinistra era data dal numero tre. Veniva spontaneo pensare, oltre che alle tre sorelle di Cechov, alle tre streghe del Macbeth. Queste tre sorelle, però, non potevano essere paragonate alle streghe di Shakespeare. D’altra parte, i registi teatrali ne davano un’immagine sbagliata. Una volta aveva assistito alla tragedia con suo nipote Raymond e aveva criticato la rappresentazione delle streghe: avevano ridicoli cappelli e ali assurde dietro la schiena e si muovevano quasi a passo di danza. Lei avrebbe preferito vedere tre donne normalissime, magari tipicamente scozzesi. L’atmosfera sinistra si sarebbe avvertita molto di più.
(pag. 86, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 1972)

 

“Doppia personalità. Una cosa di cui la gente non si accorge, a meno che non sia tecnicamente qualificata per farlo. Jekyll e Hyde sono personaggi reali e non il frutto della fantasia di Stevenson. Michael Rafiel doveva essere uno schizofrenico. Aveva una doppia personalità.”
(pag. 184, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 1972)

 

Lasciate che la giustizia scorra come l’acqua e la rettitudine come un ruscello eterno.
“Che cosa significa? È Shakespeare?”
“No, la Bibbia. È una frase sulla quale è bene meditare. Io l’ho fatto”
Miss Marple si mise ad armeggiare con un pacchetto che aveva in mano.
(pag. 234, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 1972)

 

L’opinione dell’autrice su Shakespeare: Non c’è errore più grande che sentir parlare o vedere determinate cose nel momento sbagliato. Shakespeare, per esempio, è un capitolo chiuso per tutti quelli che sono stati obbligati a studiarlo a scuola; l’unico modo serio per accostarvisi, invece, è quello di vederlo rappresentato in palcoscenico, la sede naturale per cui Shakespeare ha scritto. È l’unico sistema, tra l’altro, per apprezzarlo anche da giovani, molto tempo prima di essere in grado di penetrare la bellezza delle parole e della poesia. Quando mio nipote Mathew aveva circa undici o dodici anni, lo portai a vedere Macbeth e Le allegre comari di Windsor a Stratford. Le apprezzò entrambe, ma un suo commento mi giunse inaspettato. Mentre uscivamo, mi si rivolse con aria intimidita, dicendomi: “Sai, non avrei mai pensato che fosse Shakespeare se non l’avessi saputo prima”. Voleva chiaramente essere una testimonianza di stima verso Shakespeare e come tale la presi.

(Agatha Christie, La mia vita, traduzione di Maria Giulia Castagnone, Mondadori, 1978, pag. 198)

Categorie: Agatha Christie, Miss Marple | Tag: , , , , , | 3 commenti

Blog su WordPress.com.