Polvere negli occhi (A Pocket Full of Rye)

Sintesi: Il signor Rex Fortescue muore avvelenato dopo aver sorbito una tazza di tè. L’ispettore Neele, chiamato a investigare sul delitto, scopre che la faccenda è più complicata di quanto non sembri. Nella tasca del morto, infatti, vengono rinvenuti alcuni chicchi di segale dal significato misterioso. Poco tempo dopo, anche Adele Fortescue viene avvelenata con del cianuro; mentre si sta ancora indagando su quest’ultimo omicidio viene rinvenuto anche il cadavere della cameriera Gladys, strangolata con una calza e il cui corpo reca una molletta da bucato sul naso. Sempre più confuso, l’ispettore Neele riceve alcune utili spiegazioni da Miss Marple, sopraggiunta sul posto non solo perché conosceva la cameriera ma anche perché ha capito il nesso logico tra i delitti: la nursery rhyme “Sing a song of sixpence” tratta dalle storie di Mamma Oca. E qui il mistero si infittisce coinvolgendo anche una serie di “merli” citati nella filastrocca ma che sembrano ricoprire significati diversi per ogni personaggio del romanzo.
Curiosità: Il titolo originale A Pocket Full of Rye si riferisce, appunto, alla segale rinvenuta nella tasca del morto e a un verso della nursery rhyme su cui si basa il racconto. Il romanzo riprende due riferimenti intertestuali già utilizzati dall’autrice in Il Natale di Poirot (quello ai mulini del Signore) e in Fermate il boia (quello agli Idilli del Re).

Riferimenti intertestuali:

Polvere negli occhi1) Riferimento alla leggenda di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda attraverso i nomi di Lancelot e di Percival:
“Il Signor Percival è sposato da tre anni e abita con la moglie al villino dei Tassi, in un appartamento separato. Presto, però, si trasferiranno in un’altra casa, tutta per loro, sempre a Baydon Heath. […] Il Signor Lancelot si è sposato meno di un anno fa. Con la vedova di Lord Frederick Anstace. Immagino che avrà visto le sue fotografie”.
Lancelot Fortescue! Che nome! E come si chiamava l’altro figlio… Percival? Non poté fare a meno di domandarsi che tipo fosse stata la prima signora Fortescue… Aveva gusti curiosi in fatto di nomi di battesimo…
(pagg. 22-23, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

2) Riferimento letterario all’opera Gli idilli del re (1859-1885), di Lord Alfred Tennyson (1809-1892), composta da dodici poemi in cui si narra la storia di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda:
“Aveva l’abitudine di portare una quantità di gingilli e di collane tintinnanti e stava distesa su un divano e mi leggeva storie di dame e cavalieri che mi annoiavano da morire. Gli Idilli del Re di Tennyson. Però credo di averle voluto bene…”
(pag. 57, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

3) Riferimento al proverbio inglese old sins cast long shadows di cui si trova un primo accenno nella pièce Aglaura (1638) di Sir John Suckling: “Our sins, like to our shadows, when our day is in its glory scarce appear: Towards our evening how great and monstrous they are!”:
“Certo che si tratta di un delitto. Quanta gente, una volta o l’altra, sarebbe stata felice di fargli la pelle? Rex era un uomo assolutamente privo di scrupoli. E, come dice il proverbio, gli antichi peccati hanno un’ombra molto lunga”.
(pag. 73, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

4) Riferimento ad una battuta di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll: “They’re all very unpleasant people!”:
Poi, visto che Neele non gli rispondeva, aggiunse: “Cosa ne pensate?”.
“Non so”, risposte Neele, “Sono tutte persone molto sgradevoli”, ripeté sottovoce.
Il sergente Hay parve perplesso.
(pag. 80, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

Polvere negli occhi5) Riferimento alla celebre nursery rhyme “Sing a song of sixpence” facente parte della raccolta di storie di Mamma Oca: Sing a song of sixpence, A pocket full of rye, Four and twenty blackbirds Baked in a pie./When the pie was opened The birds began to sing— Wasn’t that a dainty dish To set before the king?/The king was in the counting-house Counting out his money, The queen was in the parlor Eating bread and honey,/The maid was in the garden Hanging out the clothes. Along came a blackbird And snipped off her nose.
Miss Marple annuì energicamente. “Sì” disse ancora e cominciò a recitare: Canta una canzone da sei soldi, una tasca piena di segale. Ventiquattro merli chiusi dentro una focaccia./Quando la focaccia è stata tagliata i merli si sono messi a cantare. Non era degno di un re un piatto così pregiato?/Il re stava nella stanza del tesoro a contare le sue monete, La regina era in salotto a mangiare pane e miele./La servetta era in giardino a stendere il bucato, quando è arrivato un uccellino a beccarle via il nasino.
(pag. 127, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

6) Riferimento a Henry Wadsworth Longfellow (1807-1882) e al suo poema Retribution (Though the mills of God grind slowly; Yet they grind exceeding small; Though with patience he stands waiting, With exactness grinds he all):
“Non sapete come sia andata a finire quella famiglia, signorina Ramsbottom?”.
“Non ne ho la minima idea”, rispose la vecchietta. “Però, badate! Non credo che Rex abbia realmente assassinato MacKenzie, mentre non escludo che l’abbia lasciato morire. Davanti al Signore, è la stessa cosa. Ma non davanti alla legge. Se così è stato, ha avuto quello che si meritava. I mulini del Signore macinano lentamente però macinano una farina molto sottile… E adesso farete meglio ad andarvene. Non so altro e quindi è inutile continuare a farmi domande”.
(pag. 156, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

7) Riferimento a Rudyard Kipling e a uno dei suoi aforismi: No question is ever settled until it is settled right:
“Chi ha detto che sono cose passate, e finite?”.
“Capisco. Secondo voi non sono cose finite, e passate?”.
“Nessuna questione può considerarsi conclusa finché non è stata conclusa nel modo giusto”.
(pag. 185, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1954)

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