Miss Marple al Bertram Hotel (At Bertram’s Hotel)

Sintesi: Miss Marple, su invito del nipote Raymond West e della moglie Joan, decide di passare una settimana al Bertram Hotel di Londra, luogo in cui aveva alloggiato all’età di quattordici anni. Felice di poter rispolverare i ricordi della sua infanzia, Miss Marple inizia a interessarsi al legame esistente tra la spericolata Bess Sedgwick e la giovane Elvira Blake, soprattutto quando quest’ultima rischia di morire in una sparatoria. Nel frattempo, l’Ispettore Capo Fred Davy arriva al Bertram Hotel per indagare su una serie di furti e rapine che, da lungo tempo, gli stanno creando non pochi grattacapi.

Curiosità:
È uno dei romanzi di Agatha Christie in cui la suspense è generata soprattutto dall’atmosfera e dai luoghi frequentati dai protagonisti più che dall’intreccio poliziesco in sé:

Le strade aperte suggeriscono una confortante percezione del passato ma rappresentano anche un autentico pericolo. Per Miss Jane Marple, prima che venga coinvolta nella risoluzione del mistero, la situazione è decisamente la prima, ma appena viene menzionata la metropolitana emerge come una sorta di presentimento del subconscio. Jane acquista una mappa della metropolitana e una guida al trasporto pubblico, una di quelle cose che W. H. Auden definisce “rituali di tempo e spazio”, che le trasmettono un senso di ordine e di direzione in netto contrasto con le strade che, invece, comportano nebbia, vicoli ciechi e zone interrate che sono simbolo di confusione, pericolo e flagranze di reato che lentamente prendono piede mentre il mistero arriva alla sua rivelazione finale. “Le aree delimitate, per quanto siano preferibili, hanno l’abitudine di trasformarsi in camere di tortura o scenari di omicidi”, afferma lo studioso Lehman. Mentre l’ispettore Davy imbocca involontariamente una strada senza uscita, nota che la nebbia si sta facendo più fitta e che il rumore del traffico è mutato a causa degli autobus costretti a fermarsi. Dopo un po’, quella stessa zona si trasforma nello scenario di un omicidio: “Da fuori arrivò uno scoppio violento, più forte del precedente. Fu seguito da un urlo e da un’altra detonazione. Le grida… di una donna… fendevano la nebbia con una nota di terrore. L’ispettore Davy corse a tutta velocità giù per Pond Street da dove provenivano” (Miss Marple al Bertram Hotel, traduzione di Maria Mammana Gislon, Mondadori 1968, p. 182).
L’arma del delitto viene rinvenuta in una zona interrata appartenente al Bertram Hotel, e la falsa sensazione di sicurezza e benessere trasmessa dall’albergo si converte ben presto in ostile mentre iniziano a verificarsi eventi sempre più sinistri. La sensazione di claustrofobia si intensifica mentre il mistero, al pari della nebbia, si infittisce arrivando a permeare tutti i luoghi finché la rivelazione finale, contraddistinta dal suono lacerante del fischietto di un poliziotto che fende la nebbia, non riporta l’ordine nel caos.
(Gillian Mary Hanson, City and Shore, The Function of Setting in the British Mystery, McFarland &Company, Inc., Publishers, North Carolina 2004, p. 89, traduzione mia)

È uno dei pochi romanzi in cui Miss Marple entra in scena praticamente subito per poi venire “accantonata” per diverse pagine in favore dei personaggi secondari:

I romanzi che hanno per protagonista Miss Marple si sviluppano secondo un gioco di tipo diverso. A differenza di quelli con protagonista Poirot, Miss Marple non è quasi mai l’investigatrice principale. L’esempio più estremo è Il terrore viene per posta dove Miss Marple appare appena a pagina 142, di un volume che di pagine ne contiene 198, per poi essere presente in un totale di undici pagine prima delle dieci pagine conclusive in cui spiega la soluzione a cui è arrivata. In altre occasioni, come in La morte nel villaggio, Assassinio allo specchio e Miss Marple al Bertram Hotel, il personaggio fa il suo ingresso quasi subito ma poi, nel corso del volume, la sua presenza è centellinata poiché il lettore si trova a seguire soprattutto i vari passaggi dell’indagine condotta dalla polizia.
In romanzi come Un delitto avrà luogo e Polvere negli occhi, invece, Miss Marple appare circa dopo ottanta pagine dedicate al delitto e ai principali sospettati. Nel caso specifico di Polvere negli occhi, Miss Marple arriva proprio a metà del libro, e poiché l’omicidio avviene subito all’inizio, arriva anche a metà dell’indagine, qui condotta dall’ispettore Neele. Negli ultimi capitoli del romanzo, il lettore viene tenuto all’oscuro delle conversazioni del personaggio con gli altri protagonisti della storia, ma l’indagine da lei condotta è spesso riportata sotto forma di sintesi e le conversazioni narrate non assomigliano affatto a un interrogatorio.
(Jerome H. Delamater, Ruth Prigozy, Theory and Practice of Classic Detective Fiction (Contributions to the Study of Popular Culture), Hofstra University 1997, p. 95, traduzione mia)

Miss Marple al Bertram HotelRiferimenti intertestuali:
1) Riferimento a Charles Dickens (1812-1870):
“È una questione di atmosfera… gli stranieri, gli americani in special modo, hanno delle idee molto particolari sull’Inghilterra. Non parlo, capisce, dei miliardari che attraversano continuamente l’Atlantico. Quelli vanno al Savoy o al Dorchester. […] Ma ci sono moltissimi altri che vanno all’estero solo ogni tanto e che si aspettano che il nostro paese sia… be’, non diciamo proprio come quello di Dickens, ma diverso dal loro. Così, quando tornano a casa, dicono: “C’è un posto meraviglioso a Londra: il Bertram Hotel. Sembra di tornare indietro di cento anni”.
(pag. 14, traduzione di Maria Mammana Gislon per Mondadori 1968)

2) Riferimento a G. K. Chesterton (1874-1936):
“Non stia in pensiero, Signora McCrae”, disse con la sua aria disinvolta, mentre si sedeva a tavola per consumare il pasto che la governante aveva preparato per il suo arrivo. “Cercheremo quel distrattone per mare e per terra. Ha mai sentito la storia di Chesterton? G. K. Chesterton, lo scrittore. Una volta che era andato a fare una serie di conferenze telegrafò a sua moglie: “Sono a Crewe Station. Dove dovrei essere?””.
(pag. 102, traduzione di Maria Mammana Gislon per Mondadori 1968)

3) Riferimento alla Bibbia e al Libro di Giosuè in cui si narra della caduta delle mura di Gerico nonché alla pièce in quattro atti The Walls of Jericho di Alfred Sutro (1863-1933):
“Ha bisbigliato qualcosa come “le mura di Gerico””.
“Giosuè?”, tirò a indovinare Miss Marple. “Oppure archeologia… scavi? O un dramma… ricordo, molto tempo fa… di Sutro, mi sembra”.
(pag. 179, traduzione di Maria Mammana Gislon per Mondadori 1968)

4) Riferimento alle “scimmie sagge” (non vedo, non sento, non parlo) raffigurate anche nel santuario di Toshogu, a Nikko, in Giappone:
Una breve telefonata al tutore di Elvira, il colonnello Luscombe, era stata ancora più improduttiva, sebbene fortunatamente meno prolissa. “Tutte scimmie”, borbottò Davy con il sergente dopo aver rimesso giù il ricevitore. “Non vedono, non sentono, non parlano”.
(pag. 198, traduzione di Maria Mammana Gislon per Mondadori 1968)

Le tre scimmie sagge

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