Miss Marple

Miss Marple e le sue interpreti

In un recente post pubblicato il 01 settembre sul sito ufficiale Agathachristie.com, il professore associato Mark Aldridge descrive brevemente le varie attrici britanniche e americane che, nel corso degli anni, hanno prestato il volto a Miss Marple. Ne riporto qui di seguito una sintesi arricchita da ulteriori informazioni reperite sull’Internet Movie Database e sul sito della BBC.

In a glass darklyAgatha Christie

Nel 1934 la BBC chiese ad Agatha Christie di scrivere un radiodramma destinato a essere letto dall’autrice stessa. Lei propose il racconto soprannaturale In uno specchio scuro, ma la BBC desiderava qualcosa di più tradizionale e quindi la Christie optò per Miss Marple racconta una storia, narrato in prima persona. Sembra che l’autrice abbia effettivamente registrato la lettura del testo ma di quella registrazione non è rimasta traccia. In Italia, i racconti In uno specchio scuro e Miss Marple racconta una storia sono entrambi contenuti nella raccolta Il caso della domestica perfetta.

Barbara Mullen

Nella pièce La morte nel villaggio, tratta dall’omonimo romanzo e adattata da Moie Charles e Barbara Toy nel 1949, il ruolo della protagonista fu ricoperto da Barbara Mullen che all’epoca aveva solo trentacinque anni ma che fu comunque apprezzata dalla critica per la sua interpretazione.

Gracie Fields

Nel 1956, l’americana Goodyear Television Playhouse, dopo che in America era già stato realizzato un teledramma della pièce Assassinio sul Nilo e un adattamento del romanzo Il mondo è in pericolo, decise di puntare sul personaggio di Miss Marple. Il testo scelto fu Un delitto avrà luogo per il fatto che le riprese potevano svolgersi quasi esclusivamente in interni. Il cast era composto da attori americani e britannici, tra cui Roger Moore e Jessica Tandy. Il ruolo principale fu affidato a Gracie Fields, volto noto americano, che però non riuscì a spiccare nella parte.

Margaret Rutherford

Ricoprì il ruolo di Miss Marple in quattro film adattati più o meno liberamente: Assassinio sul treno (1961), Assassinio al galoppatoio (1963), Assassinio sul palcoscenico (1964), Assassinio a bordo (1964). A differenza dei romanzi, l’attrice aveva una parte molto più attiva nelle vicende e spesso infondeva comicità al personaggio. La critica apprezzò, Agatha Christie un po’ meno perché, pur considerandola una grande attrice, non rappresentava la sua idea di Miss Marple. Il romanzo Assassinio allo specchio contiene una dedica proprio a Margaret Rutherford.

Angela Lansbury

Nel 1980 l’attrice diede il volto a Miss Marple, in Assassinio allo specchio accanto a Elizabeth Taylor, cercando di restare il più fedele possibile al personaggio ritratto dalla Christie. La Lansbury fu selezionata per la parte molto prima che il ruolo della diva fosse assegnato alla Taylor. L’idea iniziale era quella di realizzare una serie di film ma il progetto non ha avuto un seguito.

Helen HayesHelen Hayes

Attrice di teatro, la Hayes appare in due film per la tv aventi come protagonista Miss Marple: Miss Marple nei caraibi (1983) e Agatha Christie: Assassinio allo specchio (1985) il cui titolo italiano è fuorviante poiché è tratto dal romanzo Giochi di prestigio. Nel film per la tv È troppo facile, sempre tratto da un romanzo di Agatha Christie, ricoprirà invece il ruolo della vittima.

Joan Hickson

Negli anni Quaranta Agatha Christie le scrive e suggerisce che sarebbe adatta al ruolo. Nel 1984 diventa la protagonista della serie della BBC che porta in tv tutti e dodici i romanzi incentrati su Miss Marple e alcuni racconti. La figlia dell’autrice apprezzò l’interpretazione e anche lo stile della serie.

June Whitfield

Interpretò Miss Marple alla radio nella serie radiofonica che fu trasmessa dal canale BBC Radio 4 dal 1993 al 2001. Alcuni degli episodi si possono ascoltare, in lingua originale, all’indirizzo qui sotto riportato. Per chi non sa l’inglese, i file audio permettono comunque di sentire il tono di voce che l’attrice ha scelto di dare al personaggio: https://www.bbc.co.uk/sounds/brand/b03p87br

Geraldine McEwan

Tra il 2004 e il 2007 il personaggio di Miss Marple torna in tv interpretato per dodici episodi da Geraldine McEwan, che nel 1990 aveva vinto il British Academy Film Award come miglior attrice in un serial televisivo. La nuova serie vuole portare sullo schermo una Miss Marple diversa dalle precedenti, dai toni più leggeri e apparentemente ingenui. Gli episodi sono tratti anche da romanzi che nulla hanno a che vedere con Miss Marple, come per esempio Sento i pollici che prudono che aveva per protagonisti Tommy e Tuppence. L’adattamento, inoltre, è molto libero; ad esempio l’episodio Miss Marple: Nemesi stravolge completamente il testo originale.

Julia McKenzie

Dal 2008 al 2013, dopo la decisione della McEwan di rinunciare al ruolo di Miss Marple, Julia McKenzie fu chiamata a sostituirla infondendo al personaggio un carattere più riflessivo, più portato a osservare la natura umana. Gli undici nuovi episodi sono tratti dai romanzi più disparati, compreso Perché non l’hanno chiesto a Evans? e Un cavallo per la strega.

Julia McKenzie

Julia McKenzie fotografata da Steffan Hill

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Assassinio allo specchio adattato per il teatro

The Mirror CrackedIl presente articolo è tratto dal quotidiano The Guardian, 04 marzo 2019. L’autrice è Arifa Akbar. La traduzione è mia. Courtesy of Guardian News & Media Ltd.

In una stanza vuota, una donna anziana dorme su una poltrona, la caviglia distorta distesa su un poggiapiedi. Potrebbe essere un’istantanea della Gran Bretagna solitaria di epoca moderna. Ma la donna è Jane Marple e, mentre le luci si alzano, questo giallo di Agatha Christie del 1962 ambientato in un villaggio esplode in una vicenda ad alto numero di ottani praticamente inarrestabile.

La drammaturga Rachel Wagstaff e la regista Melly Still hanno dovuto compiere scelte temerarie in questo adattamento di alto concetto che in alcuni passaggi sembra un reboot della serie tv su Miss Marple.

Marina Gregg, starlet di Hollywood, si trasferisce a St Mary Mead e una paesana muore avvelenata durante un suo cocktail party. Mentre Miss Marple (Susie Blake) e l’Ispettore capo Dermot Craddock (Simon Shepherd) si mettono a fare le loro indagini, sul palcoscenico si ricorre a ogni tropo cinematografico: il cast riproduce l’istante dell’avvelenamento e replica altre scene cardine in slow motion, in modalità avanzamento veloce o con il replay. Il passato è raffigurato in istantanee con incluse esplosioni smorzate di musica al cardiopalma. La scenografia di Richard Kent presenta una parete di fondo trasparente che mostra altri avvenimenti drammatici attraverso silhouette o sequenze filmiche.

L’effetto generato è di incessante movimento, con gli attori che sembrano automi mentre prendono vita per poi ricadere o bloccarsi nell’immobilità. All’inizio, un personaggio chiede: “Sapete già chi è il colpevole?”. È difficile capire se la produzione vuole essere un omaggio ai gialli sullo schermo o farne la parodia attraverso un pastiche stilizzato.

Il finale mostra un delitto scaturito da una celata sofferenza, maternità e perdita, ma è privo di quella valuta emotiva di cui ha bisogno (e che il film del 1980 con Elizabeth Taylor e Angela Lansbury possedeva). Questo perché si ha l’impressione che gli attori siano stati diretti come ingranaggi del macchinario drammaturgico.

The Mirror Cracked (una scena)

La pièce presenta un’intelligente analisi delle donne di Agatha Christie, dalle madri anticonformiste alle figlie orfane di madre; accanto alle vulnerabilità della stessa Jane Marple nel suo essere un’anziana “zitella”. La Gran Bretagna in rapida evoluzione è ben colta nelle reazioni snob e scioviniste degli abitanti del villaggio ai nuovi complessi residenziali, al cameriere italiano di Hollywood e alla vista delle donne in pantaloni. Purtroppo, queste tematiche sono attenuate dal costante movimento. La conseguenza è una produzione frustrante, anche se non priva di audacia visiva e in grado, a volte, di stupire.

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Sintesi dei racconti di Agatha Christie (IV)

Miss Marple e i tredici problemi (The Thirteen Problems, 1932):

Strutturata su tre linee narrative, questa raccolta di tredici racconti mette in evidenza le doti investigative e intellettive di Miss Marple ponendola a confronto con altri personaggi che, di volta in volta, sfidano le sue abilità.

I primi sei racconti sono ambientati in occasione del club del martedì sera, durante il quale Raymond West, nipote scrittore di Miss Marple, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick e la stessa Miss Marple si incontrano per proporre agli altri enigmi la cui soluzione richiede una buona dose di deduzione. I successivi sei racconti si svolgono un anno dopo, quando Sir Henry Clithering ritorna a St Mary Mead ospite del colonnello Bantry e di sua moglie. Su richiesta di Sir Henry viene invitata a cena anche Miss Marple e quindi a tavola si ritrovano di nuovo in sei: lei, il colonnello Bantry, la moglie Dolly, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd e l’attrice Jane Helier, e ognuno inizia a raccontare la sua storia misteriosa. L’ultimo racconto è incentrato su una giovane morta per annegamento a St Mary Mead e su come Miss Marple, chiedendo la collaborazione di Sir Henry di nuovo ospite dei Bantry, dimostri di aver capito che si tratta di omicidio.

Le tre linee narrative spezzano la sequenza degli eventi e finiscono per rendere il volume alquanto discontinuo. I casi narrati sono piuttosto semplici ma la lettura è resa godibile dalle battute di Miss Marple.

Curiosità:
Diversi personaggi compaiono in altri romanzi o racconti di Agatha Christie.
Il colonnello Bantry in C’è un cadavere in biblioteca. Dolly Bantry in C’è un cadavere in biblioteca e Assassinio allo specchio. Sir Henry Clithering in La morte nel villaggio, C’è un cadavere in biblioteca, Un delitto avrà luogo, Polvere negli occhi e Istantanea di un delitto. Raymond West in La morte nel villaggio, Miss Marple al Bertram Hotel, Addio Miss Marple e nel racconto La follia di Greenshaw pubblicato in Appuntamento con la paura. Jane Helier nel racconto Uno scherzo arguto pubblicato in Tre topolini ciechi e altre storie. Joyce Lemprière in Addio Miss Marple dove il nome cambia da Joyce a Joan.

Contiene:
Miss Marple e i tredici problemiIl club del martedì sera (The Tuesday Night Club)
Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Avvelenamento da arsenico. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Il primo a raccontare è Sir Henry Clithering, che espone al gruppo il caso di una donna morta in seguito all’ingestione di gamberi in scatola. Dopo la riesumazione del corpo, si scopre che è stata avvelenata con arsenico e si sospetta del marito, ma nessuno riesce a capire come abbia potuto somministrarlo alla donna. Frase memorabile: Tu non conosci la vita come la conosco io.

Il tempio di Astarte (The Idol House of Astarte)
Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Morte in seguito a pugnalata. Eventi soprannaturali. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Il secondo a raccontare è il dottor Pender. Parla di un suo amico che ha comprato una dimora pittoresca chiamata Boschetto Silenzioso. Nel boschetto accanto, in effetti, pare si consumassero riti sacri in onore di Astarte. Una sera, durante una festa mascherata, l’amico del dottore viene misteriosamente pugnalato mentre una delle ospiti si finge una sacerdotessa. Frase memorabile: Ricordo che da ragazza ballai con un tale travestito da capo dei briganti. Aveva cinque esemplari diversi di coltelli e pugnali, e non potete immaginare com’era scomodo far coppia con lui in questa o quella danza.

Miss Marple e i tredici problemiLingotti d’oro (Ingots of Gold)
Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Aggressione. Furto e rapina. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: A raccontare è Raymond West. La sua storia è ambientata in Cornovaglia dove lui si è trovato coinvolto in una vicenda riguardate un antico galeone, la sparizione di numerosi lingotti d’oro e una serie di ambigui personaggi. Frase memorabile: Nessun giardiniere lavora il lunedì di Pentecoste, lo sanno tutti.

Sangue sul lastricato (The Bloodstained Pavement)
Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Omicidio. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: I personaggi ascoltano il racconto di Joyce Lemprière, anch’esso ambientato in Cornovaglia come il precedente. Joyce, pittrice, mentre è intenta a dipingere un quadro nella locanda di un piccolo villaggio, resta colpita dalla visione di alcune macchie di sangue sul lastricato che lei, quasi inconsciamente, finisce per inserire nel dipinto. Ventiquattr’ore dopo la sua “visione” qualcuno morirà. Curiosità: La trama presenta alcune affinità con il romanzo Corpi al sole con protagonista Hercule Poirot. Frase memorabile: Ricordo la signora Green, seppellì cinque figli e ognuno di loro era assicurato. È naturale che nascano dei sospetti.

Miss Marple e i tredici problemiMovente contro occasione (Motive v Opportunity)
Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Sedute spiritiche a scopo di truffa. Sparizione di un testamento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: A raccontare è il signor Petherick. La sua vicenda riguarda un suo ex cliente a cui è morta la nipotina alla tenera età di undici anni. In seguito l’anziano ha preso con sé i figli del fratello per i quali, però, non nutre lo stesso profondo affetto. Durante un soggiorno alle terme, l’uomo conosce una sedicente medium che non esita a trasferirsi in casa sua asserendo di riuscire a stabilire un contatto con la defunta nipote. Frase memorabile: È un tranello, signor Petherick, proprio da avvocato!

L’impronta del pollice di San Pietro (The Thumb Mark of St Peter) Protagonisti: Miss Marple, Raymond West, Joyce Lemprière, Sir Henry Clithering, il dottor Pender, il signor Petherick. Tipo di crimine: Presunto omicidio per avvelenamento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Miss Marple racconta al club del martedì la storia di sua nipote Mabel sospettata, dopo la morte del marito, di averlo avvelenato con dei funghi. Nella vicenda è coinvolta una pila di carpe. Frase memorabile: In un paesino come questo, la vita privata di ognuno è più o meno di pubblico dominio.

Miss Marple e i tredici problemiIl geranio azzurro (The Blue Geranium)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Avvelenamento da cianuro. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Il colonnello Arthur Bantry narra la storia di un suo amico la cui moglie, invalida e capricciosa, credendo alle previsioni di morte di una chiromante, inizia a essere perseguitata da un geranio azzurro che si palesa nella tappezzeria della sua stanza. Frase memorabile: Se io volessi uccidere qualcuno, non mi fiderei soltanto della paura.

La dama di compagnia (The Companion)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Morte per annegamento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Il dottor Lloyd narra di un’esperienza da lui vissuta a Las Palmas, alle Canarie, quando gli capitò di assistere alla morte per annegamento di una dama di compagnia di una ricca signora inglese. Frase memorabile: La natura umana è quasi sempre la medesima, sia in un villaggio che in un qualsiasi altro luogo, ma in un villaggio ci sono più possibilità e c’è più tempo di vedere le cose da vicino.

Miss Marple e i tredici problemiI quattro indiziati (The Four Suspects)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Caduta dalle scale. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Sir Henry Clithering racconta la storia di un funzionario del Servizio Segreto, morto in seguito a una caduta dalle scale apparentemente accidentale, e dell’impossibilità di individuare tra i quattro indiziati il vero responsabile. Frase memorabile: La più gentile delle fanciulle può compiere misfatti inenarrabili.

Una tragedia natalizia (A Christmas Tragedy)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Omicidio con una calza piena di sabbia. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Miss Marple racconta di come è riuscita a far condannare un uomo che da tempo progettava l’omicidio dell’ingenua moglie. Frase memorabile: L’Hotel Hydro… un luogo infernale! Ti costringono ad alzarti presto e a bere acqua puzzolente, con un mucchio di vecchie befane sedute intorno.

Miss Marple e i tredici problemiL’erba della morte (The Herb of Death)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Morte per avvelenamento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Dolly Bantry, appassionata di giardinaggio, racconta agli ospiti di come una sera, nel corso di una cena, una giovane morì dopo aver mangiato anatra arrosto farcita, inavvertitamente, con foglie di digitale scambiate per salvia. Frase memorabile: I vegetariani dicono “Io non mangio mai carne” in un modo che vi fa andare la bistecca di traverso.

Un incidente al bungalow (The Affair at the Bungalow)
Protagonisti: Miss Marple, il colonnello Bantry, Dolly Bantry, Sir Henry Clithering, il dottor Lloyd, Jane Helier. Tipo di crimine: Furto di identità e di gioielli. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Jane Helier narra una disavventura di cui è stata suo malgrado protagonista mentre si trovava impegnata in una tournée teatrale: un commediografo è finito invischiato in un furto dopo aver incontrato una donna che si spacciava per lei. Frase memorabile: Gli pseudonimi sono completamente gratis. Descrivete l’inquilino e gli darò un nome. Riferimenti: Riferimento alla pièce Smith di W. Somerset Maugham.

Morte per annegamento (Death by Drowning)
Protagonisti: Miss Marple, Sir Henry Clithering, il colonnello Bantry, Rose Emmott, Ispettore Drewitt. Tipo di crimine: Uccisione per annegamento. Narratore: Onnisciente in terza persona. Trama: Sir Henry Clithering, di nuovo ospite del colonnello Bantry e della moglie, viene contattato da Miss Marple che lo prega di dimostrare quanto da lei sospettato riguardo alla morte per annegamento di Rose Emmott. Miss Marple, infatti, teme che un innocente possa venire ingiustamente condannato e quindi chiede a Sir Henry di dimostrare i fatti che lei non può provare. Frase memorabile: Il marito non fa che criticare il governo e la moglie non parla che di bulbi.

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Something’s Afoot: la parodia musicale di Dieci piccoli indiani

Something's Afoot (locandina)Il presente articolo è tratto dal volume Blood on the Stage, 1950-1975: Milestone Plays of Crime, Mystery, and Detection, Scarecrow Press, 2011, pp. 576-578. L’autore è Amnon Kabatchnik. La traduzione è mia.

Something’s Afoot, parodia musicale in stile giallo, trae ispirazione dai Dieci piccoli indiani di Agatha Christie per gli imbrogli della sua trama e le frecciatine farsesche.

Siamo nella tarda primavera del 1935. La storia si svolge nella tenuta di campagna di Lord Dudley Rancour, situata in un’isola al centro di un lago, in una zona imprecisata dell’Inghilterra. L’ingresso della dimora è peculiare, con molte porte che consentono entrate e uscite repentine. Sette ospiti sono stati invitati per trascorrere un weekend in allegria, e tutti insieme costituiscono un variegato gruppo di personaggi: Hope Langdon, l’ingenua; Geoffrey, il giovanotto; il Dottor Grayburn, medico di famiglia; Nigel Rancour, il nipote pecora nera; Lady Grace Manley-Prowe, la gran signora; il Colonnello Gilleweather, ex militare; Miss Tweed, un’anziana detective dilettante. La servitù è formata da Lettie, la cameriera impertinente; Flint, il burbero custode e Clive, lo scontroso maggiordomo. L’ospite, proprio come U.N. Owen in Dieci piccoli indiani, non si presenta.

Gli invitati, uno dopo l’altro, arrivano, cantilenando la speranza di trascorrere un “meraviglioso, corroborante, stupendo, stimolante… totalmente esasperante weekend!”. Il maggiordomo Clive annuncia che si sta avvicinando una brutta tempesta di fulmini e che l’innalzamento del livello delle acque del lago rende impossibile l’accesso al ponte per raggiungere la terraferma.

Il gradino della scala sul quale si trova Clive esplode, uccidendolo. Le signore, ovviamente, svengono. Dopo essersi riprese si uniscono agli uomini per cantare tutti insieme: “Sta per succedere qualcosa… Qualcosa di molto spaventoso… E il colpevole non è il maggiordomo!”.

Accompagnato dal frastuono della tempesta e dei fulmini, il gruppo di isolati, che si scoprono essere in un modo o nell’altro intimamente legati tra loro, si riduce progressivamente di numero grazie a meccanismi diabolicamente architettati: il Dottor Grayburn finisce asfissiato dal gas rilasciato dalla cornetta del telefono; Lady Manley-Prowe cade fulminata dopo aver toccato l’interruttore della luce; il nipote Nigel viene colpito alla testa e steso da un’applique collocata sul palo delle scale; il dardo avvelenato di una cerbottana colpisce il collo del Colonnello Gilleweather; Lettie, la cameriera, è risucchiata all’interno di un antico vaso Ming di un metro e mezzo e divorata da un serpente; Flint, il custode, salta in aria in cucina mentre accende la pipa.

Something's Afoot (una scena)

La Signorina Tweed sussurra a Geoffrey e a Hope di aver scoperto l’identità del killer. Come lei stessa dichiara, le sue doti deduttive sono dovute alla lettura dei libri gialli di Agatha Christie, Sir Arthur Conan Doyle, Mary Roberts Rinehart, Wilkie Collins ed Erle Stanley Gardner. E soprattutto al Mastino dei Baskerville, al Dottor Watson, a Roger Ackroyd, al Tredicesimo invitato, ai romanzi Seven Keys to Baldpate e Morte sul castello di poppa, al dramma teatrale The Bat, e al Riccardo II e III di William Shakespeare. Ma mentre la Signorina Tweed annuncia trionfalmente: “L’assassino è…”, un arpone serra rapidamente la sua sciarpa finché non resta strangolata.

Gli unici due sopravvissuti ora sospettano l’uno dell’altra. Tuttavia, una registrazione del grammofono rivela che l’ospite, Dudley Rancour, ha manipolato i dispositivi letali per svariate ragioni di vendetta e poi si è tolto la vita. Hope e Geoffrey brindano: “Il nuovo giorno che aspettavamo”. Mentre la luce del sole invade la stanza e si sentono gli uccellini cinguettare, i due giovani amanti soccombono a causa di un narcotico nel vino. E non ne rimase più nessuno.

Something’s Afoot iniziò il suo percorso verso Broadway all’Alliance Theatre di Atlanta, Georgia (1972); si fece le ossa alla Goodspeed Opera House, East Haddam, Connecticut (1973); si scaldò un po’ all’American Theatre, Washington D.C. (1973); prese forma grazie all’American Conservatory Theatre, San Francisco (1974) e fu presentata all’Huntington Hartford Theatre di Los Angeles (1975). Diretta e coreografata da Tony Tanner, con scenografie di Richard Seger, il pastiche fu allestito al Lyceum Theatre il 27 maggio del 1976. Una nota sul programma riportava questa richiesta: “Per il divertimento dei futuri spettatori, vi saremmo grati se evitaste di rivelare il finale della pièce”.

La critica rispettò la nota ma si divise in due nette fazioni nel giudizio sullo spettacolo. Clive Barnes dichiarò che la musica era pessima e le parole maldestre: “leziosaggini stiracchiate al punto da risultare tanto fastidiose quasi quanto ridicole”. Christopher Sharp, invece, affermò che lo spettacolo funzionava così bene grazie alla miscela di parole e musica di Robert Gerlach e David Vos. Douglas Watt definì Something’s Afoot “un musical campy giallo il cui scenario esplosivo mette in ombra libri, canzoni e attori”, ma Martin Gottfried trovò lo spettacolo “divertente e avvincente, corroborante nell’originalità dell’idea e la modestia della durata”. T. E. Kalen si complimentò con Tessie O’Shea per la sua interpretazione di Miss Tweed paragonandola a una Margaret Rutherford tornata meravigliosamente in vita. Tuttavia, il critico televisivo Leonard Probst schernì l’attrice britannica per il suo “agitarsi, scuotersi e farsi pure i complimenti”.

Something’s Afoot andò in scena a New York per sessantuno sere e poi fu allestita all’Ambassadors Theatre di Londra dove raggiunse le duecentotrentadue repliche.

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Partners in Crime: Agatha Christie Vs. Sir Arthur Conan Doyle

Lo studioso H.R.F. Keating, curatore del volume First Lady of Crime, nel primo paragrafo dell’introduzione afferma quanto segue: “Agatha Christie era un fenomeno. Prese una forma abbastanza semplice di intrattenimento, che all’epoca godeva di una discreta popolarità, e sfruttandola si costruì un nome conosciuto dalla Cina (dove le facevano la morale in modo alquanto puritano) al Nicaragua (dove misero il volto di Poirot su un francobollo), vendendo, nel far questo, più libri di quanti chiunque sia in grado di contare, venendo tradotta in almeno centotré lingue (quattordici in più rispetto alle traduzioni delle opere di Shakespeare), componendo una pièce replicata sui palcoscenici di Londra più a lungo di qualsiasi altra opera drammaturgica, diventando (grossolanamente parlando per un istante) la più ricca scrittrice che la Gran Bretagna abbia mai avuto, passando agilmente da una generazione all’altra e infine portando alla sua arte, nel 1971 quando fu nominata Dama dell’Impero Britannico, lo stesso rispetto che Sir Henry Irving, nominato cavaliere, portò a quei mascalzoni di attori. Era senza dubbio la First Lady del crimine”.

Come ci è riuscita? Agatha Christie non era una scrittrice eccezionale. Le sue trame, malgrado l’incredibile ingegnosità, erano notevolmente improbabili (tutti quei sospettati e vittime radunati in un contesto arbitrario). Non vi era nulla di esotico o romantico nelle sue ambientazioni: si atteneva alle accoglienti case di campagna inglesi medio borghesi e ai villaggi in cui lei stessa aveva vissuto buona parte della sua vita. Il detective eroe dei suoi romanzi, il belga Hercule Poirot, era una figura di cartapesta che, come qualcuno ha sottolineato, utilizzava il francese solo per alcune frasi semplici e l’inglese per i ragionamenti più complessi (sono disposto ad ammettere che Miss Marple era una creazione più interessante e originale).

La risposta, come specificato nei contributi dei numerosi autori di questo libro, risiede nel fatto che il tipo di detective fiction che Agatha Christie padroneggiava con immenso talento e successo non si può realmente definire una branca letteraria ma piuttosto una forma di puzzle – più simile alle parole crociate e ai giochi a incastro – . Le persone li apprezzano per la loro ingegnosità e gli indizi accuratamente nascosti alla pari di un cruciverba diabolico ma ingegnoso, e non sono minimamente deluse dalla mancanza di credibilità o competenza letteraria. Come creatrice di puzzle, Agatha Christie aveva pochi rivali, anche se alcuni lettori lamentavano il suo giocare non sempre pulito.

Hercule Poirot (francobollo del Nicaragua)

Hercule Poirot (francobollo del Nicaragua)

Personalmente, non do molta importanza ai puzzle e il genere di detective fiction di cui si occupava Agatha Christie non è di mio gusto. Sono ben disposto a sospendere la mia incredulità e ad accettare l’improbabile ma solo se l’autore mi offre qualcosa in cambio – personaggi intensi, descrizioni intelligenti, dialoghi arguti e avvincenti. In modi diversi, Georges Simenon e Raymond Chandler hanno dimostrato che la detective story può essere convertita in letteratura. Agatha Christie non ci ha nemmeno provato.

È interessante confrontare Agatha Christie con Sir Arthur Conan Doyle, che invece è oggetto della nuova biografia di Ronald Pearsall A Biographical Solution. Le storie di Sherlock Holmes sono anche meno realistiche di quelle di Agatha Christie. Alcune sono addirittura del tutto assurde. Tuttavia, Sherlock Holmes è un personaggio molto più interessante di Poirot o Miss Marple. È pieno di vita fin dalla sua prima apparizione e risulta convincente nella sua profonda intelligenza e singolarità.

Anche Sir Arthur Conan Doyle non può definirsi un maestro della letteratura, però scriveva meglio di Agatha Christie. Quando quest’ultima descriveva una casa in Addio, Miss Marple il risultato era il seguente: “Anstell Manor era una costruzione bianca, e il suo sfondo un paesaggio desolato di colline brulle. Attraverso i fitti cespugli, si snodava un viale tortuoso”. È soddisfacente, ma monotono. Sir Arthur Conan Doyle, per descrivere il numero 3 di Lauriston Gardens in Uno studio in rosso, utilizzava invece queste parole: “Il n. 3 di Lauriston Gardens aveva un aspetto di malaugurio. Faceva parte di un gruppo di quattro stabili alquanto arretrati rispetto alla via. Due erano abitati e due non lo erano. Questi ultimi guardavano con tre file di finestre smantellate e melanconiche verso Lauriston Gardens. Qua e là, in quegli occhi rettangolari e appannati, spiccava, come una cataratta il cartello “Affittasi””. Questo è eccellente. Come giustamente sottolinea Ronald Pearsall, molto spesso Conan Doyle fornisce ottime descrizioni di Londra.

Conan Doyle (A Biographical Solution)

Conan Doyle (A Biographical Solution)

Sia Agatha Christie che Sir Arthur Conan Doyle ebbero problemi con i loro personaggi e nessuno dei due si dimostrò costante. Agatha Christie si stufò ben presto di Poirot – a cui preferiva Miss Marple – ma fu costretta a portarlo avanti fino al 1974 per soddisfare le richieste dei suoi lettori ed editori. Secondo Keating, in un divertente saggio sul detective belga, siccome l’investigatore risultava essersi ritirato dalla polizia nel 1904, nel 1974 doveva avere almeno centotrent’anni. Conan Doyle, che ci teneva ad avere fama di scrittore impegnato, uccise avventatamente Sherlock Holmes nel 1893 per poi farlo risorgere – in modo poco convincente – nel 1904, quando gli furono offerti cinquemila dollari da un editore americano. Sia Poirot che Sherlock Holmes condividevano tuttavia due caratteristiche che esigono il nostro rispetto in questi giorni di decadenza: credevano con convinzione nel potere della ragione ed erano fermamente e categoricamente contrari al delitto. “Ho una reazione molto borghese davanti al delitto”, afferma Poirot in Carte in tavola, “lo disapprovo”.

(Articolo tratto dal quotidiano australiano The Sydney Morning Herald, 25 giugno 1977. L’autore è John Douglas Pringle. La traduzione è mia)

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Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)

Sintesi: La giovane Gwenda Reed, durante una rappresentazione de La duchessa di Amalfi di John Webster, lancia un urlo al sentire la battuta di Ferdinando: “Cover her face; mine eyes dazzle: she died young” (Copritele il volto; mi abbaglia: è morta giovane) perché le ricorda un omicidio avvenuto anni prima che, a quanto pare, aveva rimosso dalla mente e che sembra coinvolgere una donna di nome Helen. Miss Marple cerca di aiutarla a ritrovare la memoria su quell’evento probabilmente accaduto quando era molto piccola.

Curiosità:
1) Il romanzo fu verosimilmente composto intorno agli anni Quaranta, assieme a Sipario: L’ultima avventura di Poirot. Agatha Christie, infatti, nell’autobiografia La mia vita parla di due libri che ha composto nell’eventualità di restare uccisa durante le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, con protagonista Poirot, era destinato alla figlia Rosalind, mentre il secondo, con Miss Marple, era per il marito Max Mallowan. I due libri furono chiusi in una cassetta di sicurezza bancaria con regolare atto di donazione (Cfr. Agatha Christie, La mia vita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1978, p. 598.)
2) L’opera fu pubblicata postuma e, nel corso della sua vita, l’autrice ne cambiò spesso il titolo. Da Murder in Retrospect, che rimase come titolo di uno dei capitoli, passò a Cover Her Face, dal verso tratto dalla Duchessa di Amalfi. Tuttavia, in seguito alla pubblicazione, nel 1962, del romanzo Copritele il volto di P. D. James, decise di modificare nuovamente il titolo optando per Sleeping Murder, in quanto variante del proverbio let sleeping dogs lie (non svegliare il can che dorme) che nella sua versione diventava let sleeping murder lie (lascia che il delitto sepolto resti tale).
3) Il titolo italiano è fuorviante, perché Miss Marple non muore e l’indagine di cui si occupa non è nemmeno l’ultima.

Riferimenti intertestuali:

Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)1) Riferimento a Fëdor Dostoevskij (1821-1881):
“I russi!”, esclamò il colonnello Bantry, con disprezzo. Una volta, mentre si trovava in una clinica, gli avevano dato da leggere un romanzo di Dostoevskij. Non era mai riuscito a finirlo.
(p. 46, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

2) Riferimento a Edgar Allan Poe (1809-1849) e in particolare al suo racconto I delitti della Rue Morgue:
“Non ricordo di averlo visto. Doveva essere più indietro. Ecco, forse lì. Riuscivo a vedere soltanto le sue zampe”.
“Zampe?”, ripeté Giles, aggrottando le sopracciglia.
“Erano zampe grigie… rosa grigie, non mani”.
“Gwenda, questo non è uno degli Assassinii della Rue Morgue. Gli uomini non hanno zampe”.
(p. 49, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

3) Riferimento all’Otello di William Shakespeare:
“D’altra parte, se tuo padre fosse stato un assassino emotivo, terribilmente innamorato di sua moglie, e l’avesse strangolata spinto da una cieca gelosia, tipo Otello… e questo quadrerebbe con le parole che hai sentito tu… non avrebbe riempito una valigia […]”.
(p. 78, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

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La morte nel villaggio (The Murder at the Vicarage)

Sintesi: Il parroco di St. Mary Mead, Leonard Clement, racconta al lettore la sua vita nel villaggio, il suo rapporto con la moglie Griselda, di vent’anni più giovane, e l’omicidio di cui si rende testimone: quello dell’odiato colonnello Lucius Protheroe il cui cadavere viene da lui stesso rinvenuto nel suo studio. Grazie all’aiuto dell’arzilla Miss Marple, che tutti gli abitanti del villaggio considerano una vecchietta incartapecorita con scarsa conoscenza del mondo e della natura umana, la verità verrà scoperta.

The Murder at the VicarageCuriosità:
1)
Il personaggio di Leonard Clement è presente anche nel romanzo C’è un cadavere in biblioteca ma, in quel caso, non è più il narratore della storia.
2) Il libro è dedicato alla figlia Rosalind che all’epoca era ancora una ragazzina.
3) Nel 1949 ne fu tratta una pièce in due atti, per l’adattamento di Barbara Toy e Moie Charles, interamente ambientata nello studio di Leonard Clement e con un finale diverso dal romanzo anche se il colpevole resta il medesimo. L’ambientazione non è più negli anni Trenta ma negli anni Quaranta.
4) È uno di quei romanzi di cui Agatha Christie non ricorda i dettagli di realizzazione:

La morte nel villaggio fu pubblicato nel 1930, ma della sua stesura non ricordo assolutamente niente, né dove, come, quando o perché io sia arrivata a scriverlo. Non ricordo nemmeno chi mi abbia suggerito di affidare il ruolo dell’investigatore all’inconsueta figura di Miss Marple. Allora non sapevo che anche lei, come Poirot, mi sarebbe rimasta appiccicata per tutta la vita.
(Agatha Christie, La mia vita, traduzione di Maria Giulia Castagnone per Mondadori, p. 508)

Il testo suscita un certo interesse dal punto di vista narrativo. Come afferma la studiosa Kathy Mezei in Spinsters, Surveillance, and Speech: The Case of Miss Marple, Miss Mole, and Miss Jekyll, pubblicato in Journal of Modern Literature, Vol. 30, No. 2 (Winter, 2007), pp. 103-120, ancora una volta, esattamente come accadde in L’assassinio di Roger Ackroyd, Agatha Christie gioca con i lettori e cerca di sviare la loro attenzione dall’elemento veramente importante.
La scelta di affidare la narrazione a Leonard Clement, anziché a Miss Marple stessa, fa sì che il lettore venga indotto a credere che la visione del parrocco sia più affidabile di quella della vecchina, mentre in realtà è esattamente il contrario. Inoltre, i numerosi appellattivi, ben poco lusinghieri, riferiti a Miss Marple – “vecchia strega”, “vecchia zitella”, “vecchio rudere” – contribuiscono a insinuare nella mente del lettore l’idea di trovarsi di fronte alla classica donna in età avanzata, pettegola e impicciona, destinata a veder smentite tutte le sue teorie.
L’ambientazione della storia permette inoltre di immergersi in un’atmosfera in cui tutti spiano tutti e finiscono per esprimere giudizi sugli altri basandosi esclusivamente sulle apparenze e sui pettegolezzi. Anche Miss Marple ammette candidamente di impicciarsi degli affari altrui mentre si occupa del giardino:

“Vivendo così soli, in una parte del mondo quasi remota, è necessario avere un passatempo. Ci si può occupare naturalmente dei lavori a maglia, delle ragazze esploratrici, delle opere di assistenza, come ci si può divertire a dipingere dei bozzetti, ma il mio passatempo è sempre stato la Natura Umana. Così varia e così… affascinante! E naturalmente in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni, non manca il modo di approfondire questo studio. Si finisce per classificare le persone proprio come se fossero uccelli, fiori: gruppo così e così, genere tale, specie talaltra. Qualche volta capita, naturalmente, di sbagliare, ma col passare del tempo gli errori sono sempre meno frequenti”.
(La morte nel villaggio, traduzione di Giuseppina Taddei per Mondarori, 1934, p. 249)

Riferimenti intertestuali:

The Murder at the Vicarage1) Riferimento allo scrittore inglese G.K. Chesterton (1874-1936) e allo stile dei suoi romanzi:
“Però non ho verificato la mia ipotesi”, proseguì Lawrence, “perché mi è venuto in mente di andare prima da Miss Marple ad assicurarmi che nessuno era passato dal viottolo ieri sera, mentre noi eravamo nello studio”.
Scossi la testa.
“Ha già affermato che non è passato nessuno”.
“Nessuno che lei chiami qualcuno. Sembra un gioco di parole, ma lei capisce quello che voglio dire. Potrebbe aver visto passare, che so, il portalettere, il lattaio, il ragazzo del macellaio… qualcuno la cui presenza fosse tanto naturale da non farle pensare che fosse necessario riferirla”.
“Lei ha letto G.K. Chesterton”, dissi io, e Lawrence non lo negò.
(La morte nel villaggio, traduzione di Giuseppina Taddei per Mondarori, 1934, p. 155)

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Assassinio allo specchio (The Mirror Crack’d from Side to Side)

Sintesi: A St Mary Mead, l’attrice Marina Gregg compra la residenza di Gossington Hall e vi si trasferisce con il marito. Durante una festa di beneficenza a favore dell’Ospedale St John, Heather Badcock, donna alquanto egocentrica, muore dopo aver sorbito un cocktail. La signora Dolly Bantry, cara amica di Jane Marple e vedova del Colonnello Bantry, discute della faccenda con lei e la vecchina decide così di intraprendere un’indagine in parallelo con quella dell’Ispettore Capo Craddock.

Curiosità:
1)
Il titolo originale è tratto da un verso del poemetto romantico di Lord Alfred Tennyson (1809-1892) The Lady of Shalott: The mirror crack’d from side to side; / “The curse is come upon me,” cried / The Lady of Shalott (Lo specchio si incrinò da parte a parte; / “Il fato ha già deciso la mia sorte”, / Di Shalott la Signora singhiozzò (traduzione di Lidia Ballanti per Mondadori, 1982)). Alla fine del romanzo, il personaggio di Miss Marple ne cita proprio il verso finale: But Lancelot mused a little space; / He said, “She has a lovely face; / God in his mercy lend her grace. / The Lady of Shalott. (Ser Lancillotto la rimira e tace, / E meditabondo pensa: È bella ancora / Che accolga Iddio di Shalott la Signora / Le sue colpe perdoni e le dia pace)
2) Il romanzo è dedicato all’attrice Margaret Rutherford per la quale Agatha Christie nutriva grande ammirazione benché non la trovasse molto adatta per il ruolo di Miss Marple. Allo stesso modo, Margaret Rutherford non si sentiva affatto a suo agio nei panni di un’investigatrice dilettante. I film che la videro protagonista sono quelli che più si allontanano dai romanzi originali della Christie.
3) La storia dell’attrice Marina Gregg, protagonista del romanzo, riprende la storia vera di Gene Tierney (1920-1991), la cui figlia Daria nacque con un grave ritardo mentale e con pesanti disabilità fisiche a causa della rosolia contratta dalla madre in gravidanza e trasmessale da una fan che non aveva rispettato la quarantena durante la malattia. L’episodio è narrato nei dettagli nell’autobiografia dell’attrice, Self-Portrait, pubblicata nel 1979.

Assassinio allo specchioRiferimenti intertestuali:
1) Riferimento al romanzo, avente sempre per protagonista Miss Marple, C’è un cadavere in biblioteca (1942):
Miss Marple spiegò modestamente che si era occupata di cose del genere una volta o due.
“Ho sentito dire che ci sono stati dei delitti proprio qui, in questo villaggio. Ne parlavamo l’altra sera al Bingo Club. Uno fu commesso a Gossington Hall. Io non comprerei mai una casa in cui è stato commesso un assassinio. Sono certa che sarebbe abitata dagli spettri”.
“Il delitto non fu commesso a Gossington Hall. Vi fu soltanto portato un cadavere”.
(pag. 19, traduzione di Lidia Ballanti per Mondadori, 1982)

2) Riferimento al personaggio di Sherlock Holmes, ideato da Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) e molto apprezzato da Agatha Christie:
Il dottor Haydock si alzò. “Ora devo andare. Quello che ci vorrebbe per lei, adesso, è un bel delitto, con tante complicazioni e misteri da risolvere”.
“Questa è un’offesa!”.
“Davvero? Eppure l’ho sempre considerata alla stregua di Sherlock Holmes. Forse è un po’ superato al giorno d’oggi. Ma non sarà mai dimenticato”.
(pag. 28, traduzione di Lidia Ballanti per Mondadori, 1982)

3) Riferimento alla raccolta di racconti Miss Marple e i tredici problemi (1932) in cui Miss Marple conosce Sir Henry Clithering:
“Dev’essere una di queste persone”, sentenziò. “Mio nonno, Sir Henry Clithering, mi disse che una volta, qui, avevate un circolo. Lo chiamavate il “Circolo del martedì sera”. Pranzavate insieme, a turno, a casa dei vari membri e poi qualcuno raccontava una storia di vita vissuta che terminava con un mistero. Solo la persona che l’aveva raccontata sapeva l’esatta soluzione e ogni volta, così mi disse mio nonno, lei indovinava. Perciò ho pensato di venire qui, stamattina, per vedere se riusciva a darmi una mano a indovinare”.
(pag. 119, traduzione di Lidia Ballanti per Mondadori, 1982)

Assassinio allo specchio4) Riferimento al pittore italiano Jacopo Bellini e a una delle Madonne con bambino da lui dipinte:
Osservò il manto azzurro della Madonna, una Madonna che sorrideva felice al Bambino che teneva sollevato tra le braccia. “La Madonna sorridente di Jacopo Bellini. È un’immagine sacra, ma è anche l’immagine di una madre felice con il suo bambino. Non è così, Signor Rudd?”.
(pag. 223, traduzione di Lidia Ballanti per Mondadori, 1982)

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C’è un cadavere in biblioteca (The Body in the Library)

Sintesi: Il colonnello Bantry e sua moglie Dolly, residenti a Gossington Hall, nel villaggio di St. Mary Mead, una mattina vengono informati dalla domestica che c’è un cadavere nella loro biblioteca. Inizialmente increduli, scoprono che in effetti, proprio in quella stanza, giace il corpo di una giovane bionda, che nessuno conosce, morta strangolata. La moglie del colonnello non esita a informare subito Miss Marple che si metterà all’opera per scoprire come sono andate le cose.

C'è un cadavere in bibliotecaCuriosità:
1)
Agatha Christie riteneva che il cliché più classico della detective story fosse proprio quello del cadavere in biblioteca. Lo credeva a tal punto che, nelle prime pagine del romanzo, inserisce un dialogo metaletterario incentrato su questo: “Ma davvero, Dolly, stavi sognando, ecco tutto. È per via di quel giallo che stavi leggendo… The Clue of the Broken Match… Lord Edgbaston trova una splendida bionda morta sul tappeto della biblioteca. Nei libri, i cadaveri si rinvengono sempre nelle biblioteche. Nella vita di tutti i giorni non mi risulta che sia mai successo” (C’è un cadavere in biblioteca, traduzione di Alberto Tedeschi, Mondadori Editore, 1948, p. 9).

2) In alcuni suoi romanzi, Agatha Christie era solita inserire elenchi di autori, od opere letterarie, di origine fittizia. Sir Arthur Conan Doyle è uno dei pochi autori il cui nome, grazie all’ammirazione nutrita dall’autrice per il suo Sherlock Holmes, è tratto dalla vita reale. In C’è un cadavere in biblioteca, Agatha Christie non solo cita gli autori che hanno maggiormente influenzato la letteratura gialla inglese, ma nomina anche se stessa: “Vi piacciono i racconti polizieschi? A me sì. Li leggo tutti e mi sono fatto fare l’autografo da Dorothy Sayers, Agatha Christie, John Dickson Carr e H. C. Bailey” (C’è un cadavere in biblioteca, traduzione di Alberto Tedeschi, Mondadori Editore, 1948, p. 66).

3) Nel romanzo Carte in tavola, pubblicato nel 1936 e avente per protagonista Hercule Poirot, il personaggio di Anne Meredith dichiara di conoscere Ariadne Oliver, amica di Poirot e personificazione di Agatha Christie, in quanto autrice del romanzo The Body in the Library.

Il frammento qui di seguito riportato è tratto dal saggio breve Gender and Detective Literature: The Role of Miss Marple in Agatha Christie’s The Body in the Library, di Berna Köseoğlu, pubblicato sull’International Journal of Applied Linguistics & English Literature, Australian International Academic Centre, Australia, Vol. 4 No. 3; May 2015, pp. 132-133. La traduzione è mia.

Agatha Christie: An English MisteryNel romanzo C’è un cadavere in biblioteca, Miss Marple, nel suo essere una donna anziana, risolve il mistero e individua i colpevoli avvalendosi di stratagemmi che differiscono molto da quelli classici dei detective uomini. Il personaggio, infatti, dà la priorità alle banalità della vita quotidiana nel villaggio, e ai dettagli che determinano l’apparenza fisica delle persone focalizzandosi sulle caratteristiche dominanti della natura umana; inoltre, Miss Marple è molto brava nello scoprire il mondo nascosto di uomini e donne grazie al suo notevole spirito di osservazione, alla capacità investigativa e all’occhio attento del detective privato, il che le permette di distinguere i colpevoli dagli innocenti. Come sottolineano le studiose Marion Shaw e Sabine Vanacker nell’opera del 1991 Reflecting on Miss Marple: “I romanzi di Miss Marple suggeriscono che esiste una logica strutturata che ruota attorno a quelle minuzie della vita che, inesorabilmente, vanno a scavare nelle profondità della società e della psiche umana. Queste minuzie indicano che le donne – in particolare le donne anziane in quanto abituate alle banalità – sono dotate di capacità logiche che le rendono arbitri di giustizia ideali”.
A questo proposito, il modo in cui la protagonista analizza le caratteristiche principali e gli aspetti banali della società in cui vive, e gli importanti indizi di psicologia umana, le consente di eliminare il caos sociale, ripristinare l’ordine e svelare il mistero dietro ai fatti delittuosi. È bene sottolineare come il suo appartenere alla società descritta da Agatha Christie nei suoi romanzi sia di fondamentale importanza e rafforzi le sue capacità di individuare i colpevoli. Infatti, poiché Miss Marple vive in un villaggio, e quindi conosce bene il contesto in cui avviene il delitto, è in grado di cogliere il mondo interiore delle persone comuni, il loro stile di vita e i tratti caratteristici. Inoltre, va detto che: “Agatha Christie voleva condurre una vita normale. […] La apprezzava molto ed era fondamentale per la sua attività letteraria; era, in un certo senso, la sua droga […]” (Laura Thompson, Agatha Christie: An English Mistery, Headline, London 2007), ragion per cui, Miss Marple, la sua investigatrice amatoriale, riesce a intuire la realtà che si nasconde dietro ai delitti concentrandosi sugli atteggiamenti, sulla gestualità e le espressioni facciali delle persone all’interno della società.

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Il terrore viene per posta (The Moving Finger)

Sintesi: Jerry Burton, ex pilota, dopo essere rimasto gravemente ferito in un brutto incidente aereo, si trasferisce, per trascorrere una serena convalescenza, nel villaggio di Lymstock assieme alla sorella. Dopo qualche tempo, inizia a ricevere, come gli altri abitanti del villaggio, alcune lettere anonime contenenti pesanti insinuazioni sul suo conto e composte in modo sgrammaticato. In seguito, la moglie dell’avvocato Symmington viene trovata morta, presumibilmente suicida, e anche la cameriera, Agnes, fa la stessa fine. Scotland Yard invia l’ispettore Nash a fare chiarezza, ma il caso si risolverà solo grazie all’intervento di Miss Marple, ospite della famiglia Calthrop.

Curiosità: Il ruolo di Miss Marple, pur essendo fondamentale per individuare il responsabile dei delitti, è piuttosto marginale. Infatti, entra in scena solo a pag. 139 (su un totale di 197 pagine).
Il titolo originale è tratto da uno dei versi del Rubáiyát of Omar Khayyám tradotto nel 1859 dal poeta Edward FitzGerald (1809-1883): The Moving Finger writes: and, having writ, Moves on: nor all thy Piety nor Wit Shall lure it back to cancel half a Line, Nor all thy Tears wash out a Word of it. (Il dito in movimento scrive; e avendo scritto avanza; né tutta la tua pietà o arguzia lo indurranno a cancellare mezza riga, né tutte le tue lacrime laveranno via una sola parola).

Il terrore viene per postaRiferimenti intertestuali:
1) Riferimento a Elena di Troia, Cleopatra e Afrodite:
La magia s’infranse di colpo, al suono di quella voce piatta, decisamente umana. […] Mi venne spontaneo pensare che cosa sarebbe accaduto se gli dei avessero dato a Elena di Troia quella stessa voce piatta e incolore. Com’era strano che una ragazza potesse turbare a tal punto un uomo finché teneva la bocca chiusa e poi, quando parlava, l’incantesimo potesse svanire di colpo. […]
Una volta mi era capitato esattamente il contrario. Avevo visto una donna bruttina e scialba, che nessun uomo si sarebbe voltato a guardare. A un tratto, aveva parlato, e improvvisamente era nato l’incanto, il fascino di una nuova Cleopatra, capace di ammaliare qualsiasi uomo. […]
“È una bella ragazza, ma mi sembra piuttosto insulsa”. “Lo so”, replicai. “È bella e gentile, ma niente di più. E pensare che in un primo momento l’avevo scambiata per Afrodite”.
(pag. 25, traduzione di Diana Fonticoli, Mondadori, 1952)

2) Riferimento al poema, in seguito musicato, di Jean Ingelow (1820-1897) Sailing Beyond Seas (La medesima strofa è citata anche da Rudyard Kipling nel suo racconto The Dog Hervey (1917)): Oh, maid most dear, I am not here, I have no place, no part, No dwelling more, by sea nor shore, But only in your heart.
Mia nonna, a cui ho voluto molto bene, un tempo mi cantava vecchie canzoni accompagnandosi con la chitarra. Una di queste canzoni, ricordo, terminava così: Oh, mia dolce bambina, or non son più a te vicina, su questa terra strana non ho una casa e nemmeno una tana, non ho più posto, amore, se non lì nel tuo cuore.
(pagg. 55-56, traduzione di Diana Fonticoli, Mondadori, 1952)

3) Riferimento al significato del termine inglese waddle (andatura a papera):
“Oh, le dica che è Agnes, se non le dispiace. Agnes Waddle”.
“Agnes Waddle?”, ripetei, per essere sicuro di aver capito bene il nome.
“Appunto”.
“Qui Paperino”, mi venne voglia di replicare, resistendo a stento alla tentazione.
(pagg. 72-73, traduzione di Diana Fonticoli, Mondadori, 1952)

Il terrore viene per posta4) Riferimento al Sonetto 75 di William Shakespeare: So are you to my thoughts as food to life Or as sweet-season’d showers are to the ground’…
La lettera diceva: Caro Jerry, stavo leggendo uno dei sonetti di Shakespeare che ho imparato a scuola, quello che inizia così: “Tu sei per i miei pensieri come il cibo per la vita o come per la terra le piogge della dolce stagione…” e allora ho capito che sono innamorata di te, mi sembra giusto che tu lo sappia.
(pag. 186, traduzione di Diana Fonticoli, Mondadori, 1952)

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