Passeggero per Francoforte (Passenger to Frankfurt)

Sintesi: Romanzo di spionaggio la cui trama è una via di mezzo tra Intrigo internazionale (1959) di Alfred Hitchcock e La cruna dell’ago (1978) di Ken Follett. Agatha Christie lo scrisse a ottant’anni dimostrando, così, che il talento letterario non ha età.
Il diplomatico Stafford Nye, di ritorno da un viaggio di lavoro, si imbatte, all’aeroporto di Francoforte, in Daphne Theodofanous che gli confessa di essere in pericolo di vita. Pur di aiutarla, il signor Stafford, andando contro l’umana logica, accetta di prestarle la sua cappa e il suo passaporto che le permetteranno di arrivare a Londra incolume. Tuttavia, il grande gesto di generosità sarà all’origine di una serie di guai a catena che vedranno il signor Stafford coinvolto in un intrigo riguardante Hitler e la sua possibile presunta morte. I tre libri in cui è suddiviso il romanzo consentono di seguire meglio la trama senza perdere il filo del discorso.
Curiosità: uno dei capitoli è intitolato Ritratto di signora in omaggio allo scrittore Henry James che, quando Agatha Christie era ancora bambina, frequentava spesso la casa della sua famiglia.

 

Passeggero per FrancoforteRiferimenti intertestuali:
1) Citazione del filosofo, militare e politico Jan Christiaan Smuts (1870-1950): Leadership, besides being a great creative force, can be diabolical:

Oltre che una grande forza creativa, la leadership può essere diabolica…
(pag. 7, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

2) Citazione dal Macbeth di Shakespeare, Atto quinto, Scena quinta:
…È un racconto da un idiota narrato, carico di suoni e furia, e non significa niente.
(pag. 12, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

3) Citazione del poeta inglese Sir Walter Alexander Raleigh (1861-1922) che, nel romanzo, viene erroneamente attribuita da un personaggio a Gilbert Keith Chesterton (1874-1936): I wish I loved the Human Race; I wish I loved its silly face; I wish I liked the way it walks; I wish I liked the way it talks; And when I’m introduced to one, I wish I thought “What Jolly Fun!”
“Vorrei poter amar l’umana razza, vorrei poter amar la sua stupida faccia”.
Chesterton, forse? Comunque, era azzeccata. Quando superavano un certo numero, gli esseri umani erano tutti così penosamente simili l’uno all’altro da risultare insopportabili.
(pag. 19, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

4) Riferimento alla tetralogia wagneriana L’Anello del Nibelungo:
Sir Stafford amava la musica wagneriana, ma il Siegfried non era certo l’opera che prediligeva, tra quelle che formavano l’Anello del Nibelungo. Le sue preferenze andavano al Rheingold e al Götterdämmerung. La musica del giovane Sigfrido, chissà perché, invece di appagarlo, l’aveva sempre irritato.
(pag. 64, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

Passeggero per Francoforte5) Riferimento al wagneriano Lohengrin:
Cominciò la seconda parte del concerto, con l’ouverture di Lohengrin. Alla fine del pezzo, la donna restituì il programma a Sir Stafford, mormorando qualche parola di ringraziamento.
(pag. 65, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

6) Riferimento al wagneriano Die Meistersinger (I maestri cantori di Norimberga):
Il programma terminò con la marcia da Die Meistersinger. Dopo un’ovazione entusiasta, il pubblico cominciò ad alzarsi. Sir Stafford aspettò, per vedere se la donna gli comunicava qualcosa, ma non avvenne niente.
(pag. 67, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

7) Riferimento al pittore scozzese Henry Raeburn (1756-1823), al pittore inglese Thomas Lawrence (1769-1830), al pittore inglese Thomas Gainsborough (1727-1788), al pittore fiammingo Peter Lely (1618-1680), al pittore fiammingo Antoon Van Dyck (1599-1641) e al pittore inglese William Turner (1775-1851):
L’arte vittoriana era rappresentata in numerosi esempi e affollava molte pareti, ma c’erano anche altri artisti di periodi precedenti. Sì, nel castello facevano bella mostra alcuni quadri veramente pregevoli. Un Raeburn, due Lawrence, un Gainsborough, un Lely e due Van Dyck. Un paio di Turner, anche. Alcuni erano stati venduti per sopperire alle spese della famiglia. Ora, quando gli capitava di andare al castello, Sir Stafford si divertiva a girellare per le sale e ad ammirare i quadri.
(pag. 69, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

8) Riferimento a William Shakespeare e ai gemelli protagonisti di La dodicesima notte:
“Chi stai guardando? Pamela?”
“Sì. L’altro giorno pensavo a lei”.
“È sorprendente quanto vi assomigliavate. E sì che non eravate neanche gemelli. Va bene che a quanto dicono i gemelli di sesso diverso non sono mai molto simili”.
“Allora Shakespeare ha commesso un errore, con Viola e Sebastian”.
“Be’, i fratelli e le sorelle si assomigliano sempre, no? Tu e Pamela vi siete sempre assomigliati… fisicamente, intendo”.
(pag. 73, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

Passeggero per Francoforte9) Riferimento al romanzo Il prigioniero di Zenda, dello scrittore inglese Anthony Hope (1863-1933), e alla musica dei Beatles:
“A proposito, Staffy, hai mai letto Il prigioniero di Zenda?”.
Il prigioniero di Zenda? Non mi giunge nuovo”.
“Per forza non ti giunge nuovo. È un romanzo”.
“Sì, sì. L’avevo capito che è un romanzo”.
“Probabilmente non l’hai letto, però. È superato, per te. Ma quando ero giovane io… Be’, è stato il primo romanzo che abbiamo gustato. Niente a che fare con la poesia pop o con i versi dei Beatles. Solo un romanzo pieno d’avventura e di sentimento”.
(pag. 76, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

10) Riferimento alla fiaba Cappuccetto rosso di Charles Perrault (1628-1703):
La fronte alta, i malinconici occhi scuri, la bocca grande e generosa, la dentatura sorprendentemente forte e candida… Denti finti, probabilmente, ma comunque denti il cui proprietario poteva dire, come il lupo di Cappuccetto rosso: “Per mangiarti meglio, bimba mia!”.
(pag. 103, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

11) Riferimento alla Bibbia e, in particolare, a Gioele 2:28:
Visioni, sogni. Il profeta Gioele lo sapeva bene, quando scrisse: “I vecchi sogneranno, i giovani avranno visioni”. E dei due, quali sono i più potenti? I sogni non sono distruttivi. Ma le visioni possono aprire nuovi orizzonti… così possono distruggere i mondi che già esistono…”
(pag. 110, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

Passeggero per Francoforte12) Riferimento a Rudyard Kipling e al capitolo quinto del Primo libro della giungla in cui si narra la storia della mangusta Rikki-Tikki-Tavi e si spiega che il motto della sua famiglia è “va’ e scopri”:
“A proposito, posso fare una domanda? Che cosa si fa, di fronte ad avvenimenti del genere?”
“Se si ha il sospetto che stiano accadendo, bisogna indagare su di essi”, disse Lord Altamount. “Bisogna fare come consiglia Kipling: “Va’ e scopri”. Scopri di dove proviene il denaro, e di dove, se così posso esprimermi, proviene il meccanismo”.
(pag. 112, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

13) Riferimento al Vangelo di Luca:
“C’è un’altra cosa alla quale penso spesso. Un versetto del Nuovo Testamento… di Luca, credo. Cristo che, durante l’Ultima Cena, dice ai suoi discepoli: “Miei compagni voi siete, miei amici, tuttavia tra voi è nascosto un traditore”. Altrettanto, con ogni probabilità, anche tra noi è nascosto un traditore.
(pag. 128, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

14) Riferimento a Thomas Becket (1117-1170) anche se la frase citata, Will no one rid me of this turbulent priest?, fu verosimilmente esclamata da Enrico II Plantageneto. A teatro, è probabile che sia stata pronunciata nel dramma Assassinio nella cattedrale (1935) di Thomas Stearns Eliot:
“C’è una citazione da un’opera teatrale che mi sembra adatta alla situazione”, disse Monsieur Grosjean, che aveva un debole per il teatro. “Se solo riuscissi a ricordarla… È una citazione di Shakespeare. “Che mi si liberi da questo…” O qualcosa del genere”.
“…sacerdote turbolento?”, finì per lui Monsieur Poissonier. “Ma è di Becket, non di Shakespeare”.
(pag. 169, traduzione di Laura Grimaldi per Mondadori, 1971)

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