Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)

Sintesi: La giovane Gwenda Reed, durante una rappresentazione de La duchessa di Amalfi di John Webster, lancia un urlo al sentire la battuta di Ferdinando: “Cover her face; mine eyes dazzle: she died young” (Copritele il volto; mi abbaglia: è morta giovane) perché le ricorda un omicidio avvenuto anni prima che, a quanto pare, aveva rimosso dalla mente e che sembra coinvolgere una donna di nome Helen. Miss Marple cerca di aiutarla a ritrovare la memoria su quell’evento probabilmente accaduto quando era molto piccola.

Curiosità:
1) Il romanzo fu verosimilmente composto intorno agli anni Quaranta, assieme a Sipario: L’ultima avventura di Poirot. Agatha Christie, infatti, nell’autobiografia La mia vita parla di due libri che ha composto nell’eventualità di restare uccisa durante le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, con protagonista Poirot, era destinato alla figlia Rosalind, mentre il secondo, con Miss Marple, era per il marito Max Mallowan. I due libri furono chiusi in una cassetta di sicurezza bancaria con regolare atto di donazione (Cfr. Agatha Christie, La mia vita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1978, p. 598.)
2) L’opera fu pubblicata postuma e, nel corso della sua vita, l’autrice ne cambiò spesso il titolo. Da Murder in Retrospect, che rimase come titolo di uno dei capitoli, passò a Cover Her Face, dal verso tratto dalla Duchessa di Amalfi. Tuttavia, in seguito alla pubblicazione, nel 1962, del romanzo Copritele il volto di P. D. James, decise di modificare nuovamente il titolo optando per Sleeping Murder, in quanto variante del proverbio let sleeping dogs lie (non svegliare il can che dorme) che nella sua versione diventava let sleeping murder lie (lascia che il delitto sepolto resti tale).
3) Il titolo italiano è fuorviante, perché Miss Marple non muore e l’indagine di cui si occupa non è nemmeno l’ultima.

Riferimenti intertestuali:

Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)1) Riferimento a Fëdor Dostoevskij (1821-1881):
“I russi!”, esclamò il colonnello Bantry, con disprezzo. Una volta, mentre si trovava in una clinica, gli avevano dato da leggere un romanzo di Dostoevskij. Non era mai riuscito a finirlo.
(p. 46, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

2) Riferimento a Edgar Allan Poe (1809-1849) e in particolare al suo racconto I delitti della Rue Morgue:
“Non ricordo di averlo visto. Doveva essere più indietro. Ecco, forse lì. Riuscivo a vedere soltanto le sue zampe”.
“Zampe?”, ripeté Giles, aggrottando le sopracciglia.
“Erano zampe grigie… rosa grigie, non mani”.
“Gwenda, questo non è uno degli Assassinii della Rue Morgue. Gli uomini non hanno zampe”.
(p. 49, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

3) Riferimento all’Otello di William Shakespeare:
“D’altra parte, se tuo padre fosse stato un assassino emotivo, terribilmente innamorato di sua moglie, e l’avesse strangolata spinto da una cieca gelosia, tipo Otello… e questo quadrerebbe con le parole che hai sentito tu… non avrebbe riempito una valigia […]”.
(p. 78, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

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