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Assassinio sul Nilo (2022): rassegna stampa

Riporto qui di seguito una serie di stralci degli articoli usciti in questi giorni sul nuovo film Assassinio sul Nilo diretto da Kenneth Branagh. Gli articoli sono tratti dalla stampa statunitense e italiana.

Assassinio sul NiloLa parte più difficile di un giallo non è risolvere il crimine, è mantenere vivo l’intrigo e il divertimento fino al momento della risoluzione. Assassinio sul Nilo, il secondo adattamento di Kenneth Branagh delle storie di Agatha Christie con protagonista Hercule Poirot, dimentica i semplici piaceri dell’eccesso d’insieme e del puro svago. […]
Il più delle volte il Poirot di Kenneth Branagh manca di personalità, e l’epilogo a tutti gli effetti bruciante trasuda più atmosfera di tutto il resto.
(Nicolas Rapold, The New York Times, 10 febbraio 2022. Traduzione mia)

Un’immagine interamente in computer grafica di architettura egizia sembra essere stata usata due volte: prima come inquadratura iniziale e poi di nuovo come inquadratura d’azione (alcuni attori sono stati messi davanti all’inquadratura tramite uno schermo verde da qualche parte). Il film precedente aveva lo stesso problema, ed è difficile da perdonare. Sì, lo so che il film è stato probabilmente girato in quarantena, e sì, lo so che è più costoso andare effettivamente sul posto, ma HAI I SOLDI. Spendili.
Se hai intenzione di fare un film che si vanta di offrire bellissimi panorami e poi non giri effettivamente in questi luoghi, che senso ha? Fai il viaggio, oppure dai il budget a una produzione che non fa le cose alla carlona.
(DanScully, Scully Vision, 10 febbraio 2022. Traduzione mia)

L’ultima noiosa pellicola-per-fare-soldi di Kenneth Branagh beneficia della presenza di un cast impressionante, anche se lui non sa bene cosa fare di tutti quanti, mentre si dipana il mistero di un omicidio privo proprio della parte misteriosa. Leggermente migliore rispetto ad Assassinio sull’Orient-Express, ma anche in questo caso una pellicola che si può dimenticare e per lo più destinata solo ai puristi di Agatha Christie.
(Matt Oakes, Silver Screen Riot, 10 febbraio 2022. Traduzione mia)

Branagh, un regista che spesso e volentieri perde il senso della misura, prova ad alzare l’asticella rispetto al sorprendente successo di pubblico ottenuto nel 2017. Tratta quella del Nilo come una storia di torbido amore (cosa che di fatto è), giocando sulle smorfie degli attori, i colori, il sudore della fronte e la calda luce arancione delle sabbie d’Egitto. Il film dovrebbe essere questo: rosso d’amore e rosso sangue, vendetta privata e melodrammatica, un whodunnit godibile e misterioso in cui il pubblico gareggia con il protagonista a scoprire per primo la verità.
Invece emerge da subito (l’incipit nelle trincee della Prima guerra mondiale) che il tenore è un altro, che i modelli sono altri e anche lo scopo ultimo del film sembra distaccarsi dalla sua matrice più popolare (e per questo motivo nobile). […] Non c’è nulla di imprevisto, nulla di sincero o emotivamente appassionante. Tutto è freddo e calcolato nel film, proprio come è freddo e calcolato il Poirot di Branagh e, con il senno del poi, il successo dell’operazione.
(Simone Soranna, Cineforum, 10 febbraio 2022)

Branagh usa la nave da crociera come un palcoscenico teatrale in cui la scrittura di Michael Green detta il tempo dei dialoghi mentre Branagh/Poirot appare e scompare scegliendo di volta in volta quale personaggio mettere a fuoco come aveva fatto nel corale Molto rumore per nulla. Tranne in una scena di inseguimento action, un pezzo di roccia che cade o la tempesta di sabbia, la lettura monotona di questa nuova versione di Assassinio sul Nilo non si discosta molto da quella firmata da John Guillermin del 1978 dove Poirot era interpretato da Peter Ustinov. Forse è un cinema vagamente vintage che può somigliare a una puntata di Colombo. C’è molta Agatha Christie ma non c’è più la curiosità dell’adattamento precedente. Assassinio sul Nilo è solo una nuova escursione nelle tante identità di un cineasta che alterna film molto riusciti ad altri impeccabili su commissione fino a quelli visibilmente svogliati. Qui ci troviamo tra la seconda e la terza fascia.
(Simone Emiliani, Sentieri selvaggi, 10 febbraio 2022)

Assassinio sul Nilo

Che Branagh, nella sua personale visione della “mitologia” fondata da Agatha Christie, volesse infondere qualcosa di diverso, più moderno e adatto ai gusti dell’attuale pubblico mainstream, era chiaro già dall’avventura sull’Orient Express.
Ma lo è ancora di più durante l’incipit di Assassinio sul Nilo, quasi un corto a sé stante realizzato sui binari di un war movie col tentativo di dare forma sul grande schermo alle “origini” di Poirot. Poi si torna al presente, alla storia del nuovo caso dell’elegante detective che prende vita nelle successive due ore di visione. […]
Il risultato è, a parer nostro, riuscito ed efficace, pur non rivoluzionando né i confini del genere di riferimento né i suoi canoni narrativi. Branagh conferma la sua visione di un grande classico della letteratura, più spettacolarizzata e tendente all’azione, solida e a tratti persino ricercata nella regia pur senza perdere di vista i personaggi, che rimangono fino alla fine il motore di tutta l’opera.
(Gabriele Laurino, Everyeye.it. 10 febbraio 2022)

Kenneth Branagh ha ucciso ancora. Ha preso un altro perfetto giallo e lo ha massacrato rendendolo irriconoscibile convertendolo in una specie di thriller mummificato.
(Johnny Oleksinski, The New York Post, 10 febbraio 2022. Traduzione mia)

Assassinio sul Nilo ha i suoi pregi e i suoi difetti a parte il fattore Armie Hammer, ma è quasi come cercare di valutare se l’antipasto era leggermente poco cotto mentre un elefante in fuga si lancia sopra il tavolo da pranzo.
(David Fear, Rolling Stone, 11 febbraio 2022. Traduzione mia)

Qui è possibile vedere il trailer italiano:

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Riferimenti ad Agatha Christie nella serie tv La signora in giallo

Lansbury (Miss Marple)Titolo della serie: Il titolo originale, Murder, She Wrote, è tratto dal romanzo di Agatha Christie 4.50 from Paddington, adattato per il cinema con il titolo Murder, She Said, in cui un’amica di Miss Marple assiste impotente a un omicidio attraverso il finestrino di un treno (nel film è Miss Marple stessa ad assistere al delitto). Poiché nella serie tv, Jessica Fletcher scrive romanzi gialli, il she said è diventato she wrote.

Stagione 1 Episodio 0: The murder of Sherlock Holmes (Chi ha ucciso Sherlock Holmes?)
La trama presenta molte attinenze con il racconto Il ballo della vittoria, di Agatha Christie, contenuto nella raccolta I primi casi di Hercule Poirot.

Stagione 1 Episodio 19: Armed Response (Clinica di lusso)
Il finale si ispira al romanzo Miss Marple: Giochi di prestigio.

Stagione 2 Episodio 07: A Lady in the Lake (Il mistero del lago)
L’episodio contiene un riferimento al personaggio di Stephen Norton presente in Sipario: L’ultima avventura di Poirot.

Stagione 2 Episodio 10: Sticks and Stones (Filo della morte)
La trama si ispira al romanzo Il terrore viene per posta.

Stagione 4 Episodio 16: Murder Through the Looking Glass (Omicidio allo specchio)
Nell’adattamento italiano il titolo ricorda parzialmente Assassinio allo specchio, romanzo di Agatha Christie nella cui versione cinematografica Angela Lansbury recitò nel ruolo di Miss Marple. Nella versione originale il titolo è invece un riferimento ad Alice attraverso lo specchio di Lewis Carroll.

Stagione 7 Episodio 7: The Return of Preston Giles (Il capro espiatorio)
Nell’episodio compare Lois Chiles che aveva già recitato al fianco di Angela Lansbury in Assassinio sul Nilo nella parte di Linnet Ridgeway Doyle, la vittima dell’omicidio.

Stagione 11 Episodio 11: An Egg to Die For (L’uovo di mezzanotte)
Jessica Fletcher risolve il caso scoprendo che le lettere cirilliche B e P corrispondono ai caratteri latini V e R. Hercule Poirot, nel racconto Doppio indizio contenuto nella raccolta I primi casi di Poirot, fa il contrario, scoprendo che V e R corrispondono alle lettere cirilliche B e P.

Stagione 11 Episodio 13: Death ‘N Denial (La statuetta di Nefertari)
Il titolo originale è la parafrasi di Assassinio sul Nilo, tratto da Poirot sul Nilo, in cui Angela Lansbury interpretava il ruolo della scrittrice alcolizzata Salomè Otterbourne. Uno dei personaggi dell’episodio si chiama Sally Otterburn.

Film per la tv: Il film del 2000, A Story to Die for, in italiano ha assunto il titolo Appuntamento con la morte in riferimento all’omonimo romanzo di Agatha Christie Appointment with Death che però, in italiano, è intitolato La domatrice.

Lansbury (Death on the Nile)Curiosità:

1) Se Agatha Christie sfrutta molto le nursery rhymes per i titoli dei suoi romanzi o per evidenziare il modo in cui i personaggi vengono assassinati, la serie tv La signora in giallo gioca con la storpiatura dei titoli degli episodi per invitare gli spettatori a indovinare il riferimento. Due esempi fra tanti From Russia with Blood, che riprende il titolo originale di 007: Dalla Russia con amore (From Russia with Love), e The Sound of Murder, che storpia Tutti insieme appassionatamente (The Sound of Music).
2) La serie contiene anche molti riferimenti, nei titoli o nelle trame, ai film interpretati in precedenza da Angela Lansbury, al mondo del cinema e del teatro, a ballate inglesi e irlandesi, a personaggi come Nero Wolfe, Perry Mason e Ellery Queen, a personaggi nati dalla penna di Stephen King, come Cujo, e alla letteratura per bambini, tra cui Biancaneve e Rosa rossa e Il mago di Oz.

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Poirot sul Nilo (Death on the Nile)

Sintesi: Romanzo appartenente alla cosiddetta trilogia del Medio Oriente, che include anche Non c’è più scampo (1936) e La domatrice (1938), e che fa riferimento ai viaggi compiuti da Agatha Christie in quei luoghi. La giovane e ricca Linnet Ridgeway ha appena portato via il futuro marito alla sua migliore amica, Jacqueline de Bellefort. Qualcuno, però, non gradisce molto questo suo comportamento e decide di risolvere il problema assassinandola. Hercule Poirot, che ogni volta che si trova in vacanza attira i delitti come le calamite, riuscirà a uscirne vivo nonostante le fastidiose mosche e i bambini dei mercati arabi che tentano in tutti i modi di vendergli collanine.
Si tratta di un romanzo meraviglioso non tanto per la trama gialla quanto per la descrizione dei paesaggi, dei battelli sul Nilo e della variegata umanità che vi si incontra.

 

Death on the NileRiferimenti intertestuali:

1) Riferimento alla parabola dell’uomo ricco e dell’uomo povero, 2 Samuele 12, 1-14:
“Certo che tutta questa faccenda è stata molto spiacevole! Ma sono cose che capitano, Monsieur Poirot”.
“Ah! Sì, capitano, madame”. Fece una pausa. “Sbaglio o voi appartenete alla Chiesa anglicana?”.
“Sì”. Linnet sembrò vagamente stupita.
“Di conseguenza avrete sentito più di una volta leggere ad alta voce in qualche chiesa qualche brano della Bibbia. E avrete sentito parlare del re Davide e dell’uomo ricco che aveva molte greggi e molti armenti e dell’uomo povero che possedeva soltanto una pecora… e come andò che l’uomo ricco tolse all’uomo povero anche quella sua unica pecora. Anche questa è una delle cose che capitano, madame”.
Linnet si raddrizzò sulla persona e i suoi occhi ebbero un lampo di collera.
(pag. 68, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

2) Riferimento a Alice nel Paese delle meraviglie (1865) di Lewis Carroll (1832 – 1898):
Poirot sorrise: “Un delitto molto semplice… una vera e propria scorciatoia verso l’obiettivo che gli interessa. Nessuna sottigliezza”.
“Quindi, si potrebbe scoprire molto facilmente?”.
“Sì, perché manca di ingegnosità”.
“Linnet?”
“Nel suo caso sarebbe un po’ come quando la Regina, nel vostro famoso libro Alice nel Paese delle meraviglie, ordina: “Tagliatele la testa!””.
“Certo! Il diritto divino di ogni monarca!”.
(pag. 97, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

3) Riferimento a un poema del poeta belga Léon Montenaeken:

“Be’, certo che la pietà in se stessa, è un sentimento molto nobile”, disse Poirot.
La guardò con un’espressione che in parte era beffarda e in parte commossa.
E prese a mormorare sottovoce le parole di una canzoncina francese:
La vie est vaine
Un peu d’amour
Un peu de haine,
Et puis bonjour.
La vie est brève
Un peu d’espoir
Un peu de rêve
Et puis bonsoir.
(pag. 276, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

4) Riferimento indiretto al romanzo L’isola del tesoro (1883) di Robert Louis Stevenson (1850-1894) attraverso la canzone piratesca più celebre della storia della letteratura:
“Ho pagato il mio biglietto”, disse il signor Ferguson. “Nessuno può buttarmi fuori da una sala pubblica. Ma cercherò di accontentarla”. Cominciò a canticchiare: “Yo, oh, oh, e una bottiglia di rum…”. Si alzò e si avviò con aria disinvolta e indifferente verso la porta. Infine uscì.
(pag. 297, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

5) Riferimento indiretto a Don Chisciotte della Mancia (1605) di Miguel de Cervantes Saavedra (1547-1616):

“Davvero un tipo bizzarro”, disse Poirot. “Ma sono quasi tutti così nella sua famiglia. Viziato da morire, naturalmente. Sempre pronto a combattere contro i mulini a vento”. Poi aggiunse, in tono noncurante: “Lo avete riconosciuto, immagino!”.
(pag. 297, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

6) Riferimento storico al crollo della Borsa di Wall Street del 1929:
“Voi non capite”, mormorò Pennington. “In realtà è tutto molto semplice. La colpa è stata di quel maledettissimo crack… Wall Street sembrava impazzita. Ma io ho già studiato il modo di riguadagnare tutto ciò che è stato perduto. Con un po’ di fortuna le cose dovrebbero essere sistemate per la metà di giugno”.
(pag. 311, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1939)

 

Imparai presto che non c’è posto al mondo in cui l’apparenza inganni quanto nel Medio Oriente. Ogni nostro criterio di giudizio sulla vita e sui comportamenti umani dev’essere rovesciato e riadattato alla situazione. Quando si vede un uomo che ci fa energicamente cenno di andarcene è probabile che in realtà ci stia invitando ad avvicinarci. Mentre se ci indica il contrario, faremo meglio ad allontanarci. Vedendo due uomini che si apostrofano con violenza da una parte all’altra di un campo, potremo pensare che si stiano reciprocamente minacciando di morte, invece no, sono due fratelli che conversano amichevolmente, troppo pigri per muoversi.
(Agatha Christie, La mia vita, traduzione di Maria Giulia Castagnone, Mondadori, 1978, pag. 442)

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