Parker Pyne indaga (Parker Pyne investigates)

Vede, per trentacinque anni della mia vita ho compilato statistiche in un ufficio statale. Adesso sono andato in pensione e mi è venuto in mente di sfruttare l’esperienza acquisita in un modo completamente nuovo. È tutto talmente semplice! L’infelicità può essere classificata sotto cinque voci diverse… non di più, glielo assicuro. E una volta che si conosce la causa della malattia, il rimedio non dovrebbe essere impossibile.
(Parker Pyne indaga, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1982, p. 14)

Parker Pyne è uno dei personaggi meno noti, eppure più originali, di Agatha Christie. Nato dalla penna della scrittrice britannica nel 1932, e protagonista di una serie di dodici racconti, i primi sei ambientati a Londra e gli altri aventi come scenario il Medio Oriente, egli non è il classico detective privato ma piuttosto un investigatore della psiche che, con arguzia, umorismo e abilità, cerca di restituire la felicità ai propri clienti.

Parker Pyne

Nelle sue avventure si percepisce già la presenza di situazioni e personaggi che, in seguito, troveranno una loro collocazione all’interno della produzione letteraria della scrittrice: c’è la signorina Lemon, destinata a diventare la segretaria di Hercule Poirot (“Una cartelletta per lo schedario, signorina Lemon. E per favore, dica a Claude che molto probabilmente dovrò vederlo fra poco”. (p. 17)); c’è Ariadne Oliver, l’autrice di romanzi gialli personificazione di Agatha Christie, che in seguito prenderà parte a più di un’indagine del succitato Poirot (“Freda Clegg, Sì, credo che Freda Clegg andrà a meraviglia. Sarà meglio che ne parli con la signora Oliver”. (p. 31)); c’è l’Orient-Express che nel racconto Hai tutto quello che ti occorre? sembra anticipare quell’atmosfera cosmopolita che caratterizzerà il romanzo Assassinio sull’Orient-Express del 1934; ci sono le Porte di Damasco che ispireranno il romanzo omonimo, in inglese Postern of Fate, i cui protagonisti saranno Tommy e Tuppence Beresford (“La città di Damasco ha quattro grandi porte…”, il signor Parker Pyne si ripeté sottovoce le parole di Flecker, “La porta del Destino, il Cancello del Deserto, la Caverna della Calamità, il Forte della Paura. La Porta di Baghdad son io, l’Ingresso di Diarbekir”. […] “Non passarci sotto, Carovana, oppure se devi passarci, non cantare. Hai udito quel silenzio in cui gli uccelli sono morti eppure qualcosa cinguettava come un uccello? Passaci sotto, o Carovana, Carovana del Funesto Destino, Carovana della Morte!”. (p. 125)).

Parker PyneIl paragone potrà risultare azzardato, anche se non vuole essere in alcun modo negativo, ma la struttura dei primi sei racconti sembra l’antesignana delle storie narrate nella serie tv Fantasilandia (1978). Nella suddetta serie, Ricardo Montalbán, supportato dal nano Tatoo, si adopera in tutti i modi per soddisfare i desideri di felicità dei turisti sbarcati nella sua isola; in Parker Pyne indaga, il protagonista si avvale di numerosi collaboratori, e di qualche astuto stratagemma, per risolvere i problemi personali che tormentano i suoi clienti e far loro vivere situazioni paradossali in grado di renderli nuovamente fiduciosi.

Malgrado un’ironica misoginia di fondo (vedesi l’affermazione: “Le afflizioni dell’umanità possono venir facilmente classificate sotto pochissime voci principali. C’è la cattiva salute. C’è la noia. Ci sono le mogli che creano guai ai mariti. Ci sono i mariti che sono nei guai a causa delle mogli”. (p. 61)), Agatha Christie si diverte a creare un contesto in cui si muovono personaggi secondari che, a volte, assurgono al ruolo di coprotagonisti e portano scompiglio nel ben orchestrato piano del loro capo che non può far altro che adeguarsi. Nel Caso del marito scontento, ad esempio, la “donna fatale” Madeleine de Sara, assunta da Parker Pyne per far ingelosire la moglie del cliente, si rende involontariamente responsabile della rottura definitiva tra i due perché il cliente si innamora davvero di lei mandando a monte i buoni propositi del protagonista e determinando delle conseguenze a dir poco esilaranti.

Questa raccolta di racconti dimostra ancora una volta che Agatha Christie, oltre all’innegabile talento letterario, possedeva anche un notevole senso dell’umorismo e un ottimo spirito di osservazione per quanto riguarda la natura umana e le sue numerose sfaccettature.

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