La sagra del delitto (Dead Man’s Folly)

Sintesi: Hercule Poirot viene invitato da Ariadne Oliver (personificazione di Agatha Christie) a partecipare a una “caccia all’assassino”, che lei stessa sta organizzando a Nasse House, perché la donna ha la sensazione che ci sia qualcosa che non va. Il giorno della “caccia”, Marlene Tucker, che dovrebbe impersonare la vittima, viene trovata morta sul serio, mentre Hattie Stubbs, moglie del padrone di casa, scompare nel nulla. Hercule Poirot ci metterà non poco per capire che quasi tutti, in quella casa, stanno facendo il doppio gioco.

La sagra del delittoCuriosità:
1)
Il titolo originale, Dead Man’s Folly, si riferisce a un tempietto, soprannominato “Follia”, eretto all’interno della tenuta di Nasse House. In inglese, il termine folly indica anche una costruzione architettonicamente stravagante:

“La quercia dove adesso si trova il tempietto?”.
Il vecchio si girò di lato e sputò con disgusto.
“Già, il tempietto… C’è anche chi lo chiama la “Follia”, ed è proprio una follia… Roba da matti! All’epoca del vecchio Folliat non c’era niente del genere. Scommetto che è stata un’idea della moglie. L’hanno fatto costruire una ventina di giorni dopo essere arrivati e sono sicuro che è stata lei a convincere Sir George. Sta proprio male, piantato lì in mezzo agli alberi. Invece sapete cosa ci starebbe bene? Una bella casetta rustica per l’estate, con i vetri colorati. Quella sì, caspita!”.
(pag. 46, traduzione di Grazia Maria Griffini, 1956)

2) Nasse House è la versione romanzata di Greenway House, casa georgiana risalente al 1790 e circondata da trentatré acri di terreno, acquistata da Agatha Christie e dal secondo marito Max Mallowan poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui la dimora fu requisita dall’Ammiragliato per conto della Marina degli Stati Uniti per ospitare gli ufficiali.

3) Come accaduto già in altri romanzi aventi tra i protagonisti Ariadne Oliver, Agatha Christie “sfrutta” il personaggio per manifestare apertamente i problemi quotidiani che si trova ad affrontare nel suo ruolo di scrittrice:

La signora Oliver fece un profondo respiro e si rivolse a Poirot.
“Allora sono costretta a spiegarvi tutto a voce. Purtroppo non sono tanto brava nell’esprimermi… Cioè, se scrivo ho sempre le idee molto chiare, ma se comincio a parlare ne esce sempre una storia terribilmente confusa e complicata! Ecco perché non mi piace mai raccontare a voce la trama dei miei romanzi! Ho imparato con il tempo a non farlo, perché altrimenti la gente comincia a guardarmi con gli occhi sbarrati, e a dire: “Ehm… già, certo, ma… non riesco a capire che cosa è successo”, oppure: “Come è possibile che da questa roba venga fuori un libro?”. È così avvilente! E poi non è neanche vero, perché, quando mi metto a scrivere, il libro viene fuori, eccome!”.
(pag. 35, traduzione di Grazia Maria Griffini, 1956)

4) Nel 1986 il romanzo è diventato un film per la televisione intitolato Caccia al delitto e interpretato da Peter Ustinov, protagonista di tre pellicole cinematografiche (Assassinio sul Nilo (tratto da Poirot sul Nilo), Delitto sotto il sole (tratto da Corpi al sole) e Appuntamento con la morte (tratto da La domatrice)) e tre adattamenti televisivi delle opere di Agatha Christie (13 a tavola (tratto da Se morisse mio marito), Caccia al delitto e Delitto in tre atti (tratto da Tragedia in tre atti)).

5) Di recente La sagra del delitto è diventato anche un videogioco per PC e per iPad tra i più scaricati al mondo.

La sagra del delitto

Riferimenti intertestuali:

1) Riferimento al romanzo Il circolo Pickwick di Charles Dickens (1812-1870) e al personaggio di Betsy Trotwood, prozia paterna di David Copperfield nell’omonimo romanzo:
“Sembri Betsy Trotwood che fa una campagna di propaganda contro gli asini”.
“Betsy Trotwood? E chi sarebbe?”, domandò Sir George candidamente.
“Dickens”.
“Oh, Dickens. Sì, ho letto, anni fa, Il circolo Pickwick. Niente male, niente male davvero… Mi ha colpito. Ma, scherzi a parte, quella gentaglia è diventata un vero pericolo. Ci mancava solo l’ostello della gioventù. Sbucano da ogni parte, rischi da un momento all’altro di trovarteli tra i piedi, e indossano abiti inverosimili… […] Ce ne sono di tutte le nazionalità: italiani, iugoslavi, olandesi, finlandesi… Non mi meraviglierei di incontrare anche qualche esquimese! Sono quasi tutti comunisti, sarei pronto a scommetterci”.
(pag. 29, traduzione di Grazia Maria Griffini, 1956)

La sagra del delitto2) Riferimento a un frammento – libro I, canto 9, stanza 40 – del poema epico incompiuto di Edmund Spencer (1552-1599) La regina delle fate (Sleepe after toyle, port after stormie seas, Ease after warre, death after life does greatly please):
“Conoscete quei versi di Spencer? Il sonno dopo la fatica, il porto dopo i mari tempestosi, la quiete e gli agi dopo la guerra, la morte dopo la vita sono un gran godimento…” Fece una pausa e, senza mutare il tono di voce, proseguì: “È un mondo molto cattivo, questo, Monsieur Poirot. Ed è pieno di gente molto cattiva. Probabilmente lo sapete quanto me. Mi guardo bene dal dirlo di fronte ai giovani per non scoraggiarli, ma è la verità… Sì, è un mondo molto cattivo…”.
(pag. 43, traduzione di Grazia Maria Griffini, 1956)

 

 

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3 pensieri su “La sagra del delitto (Dead Man’s Folly)

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