La prima teatrale italiana di Dieci Poveri Negretti di Agatha Christie

Oggi, anziché riportare, come d’abitudine, i riferimenti teatrali e letterari contenuti in uno dei romanzi di Agatha Christie, mi permetto di segnalarvi un articolo, apparso sul quotidiano Stampa Sera (Editrice La Stampa S.p.A.) datato martedì-mercoledì 11-12 ottobre 1949, a firma di L. C.

Il diabolico piano di un magistrato pazzo: Dieci poveri negretti di Agatha Christie

And then there were none - René ClairMilano, martedì sera.

Ieri sera al teatro Excelsior si è ammazzato in grande: di undici personaggi in scena, ne muoiono otto. Otto cadaveri per una commedia in tre atti con un titolo come questo: Dieci poveri negretti, anche se di Agatha Christie, una specie di classica nel genere giallo, ci sembra un bel primato.

Ma il pregio della commedia, rappresentata per la prima volta in Italia anche se il suo soggetto non era ignoto per il romanzo dal quale l’autrice la ha ricavata, molto diffuso anche fra noi, e per un film che René Clair (il René Clair hollywoodiano) ne ha fatto, non consiste nell’atmosfera da incubo e nel brivido che devono costituire l’indispensabile ricetta di questo tipo di teatro. Il pregio della commedia è appunto quello di non riuscire terrificante, anche se trasforma il palcoscenico in un obitorio. E allora questi «dieci poveri negretti» si sorreggono nei tre atti che compongono la pièce offerta dalla compagnia Calindri-Solari-Sabbatini-Volonghi-Volpi per l’eleganza del dialogo e la dignità scenica che alla sua opera l’autrice ha voluto attribuire. Artisticamente dunque – e fatte le debite proporzioni – la commedia merita considerazione.

In una certa villa dell’isola di Indiana, al largo della costa di Devon, arriva un giorno un gruppo di persone invitate per un piacevole soggiorno da un misterioso signor Owen (che poi si rivelerà inesistente). In realtà l’invito non è che la pedina iniziale di un diabolico piano ordito da un magistrato pazzo, certo Sir Lorenzo Wargrave. Costui, durante la sua carriera di giudice, ha pronunciato molte condanne a morte, senza però riuscire a placare la sua sete di sangue, dando lui stesso con le proprie mani la morte ai rei. Dice infatti: “Ho sempre sentito la frenesia di sopprimere qualcuno. Mi sono dovuto accontentare di placare questo mio desiderio alla meglio, condannando i rei a morte. Ho sempre goduto di ciò, ma non era abbastanza. Volevo di più… Volevo dare la morte io stesso con le mie mani”.

E un giorno, infatti, decide di sopprimere con le sue mani nove accusati di omicidio – tutti, secondo lui, colpevoli – ma che, mancando le prove dei loro delitti e applicando la legge, egli, come magistrato, non ha potuto condannare. Come uomo però vuole non solo condannare, ma essere l’esecutore del suo giudizio (poi, per far cifra tonda, pago della sua “giustizia”, giustizierà forse anche se stesso).

Ten little niggers - Agatha ChristieLa commedia ce lo mostra nella villa con tutti i convenuti all’invito dell’inesistente signor Owen. Ad uno ad uno, ne farà cadere sotto i suoi colpi, senza scoprirsi mai, ben sette. Gli altri due sfuggiranno alla sua follia sanguinaria ed uno di essi, un certo capitano Lombard, farà invece la festa a lui.

Domanderete a questo punto che c’entrano i dieci poveri negretti. Si tratta di dieci statuine di negri che si trovano nel salotto della villa. Ogni volta che uno di essi casca, un ospite perirà. Perché tutta questa gente deve obbedire a un fato; al fato di una leggenda contenuto in una filastrocca: chi avvelenato, chi annegato, chi con un pugnale piantato nella schiena, chi con nella schiena una scure e via dicendo. Ma sia la filastrocca sia i negretti sono elementi del perfido e atroce piano del folle magistrato, cioè sono colore e mistero che fanno parte degli ingredienti della commedia e aiutano l’autrice ad accrescere l’atmosfera di intrigo e di terrore del suo allucinante episodio.

Detto tutto questo, non rimane che da segnalare il successo della serata, che è stato vivo ad ogni atto; quattro chiamate al primo, cinque al secondo, sei al terzo e tutti i bravi attori sono stati particolarmente festeggiati: dal Calindri alla Solari al Volpi. Ma specialmente il Sabbatini, che fu un magistrato diabolico di grande efficacia.

Categorie: Agatha Christie, riferimenti teatrali | Tag: , , , | 2 commenti

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2 pensieri su “La prima teatrale italiana di Dieci Poveri Negretti di Agatha Christie

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