Sipario, l’ultima avventura di Poirot (Curtain: Poirot’s Last Case)

Sintesi: Arthur Hastings riceve una lettera dal suo caro amico Hercule Poirot che gli comunica di trovarsi a Styles Court, dove tutte le loro avventure sono cominciate, e che lo invita a raggiungerlo al più presto. Hastings arriva sul posto, dove si trova anche sua figlia Judith, e trova l’amico molto invecchiato e ammalato. Poirot gli racconta la storia di cinque omicidi, avvenuti in località diverse e commessi da persone diverse, il cui indiretto responsabile, tale signor X, si trova a Styles Court. L’investigatore belga è fermamente deciso a catturarlo ma si rifiuta di rivelare a Hastings il nome di questa persona. L’ex collaboratore di Poirot dovrà quindi intraprendere un’indagine per conto proprio nella speranza di riuscire a scoprire chi sia il principale indiziato.

Curiosità:
1)
Agatha Christie riporta Poirot a Styles Court, riprendendo l’ambientazione del primo romanzo, e determina la sua fine giocando con William Shakespeare, da lei molto amato, e con i riferimenti all’Otello e al personaggio di Iago, che in quel periodo la ossessionava (a questo proposito vedesi il volume di Laura Thompson, Agatha Christie: An English Mystery, in cui si parla nei dettagli di quando Agatha Christie, nel 1942, vide Otello all’Old Vic Theatre).
È, probabilmente, il più triste addio della storia della letteratura ma anche uno dei migliori finali che siano mai stati scritti per un personaggio.
2) Nel capitolo tredici Arthur Hastings si mette a risolvere un cruciverba del Times le cui risposte, determinate da definizioni criptiche, sono direttamente collegate alla situazione che i personaggi stanno vivendo (amante, tormento, morte, Iago (nel suo simboleggiare la gelosia). Nella versione italiana quasi tutte le definizioni, salvo l’ultima riguardante Shakespeare, sono state adattate con conseguente modifica delle risposte (mortaio, compassi, storia, Iago) . Gli originali sono i seguenti:
– Even love or third party risk: Paramour.
– The chaps between the hills are unkind: Tormentor.
– And Echo whatever is asked her answers…: Death.
– Jealousy is a green-eyed monster, this person said: Iago.
3) Nell’ultima stagione della nota serie tv interpretata da David Suchet, l’episodio è stato girato prima degli altri quattro che l’hanno preceduto nella messa in onda (Gli elefanti hanno buona memoria, Poirot e i quattro, Le fatiche di Hercule e La sagra del delitto) per permettere all’attore di perdere peso a sufficienza per rappresentare il deperimento fisico di Poirot in seguito al grave stato di salute (Cfr. David Suchet, Poirot and me, Headline Publishing Group, London 2013, pp.316-319).

Poirot (Curtain)Riferimenti intertestuali:

1) Riferimento alla morale della poesia The needless alarm di William Cowper (1731-1800): The darkest day, lived till tomorrow, will have passed away:
Mi alzai dalla poltrona. Ero incredulo, sbigottito, scontento di me… e soprattutto mi sentivo sollevato.
Non ricordo più chi fu a scrivere: “Anche il giorno più triste, vissuto fino all’indomani, diventa passato”. Com’è giusta questa considerazione!
(pag. 127, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 2014)

2) Riferimento a un verso della poesia di Lord Alfred Tennyson (1809-1892) Maud (Part I): I HATE the dreadful hollow behind the little wood,/Its lips in the field above are dabbled with blood-red heath,/The red-ribb’d ledges drip with a silent horror of blood,/And Echo there, whatever is ask’d her, answers “Death”. (N.b. Lo stesso verso darà il titolo al romanzo di Agatha Christie The hollow (in italiano Poirot e la salma).Nella versione italiana, il riferimento a Tennyson viene sostituito con un riferimento a James Joyce, History is a nightmare from which I am trying to awake, tratto dall’Ulisse; Agatha Christie, però, non ha mai citato James Joyce in nessuna delle sue opere).
Elizabeth Cole osservò: “La citazione di Joyce è “La storia è un incubo da cui tento di svegliarmi”.
Sentii qualcuno muoversi alle mie spalle. Alzai la testa, era Judith, che mi passò accanto per uscire sul balcone.
(pag. 139, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 2014)

3) Citazione di due battute dell’Otello di William Shakespeare, atto terzo, scena terza: Oh, beware, my lord, of jealousy!/It is the green-eyed monster which doth mock/The meat it feeds on. E Not poppy nor mandragora/Nor all the drowsy syrups of the world,/Shall ever medicine thee to that sweet sleep/Which thou owedst yesterday:
Farfugliai qualcosa a proposito della definizione e ripresi a sfogliare le pagine: Sì, era proprio Iago. “Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore;/È un mostro dagli occhi verdi che dileggia/Il cibo di cui si nutre”.
Judith lesse qualche altro verso:
“Né mandragola, né papavero,/Né tutti i sonniferi del mondo,/Varranno a ridarti il dolce/Sonno tuo, di ieri sera”.
(pp. 140-141, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 2014)

4) Riferimento alla pièce in quattro atti John Ferguson (1915) di St John Greer Ervine (1883-1971):
Nella valigetta trovai l’Otello di Shakespeare in edizione economica e il John Ferguson di St John Ervine. Al terzo atto, c’era un segnalibro.
(p. 182, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 2014)

Poirot (Curtain)5) Riferimento alla storia di Giuditta e Oloferne, contenuta nel Libro di Giuditta (N.B. Lo stesso riferimento compare anche nel romanzo Poirot e la strage degli innocenti):
Quella sera, qualcuno aveva detto che Judith somigliava alla sua omonima eroina biblica poco prima che mozzasse la testa a Oloferne. La mia Judith… con la morte nel cuore?
(p. 185, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, 2014)

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