Poirot e la strage degli innocenti (Halloween Party)

Sintesi: Ariadne Oliver, visibilmente sconvolta, si reca da Poirot per raccontargli quanto accaduto durante la festa di Halloween: una ragazzina di dodici anni, Joyce, è stata trovata morta affogata, in biblioteca, con la testa all’interno di un secchio di zinco, pieno d’acqua, contenente le mele utilizzate per l’omonimo gioco. Durante i preparativi della festa, la giovane aveva dichiarato di aver assistito a un omicidio avvenuto qualche tempo prima. Poirot cerca di ottenere preziose informazioni facendosi aiutare dal Sovrintendente Spence, ormai non più in attività. Nel corso delle indagini, tuttavia, anche il fratello di Joyce, Leopold, viene trovato morto dopo essere stato spinto in un torrente. Poiché la serie di omicidi sembra inarrestabile, Poirot si rende conto di dover trovare la soluzione quanto prima. Curiosità: È il romanzo con il maggior numero di vittime minorenni e questo ne aumenta la drammaticità.
Il volume è dedicato allo scrittore comico P.G. Wodehouse: “I cui libri e le cui storie hanno illuminato la mia vita per tanti anni”.

Poirot e la strage degli innocentiRiferimenti intertestuali:

1) Riferimento a un’altra avventura di Hercule Poirot narrata in Fermate il boia (in originale Mrs McGinty’s Dead):
“La signora Oliver? Francamente non la ricordo”.
“Scrive dei romanzi. Romanzi polizieschi. Pensateci bene. L’avete incontrata parecchio tempo fa, proprio quando mi avete convinto a indagare sull’assassinio della signora McGinty. Non avrete dimenticato la signora McGinty, vero?”
“Mio Dio, no. Ma è successo tanti anni fa… mi avete fatto un grande favore, quella volta, proprio un grande favore, Poirot. Sono venuto a chiedervi aiuto e voi non mi avete deluso”.
(pag. 36, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

2) Riferimento alla favola di Esopo (620 a.C. – 564 a.C.) Lo scherzo del pastore:
“Potresti sbagliarti”, le disse suo fratello.
“Certo”, replicò lei. “Chiunque può sbagliarsi. È come in quella vecchia storia del ragazzo che gridava “Al lupo”. Nessuno gli credeva più e così, quando il lupo venne davvero, se lo prese”.
(pag. 65, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

3) Riferimento alle storie narrate nella raccolta di racconti Le fatiche di Hercule (The Labours of Hercules):
Il suo pensiero riandò ad alcune avventure che aveva vissuto molti anni prima e chiamato “Le fatiche di Hercule”. In un certo senso, si disse, quello dove si trovava non era un giardino inglese. Aveva un’atmosfera speciale, e lui si sforzò di catturarla, di definirla. Era un’atmosfera fatta di magia, d’incanto, di bellezza, una bellezza insieme schiva e selvaggia.
(pagg. 98-99, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

4) Riferimento al personaggio di Miranda, della Tempesta di Shakespeare, e, in particolare, all’atto quinto, scena prima, in cui il personaggio esclama: Oh, wonder! How many goodly creatures are there here! How beauteous mankind is! O brave new world, That has such people in ’t!:
“Come ti chiami?”.
“Miranda”.
“Un nome che ti si addice”, osservò Poirot.
“State pensando a Shakespeare?”.
“Sì. Lo studi a scuola?”.
“La signorina Emlyn ce ne ha letto qualcosa. Io ho chiesto alla mamma di darmi qualche altra sua opera. Mi piace molto. Ha un ritmo meraviglioso. “Un mirabile mondo nuovo…”. Ma non esiste nulla di simile, vero?”.
(pag. 105, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

Poirot e la strage degli innocenti5) Riferimento al mito di Teseo e Arianna con conseguente abbandono di lei sull’isola di Nasso:
“Mi era piaciuto molto il tuo nome, Ariadne. Mi sembrava tanto intonato al luogo”.
“Sì, credo che sia un nome greco”, disse la signora Oliver. “È proprio mio, sai, non uno pseudonimo letterario. Ma non mi è mai successo niente in linea con questo nome. Nessun amante mi ha abbandonata su un’isola greca come era accaduto alla mitica Ariadne”.
(pag. 110, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

6) Riferimento alla storia di Giuditta e Oloferne, contenuta nel Libro di Giuditta:
“Non si può essere sempre all’altezza del proprio nome”, disse la signora Butler.
“No, hai ragione. Non riesco a immaginarti mentre tagli la testa al tuo amante, Judith. Come ha fatto la tua omonima della Bibbia con Oloferne, se non sbaglio”.
(pag. 110, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

7) Riferimento alla storia di Giaele e Sisara, contenuta nel Libro dei giudici:
“Chi è stato quello che ha conficcato dei chiodi nella testa di qualcun altro? Jael o Sisera. Non ricordo mai chi dei due è l’uomo e chi la donna. Jael è la donna, credo. Ma come si fa a chiamare Jael una bambina?”.
(pag. 111, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

8) Riferimento a una nota nursery rhyme inglese, probabilmente composta alla fine dell’Ottocento: My mother said that I never should / Play with the gypsies in the wood; / If I did, she would say, / Naughty girl to disobey:
“La mamma non vuole che giochi nel bosco con dei bambini che non conosco”.
(pag. 115, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

9) Riferimento alla nursery rhyme Ding, Dong, Bell il cui titolo appare anche, come ritornello, nella Tempesta (atto primo, scena seconda: Sea nymphs hourly ring his knell: Hark! Now I hear them – Ding, dong, bell) e nel Mercante di Venezia (atto terzo, scena seconda: Let us all ring fancy’s knell; I’ll begin it – Ding, dong, bell) di Shakespare: Ding, Dong, Bell, Pussy’s in the well. Who put her in? Little Johnny Green:
“Mi siete stata utilissima, invece”, replicò Poirot. “Che ne è stato di quella ragazza straniera che, a quanto dicono, sarebbe fuggita?”.
“Non è arrivata molto lontano, secondo me. Conoscete quella canzoncina che dice Din don da, nel pozzo il micio sta?. Io la penso così, almeno”.
(pag. 160, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

10) Riferimento al Macbeth di Shakespeare:
“Aveva tutte le qualità necessarie”, dichiarò Poirot. “Mi sono chiesto spesso che tipo di donna fosse Lady Macbeth. Be’ credo di averla incontrata”.
(pag. 219, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

Poirot e la strage degli innocenti11) Riferimento al mito di Narciso e a una canzone francese a lui dedicata:
“Quanto all’amore… lui amava solo se stesso. Era Narciso. C’è una vecchia canzone francese che ho sentito tanti anni fa…”.
Poirot canterellò sottovoce:
Regarde, Narcisse
Regarde dans l’eau…
Regarde, Narciesse, que tu es beau
Il n’y a au monde
Que la Beauté
Et la Jeunesse,
Hélas !
Et la Jeunesse…
Regarde, Narcisse…
Regarde dans l’eau…
(pag. 221, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

12) Riferimento al mito di Ifigenia e alla decisione di suo padre, Agamennone, di sacrificarla:
Indicò una parola scritta in alto, nell’angolo a sinistra.
Judith Butler lesse lentamente: “Ifigenia”.
“Sì, Ifigenia. Agamennone sacrificò sua figlia per avere in cambio un vento che portasse le navi a Troia. Michael avrebbe sacrificato Miranda per avere un nuovo giardino dell’Eden”.
(pag. 226, traduzione di Tina Honsel per Mondadori, 1940)

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