Perché non l’hanno chiesto a Evans? (miniserie)

Dopo il secondo film diretto da Kenneth Branagh incentrato sulla figura di Hercule Poirot, anche le serie televisive sono tornate a focalizzare l’attenzione su qualche personaggio nato dalla penna di Agatha Christie.

Tralasciando il già citato Poirot, la nota Miss Marple e anche la coppia Tommy e Tuppence, Hugh Laurie, indimenticato Dr. House, ha pensato di puntare su due personaggi decisamente minori ma in grado di risvegliare una qualche curiosità nello spettatore. Convertitosi per l’occasione in sceneggiatore, regista e produttore esecutivo, oltre che attore nella piccola parte del Dottor Nicholson, Laurie si è fatto coinvolgere dalla trama di Perché non l’hanno chiesto a Evans?, romanzo del 1934 in cui spicca il personaggio femminile di Lady Frances “Frankie” Derwent, e ha realizzato per Britbox una serie in quattro puntate di quarantacinque minuti con protagonisti Will Poulter e Lucy Boynton (già vista nell’Assassinio sull’Orient-Express di Branagh), con la partecipazione di Emma Thompson, trasmessa da fine giugno su Sky e disponibile su Now TV.

In un’intervista a Deadline.com, Hugh Laurie ha dichiarato di aver apprezzato il cambio di rotta della Christie, che dopo diversi romanzi su Poirot ne scrisse uno più leggero che esulava da quel contesto. Per le location, ha scelto di girare sia in Inghilterra che in Galles, in modo da preservare il movimento della storia e seguire accuratamente le tappe percorse dai personaggi stessi; questo ha comportato l’obbligo, da parte della troupe, di spostarsi in continuazione trasformando l’esperienza in un circo itinerante, ma il disagio sembra essere valso la pena evitando che la narrazione si convertisse in qualcosa di statico e privo di coinvolgimento.

L’attrice protagonista, Lucy Boynton, valuta positivamente l’operato di Hugh Laurie in quanto, dal suo punto di vista, lavorare con un regista che è anche attore permette una maggiore comprensione del personaggio poiché non ci si confronta solo con la prospettiva esterna di chi non è direttamente coinvolto ma anche con una comprensione intima della situazione, e questo favorisce la resa emotiva.

La critica, in generale, sembra abbastanza soddisfatta, il che accade di rado con un adattamento da Agatha Christie. Non resta che gustarsi la serie e sperare, se si è letto il libro, in un numero ridotto di stravolgimenti, visto che la tendenza a farsi prendere la mano e trasformare un evento innocuo in una perversione è tipica di chi “maneggia” le trame dell’autrice:

1) Al contrario degli adattamenti tristemente cupi realizzati dalla BBC negli ultimi anni, Perché non l’hanno chiesto a Evans? è molto gioioso. Nelle interpretazioni, purtroppo, non si ritrova la stessa vivacità della storia.
(Nick Hilton, Independent)

2) Chiunque si cimenti con Agatha Christie corre un grosso rischio, ma lo sforzo di Hugh Laurie è eccellente e di gran fascino, anche se un po’ lungo con le sue tre ore di durata.
(Carol Midgley, Times)

3) Hugh Laurie bilancia abilmente il tono dell’opera, preservando la leggerezza nelle scene tra i due protagonisti ma aggiungendo note di minacciosa anormalità quando necessario.
(Anita Singh, Daily Telegraph)

4) Perché non l’hanno chiesto a Evans? è quello che la TV dovrebbe essere ma raramente è al giorno d’oggi: onesto intrattenimento che non cerca né di incalzarvi con una politica indignata né di trascinarvi in una centrifuga di emozioni che vi lascia sconvolti e turbati.
(James Delingpole, The Spectator)

5) Hugh Laurie scrive dialoghi buoni e arguti e dirige con occhio attento alle immagini mozzafiato che incorniciano l’azione in modo avvincente. È una buona serie che si rivela piuttosto coinvolgente.
(Peter Martin, ScreenAnarchy)

Qui è visibile il trailer italiano:

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