I Sette Quadranti (The Seven Dials Mystery)

Sintesi: È il seguito del romanzo Il segreto di Chimneys. Nella tenuta di Chimneys, affittata da Lady Maria Coote e Sir Oswald Coote, abita temporaneamente anche un gruppo variegato di giovani tra cui Gerald Wade che fa sempre molta fatica ad alzarsi la mattina. Allo scopo di organizzargli uno scherzo, gli amici comprano otto sveglie e, una sera, dopo che Gerry è andato a dormire, le posizionano nella sua stanza, tutte puntate a intervalli regolari su ore diverse. La mattina dopo, però, il giovane viene trovato morto. Lady Eileen Brent, proprietaria della camera in cui è morto il giovane, rientra il giorno seguente e trova, proprio in quella stanza, una lettera iniziata da Gerry in cui chiede alla sorella di lasciar perdere il caso dei Sette Quadranti. Poco dopo, mentre si trova in macchina, Eileen Brent vede un giovane cadere dal marciapiede e finirle addosso; poco prima di morire, anche lui le parla dei Sette Quadranti aggiungendo il nome di Jimmy Thesiger. Eileen aiutata dai suoi amici e chiedendo anche il supporto del Sovrintendente Battle scoprirà che dietro tutto questo c’è anche una formula in grado di rivoluzionare l’industria dell’aviazione.

Curiosità:
1)
È uno dei pochi romanzi di Agatha Christie privi di dedica.

2) In un passaggio del romanzo viene citata la Signora Macatta. Lo stesso personaggio comparirà, in seguito, nel racconto Il furto incredibile contenuto nella raccolta Quattro casi per Hercule Poirot (1937).

3) Esattamente come nel Segreto di Chimneys, alcuni scambi di battute tra i personaggi e alcuni loro atteggiamenti ricordano da vicino lo stile letterario di P. G. Wodehouse.

I sette quadranti (The Seven Dials Mystery)Reazioni della critica:
1)
Chi ama i romanzi gialli e non ha ancora letto I sette quadranti farà bene a portarselo dietro durante le ferie. È Agatha Christie al suo meglio. L’idea delle sveglie collocate nella camera da letto di un giovane dormiglione da amici e coetanei che non riescono comunque a svegliarlo in quanto è morto è interessante, e il mistero è ben sviluppato attraverso avvenimenti emozionanti e dialoghi divertenti. Non vi è dubbio che alcuni lettori penseranno che l’autrice li abbia ingannati e forse si arrabbieranno, ma se presteranno attenzione al trucco fin dall’inizio aggiungeranno divertimento al divertimento.
(I.B.O’M.,The Woman’s Leader, 06 settembre 1929. Traduzione mia)

2) Un altro romanzo di Agatha Christie è sempre il benvenuto, doppiamente benvenuto soprattutto se torniamo a Chimneys e ci troviamo ancora in compagnia di Lady Eileen Brent, che amici e corteggiatori chiamano affettuosamente “Bundle”. Quando vi dirò che anche il Sovrintendente Battle è al suo posto, in perfetta forma se non addirittura splendida, la vostra soddisfazione sarà completa. Il riferimento contenuto nel titolo (I sette quadranti) non è topografico e non indica quindi l’omonima strada di Londra.
Gerald Wade, del Ministero degli Affari Esteri, è sul punto di vincere il campionato dei dormiglioni. Gli amici e ospiti decidono che otto sveglie nascoste sotto il letto potrebbero aiutarlo a svegliarsi a un’ora decente. Solo che lui non si sveglia proprio; il mattino seguente lo trovano avvelenato con sette orologi (ovvero i sette quadranti del titolo) posati sulla mensola. L’episodio sembra collegato al Club dei Sette Quadranti che genera non pochi problemi a Bundle ed è la causa della maggior parte del divertimento. Vi sembra che la storia sia un po’ stiracchiata? Anche troppo, secondo me, perfino per quei romanzi fantastici da quattro soldi; tuttavia, la soluzione finale anche se non del tutto plausibile ha un suo perché e non manca il continuo alternarsi di sospetti e colpi di scena.
Il libro non è uno dei migliori di Agatha Christie; l’idea centrale offre molte possibilità e la sorpresa finale è ben orchestrata, ma la struttura fa acqua da tutte le parti. Non avvince mai fino in fondo. Desideravo ardentemente un cambiamento nel modo in cui l’autrice ritrae i giovani. Passano tutti per idioti che in realtà non possono essere così scemi come li si dipinge; se provate a mischiare i nomi non li distinguerete più l’uno dall’altro. E le loro conversazioni hanno tutte una monotonia e una sorta di raglio asinino.
(Alan Kemp, The Sketch, 06 febbraio 1929. Traduzione mia)

Riferimenti intertestuali:

1) Riferimento alla Bibbia, Libro di Geremia 31:15, in cui si parla di Rachele che piange i suoi figli:

Lady Coote era una donna imponente, bella, ma con un che di tragico. Aveva occhi grandi, tristi, e una voce profonda. Un artista in cerca di una modella per Rachele che piange i propri figli avrebbe esultato alla vista di Lady Coote. Sarebbe stata perfetta anche in un melodramma, nella parte della moglie tradita e abbandonata, che cammina barcollando sotto la neve.
(p. 8, traduzione di Ombretta Giumelli, Mondadori 1936)

I sette quadranti (The Seven Dials Mystery)2) Riferimento al celebre canto patriottico Rule Britannia, di James Thomson, noto soprattutto per essere una marcia della Royal Navy:
“Ed ero… Ehm… Com’ero?”.
“Solo un tantino allegro, signore… niente di più. In vena di cantare Rule Britannia“.
“Straordinario”, esclamò Jimmy, “Rule Britannia, eh? Non potrei mai pensare di mettermi a cantare Rule Britannia da sobrio! Un certo patriottismo latente deve essere emerso sotto lo stimolo di… ehm… qualche bicchierino in più!…”.
(p. 69, traduzione di Ombretta Giumelli, Mondadori 1936)

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Avversario segreto (The Secret Adversary)

Sintesi: Dopo la Prima guerra mondiale, Thomas Beresford e Prudence Cowley (detta Tuppence), giovani amici, si ritrovano finalmente a Londra. Vista la grave situazione di crisi economica, il loro intento è quello di farsi assumere come giovani avventurieri, disposti ad andare ovunque a patto che la paga sia buona, e disposti ad accettare anche offerte assurde. Il signor Edward Whittington sente involontariamente il loro discorso e propone a Tuppence di recarsi a Parigi, all’Hotel Colombier, e di spacciarsi per americana. Tuttavia, quando Tuppence, non volendo dire all’uomo il suo vero nome, gli fa credere di chiamarsi Jane Finn, Edward Whittington reagisce molto male e scompare. Grazie a un annuncio, Tommy e Tuppence scoprono che Jane Finn era una passeggera del Lusitania, affondato nel 1915, e che recava con sé un documento segreto che ora potrebbe compromettere il governo britannico. Inizia così un’avventura di spionaggio che si concluderà con due matrimoni.

Curiosità:
1) Agatha Christie ideò la trama del romanzo dopo aver sentito per caso pronunciare un nome buffo: “Potevo scrivere un altro libro. E il soggetto? Non ne avevo uno in mente. La soluzione mi si prospettò un giorno che ero seduta in una sala da tè. A un tavolo vicino due persone stavano parlando di una certa Jane Fish. Il nome mi colpì; era buffo, uno di quei nomi che si imprimono facilmente nella memoria. Mi parve un ottimo spunto per la mia vicenda; un nome sentito in una sala da tè, abbastanza insolito perché chi l’aveva udito non lo dimenticasse più. Potevo usare lo stesso nome, oppure no, forse Jane Finn andava meglio. Optai per quest’ultimo e mi misi subito al lavoro. Il titolo subì parecchi mutamenti, dall’iniziale The Joyful Venture, a The Young Adventurers, fino ad Avversario segreto, che rimase quello definitivo.
(Agatha Christie, La mia vita, traduzione di Maria Giulia Castagnone, Mondadori, 1978, pag. 328)
2) Il libro riporta la seguente dedica: To all those who lead monotonous lives in the hope that they experience at second hand the delights and dangers of adventure (A tutti coloro che conducono una vita monotona, nella speranza che possano sperimentare, per via indiretta, i piaceri e i pericoli dell’avventura).
3) I personaggi di Tommy e Tuppence collaborano alla risoluzione del mistero senza che tra i due ci sia una condizione di disparità, come invece accadeva all’epoca quando un personaggio femminile affiancava un personaggio maschile nei classici romanzi gialli rivestendo un ruolo nettamente inferiore (Cfr. Vicki K. Janik, Del Ivan Janik, Emmanuel Sampath Nelson, Modern British Women Writers: An A-to-Z Guide, Greenwood Press, Westport, Connecticut 2002, p. 73).
4) Il romanzo vendette più copie del celebre Poirot a Styles Court.
5) Tommy e Tuppence sono i personaggi di Agatha Christie che più si evolveranno nel corso dei romanzi di cui sono protagonisti: in Avversario segreto si rivedono dopo anni; in Tommy e Tuppence: in due s’indaga meglio sono marito e moglie e sono alle prese con una serie di indagini; in Quinta colonna hanno due gemelli e rimpiangono le loro avventure passate; in Sento i pollici che prudono sono in pensione e finiscono coinvolti nella morte misteriosa di un’anziana all’interno di una casa di riposo; in Le porte di Damasco, con i gemelli ormai adulti, si mettono a indagare sul mistero che si cela dietro la casa che hanno appena acquistato.

Riferimenti intertestuali:

Avversario segreto1) Riferimento al Faust di Charles Gounod (1818-1893):
L’aria di quella prigione era pesante, non c’erano finestre. Le pareti, sporche come tutto il resto della casa, erano adorne di quattro stampe riproducenti scene del Faust: Margherita con i gioielli, Siebel e i fiori, Faust e Mefistofele. C’era anche una branda. Tommy vi si sdraiò e cominciò a riflettere.
(pag. 102, traduzione di Lia Volpatti per Mondadori, 2015)

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Se morisse mio marito (Lord Edgware Dies)

Sintesi: La celebre attrice Jane Wilkinson, capricciosa ed egocentrica, chiede a Hercule Poirot di parlare con suo marito, Lord Edgware, in modo da toglierglielo dai piedi. La ragione per cui avanza una simile richiesta è che vorrebbe risposarsi con il duca di Merton, di cui è innamorata alla follia. Poco tempo dopo aver parlato con Lord Edgware, che sembra non opporsi in alcun modo al divorzio, Poirot viene informato dall’Ispettore Japp che l’uomo è stato assassinato e che del delitto è accusata proprio la moglie. L’investigatore belga, che considera un caso simile un insulto all’intelligenza in quanto solo una stupida direbbe a tutti di voler uccidere il marito per poi ucciderlo davvero, si mette a indagare.

Curiosità:
1)
Agatha Christie trovò l’ispirazione per questo romanzo dopo aver assistito a uno spettacolo dell’attrice Ruth Draper: “Dopo aver visto Ruth Draper a teatro, ebbi un’altra idea che mi portò a scrivere Se morisse mio marito. Ruth Draper mi era sembrata bravissima e mi aveva colpito la facilità con cui sapeva trasformarsi da moglie brontolona a giovane contadina immersa nella preghiera”. (Agatha Christie, La mia vita, pp. 512-513, traduzione di Maria Giulia Castagnone).
2) Il volume è dedicato al Dottor Campbell Thompson e a sua moglie. Reginald Campbell Thompson era l’archeologo con il quale Max Mallowan, marito di Agatha Christie, stava lavorando a Ninive all’epoca della stesura del romanzo.
3) Nell’adattamento televisivo del 1985, intitolato Tredici a tavola dall’omonimo titolo americano del libro, il ruolo di Poirot è interpretato da Peter Ustinov mentre il futuro e più noto Poirot televisivo, David Suchet, interpreta l’ispettore Japp.

Se morisse mio marito (Lord Edgware Dies)Riferimenti intertestuali:

1) Riferimento a Giacomo Casanova (1725-1798) e a Donatien-Alphonse-François de Sade (1740-1814):
Avevo osservato durante il colloquio i libri sugli scaffali. Vi avevo notato le Memorie di Casanova, tutte le opere del Marchese De Sade e molti volumi sulle torture medievali.
(pag. 43, traduzione di Rosalba Buccianti per Mondadori, 1935)

2) Riferimento a Elizabeth Canning (1734-1773) che fu al centro di uno degli episodi criminosi più discussi nell’Inghilterra del XVIII secolo. A suo dire, fu rapita e tenuta prigioniera per un mese; tra i colpevoli fu segnalata Mary Squires ma nessuno riuscì mai ad appurare fino in fondo la fondatezza del racconto della vittima:
“Mi ricorda il caso di Elizabeth Canning”, disse Japp. “Ve lo ricordate? Molti testimoni giurarono di aver visto la zingara Mary Squires in due città diverse. Persone serie, attendibili. Quella donna aveva una faccia così orrenda che era difficile che ce ne fossero due uguali. Il mistero non fu mai svelato. Questo mi sembra un caso molto simile. Ci sono persone pronte a giurare di aver visto la stessa donna, alla stessa ora, in due posti diversi. Quale sarà mai la verità?”.
(pag. 71, traduzione di Rosalba Buccianti per Mondadori, 1935)

3) Riferimento a un episodio citato in Aiuto, Poirot! (1923), dove Hercule Poirot, indagando sulla morte del Signor Renauld, rinviene accanto al corpo un pezzo di tubo di piombo:
“Nei romanzi polizieschi, i poliziotti sembrano ciechi come talpe”, ribatté Japp con un sorriso.
“Una volta”, raccontò Poirot con aria sognante, “ho trovato un indizio, ma siccome era lungo un metro invece di pochi centimetri, nessuno ha voluto credermi”.
(pag. 76, traduzione di Rosalba Buccianti per Mondadori, 1935)

4) Riferimento a Gli stivali dell’ambasciatore. Un racconto dallo stesso titolo è contenuto nella raccolta Tommy e Tuppence: in due s’indaga meglio (1929) e ha per protagonisti i due giovani investigatori improvvisati. La trama è leggermente diversa da quella accennata da Hastings in riferimento a Poirot:
Poirot doveva andarsene presto. Aveva un appuntamento alle quattordici e trenta all’ambasciata belga dove doveva investigare sulla sparizione degli stivali dell’ambasciatore. Mi aveva quindi incaricato di ringraziare e salutare per lui la nostra ospite. […]
Tornai a piedi attraversando il parco e giunsi a casa verso le sedici. Poirot non era ancora tornato. Erano le diciassette meno venti quando lo vidi rientrare. Era di buon umore e in vena di scherzare.
“Questo significa, Holmes”, gli dissi ironico, “che avete rintracciato gli stivali dell’ambasciatore”.
“Traffico di cocaina. Un trucco ingegnoso. Ho trascorso un’ora in un istituto di bellezza. C’era una ragazza dai capelli rossi che avrebbe sedotto il vostro cuore tenero”.
(pp. 227-229, traduzione di Rosalba Buccianti per Mondadori, 1935)

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È troppo facile (Murder Is Easy)

Sintesi: Luke Fitzwilliam, ex ufficiale di polizia in India, durante un viaggio di ritorno a Londra incontra sul treno l’anziana Lavinia Pinkerton che non perde occasione per raccontargli di come nel suo villaggio, Wychwood-under-Ashe, si stiano verificando degli strani decessi. Essendo lei convinta che si tratti di una serie di delitti perpetrati dalla stessa persona, informa l’uomo della sua intenzione di recarsi a Scotland Yard per comunicare a chi di dovere i propri sospetti. Luke Fitzwilliam non la prende molto sul serio finché, alcuni giorni dopo, non scopre che la donna è morta investita da un’automobile poco prima di arrivare alla sua destinazione. In seguito, l’uomo nota sul giornale un necrologio indicante la morte di uno degli abitanti del villaggio che l’anziana riteneva essere in pericolo di vita. Deciso a scoprire la verità, egli si reca quindi a Wychwood-under-Ashe spacciandosi per un esperto di stregoneria e folklore locale.

Curiosità:
1) Nella versione televisiva del 1982, il ruolo di Lavinia è interpretato dall’attrice Helen Hayes che l’anno successivo sarebbe passata a quello di Miss Marple.
2) Nell’episodio della serie tv del 2008 incentrata sul personaggio di Miss Marple, che non compare nel romanzo, il ruolo di Luke Fitzwilliam è interpretato dal futuro Sherlock Holmes Benedict Cumberbatch.
3) Assieme a Un cavallo per la strega e Un messaggio dagli spiriti, È troppo facile è un altro romanzo di Agatha Christie che affronta la questione della stregoneria e della superstizione. A questo riguardo si rivela interessante anche la raccolta di racconti contenuta nel volume Il segugio della morte.

Riferimenti intertestuali:

Murder Is Easy1) Riferimento all’artista Christopher R. W. Nevinson (1889-1946) e al suo quadro An Inexperienced Witch:
In quell’istante, da dietro l’angolo della casa, comparve una ragazza.
Coi capelli neri scompigliati dal vento, ricordò a Luke il quadro di Nevinson intitolato La strega. Quel viso pallido, delicato, quei capelli così lunghi che parevano arrivare fino alle stelle… se la immaginò a cavallo di un manico di scopa che volava verso la luna.
(p. 28, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

2) Riferimento all’episodio di Giona narrato nel libro omonimo della Bibbia:
“Insomma, è stato un periodo decisamente sfortunato”.
“A volte”, disse Luke, “un periodo è sfortunato a causa di una certa persona, così almeno dicono”.
“Sì, sì, la vecchia storia di Giona. Ma non credo siano venuti qui dei forestieri, a parte i venditori ambulanti, e non ho sentito dire che nessuno di loro fosse dotato del funesto privilegio di gettare il malocchio…”.
(p. 43, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

3) Riferimento alla storia della pitonessa di Endor, negromante in grado di evocare lo spirito dei morti, narrata nel primo libro di Samule 28:3-25:
“Mio caro signore, le notizie corrono veloci in un posto come questo. Gli argomenti di conversazione qui scarseggiano. E, di conseguenza, si arriva a delle esagerazioni. Tra un po’ vi racconteranno che evoco i fantasmi del luogo e che cerco di emulare la pitonessa di Endor!”.
“Strano che diciate questo!”.
“Perché?”.
“Perché già corre voce che abbiate evocato il fantasma di Tommy Pierce”.
(p. 76, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

4) Riferimento alla poesia To a Fat Lady Seen From the Train (1910) di Frances Darwin Cornford (1866-1960). Il testo originale è il seguente: O why do you walk through the fields in gloves, / Missing so much and so much? / O fat white woman whom nobody loves, / Why do you walk through the fields in gloves, / When the grass is soft as the breast of doves / And shivering-sweet to the touch? / O why do you walk through the fields in gloves, / Missing so much and so much? :
Bridget annuì senza rispondere. Si appoggiò al fusto di un albero, chiudendo gli occhi. Le vennero in mente dei versi di una poesia: “Perché cammini per i campi con i guanti alle mani, grassa donna bianca che nessuno ama?”. No, non era il caso della Signorina Waynflete. Grassa non la si poteva proprio definire.
(p. 209, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

5) Riferimento alla battuta Hell Has No Fury Like a Woman Scorned, in origine Heav’n has no Rage, like Love to Hatred turn’d, Nor Hell a Fury, like a Woman scorn’d, contenuta nella pièce del 1697 The Mourning Bride (atto terzo, scena seconda) di William Congreve (1670-1729):
“Pare una capra, Dio, una capra… la capra è sempre stata un simbolo del male! Adesso capisco! Avevo ragione… non era un’idea strampalata la mia… “L’inferno non è nulla in confronto a una donna innamorata e respinta”… Ecco l’inizio della tragedia. Da lì è cominciato tutto!”.
(p. 211, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

Easy to Kill6) Riferimento a un verso (He travels the fastest who travels alone) contenuto nel poema di Rudyard Kipling (1865-1936) The Winners, pubblicato per la prima volta nel 1888 con il titolo L’Envoi nel volume The Story of the Gadsbys edito dalla Indian Railway Library:
“In fondo, però, è un bene che sia andata così perché, come dice Kipling, chi viaggia da solo va più in fretta. Il mio destino è di viaggiare da solo. È la vita”. Allargò le braccia. “Ho delle responsabilità enormi e devo portarne il peso da solo. A me non è concessa una compagna che mi alleggerisca di questo fardello… devo procedere solo, finché non cadrò stremato sulla mia strada”.
(p. 232, traduzione di Giovanna Gianotti Soncelli per Mondadori, 1982)

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I molti delitti di Roger Ackroyd (racconto)

Il presente racconto breve, che gioca con la letteratura di Agatha Christie in chiave fantascientifica, è tratto da Asimov Antologia di Fantascienza: Il problema marziano, n. 6, SIAD Edizioni, Milano 1985, pp. 101-107. L’autore è Barry Malzberg. La traduzione è di Vittorio Curtoni.

Il racconto viene qui riprodotto dietro autorizzazione di Barry Malzberg (Copyright (c) 1977 by Davis Publications, Inc.) e di Lucia Paretti (per la traduzione).

L'assassinio di Roger AckroydEgregio Signor Ackoyd,
la sua domanda per un posto di giallista è stata vagliata con estrema attenzione da questo ufficio.
Le sue credenziali presentano molti aspetti notevolmente positivi, e riconosciamo che lei è più che qualificato per assumere la posizione di giallista. Tuttavia, mi duole informarla che l’altissimo numero di domande pervenuteci da persone estremamente qualificate per pochi posti disponibili ci obbliga a deludere molti ottimi candidati come lei.
Le assicuro che questa decisione non va intesa come giudizio sulle sue capacità. La realtà è che purtroppo, in questo periodo, lei si è trovato a dover affrontare una concorrenza davvero spietata.
Le auguro di tutto cuore di ottenere pieno successo in ogni suo futuro tentativo.
Con rammarico,
A. HASTINGS/per la Banca

Egregio Signor Hastings,
ho ricevuto la sua oltraggiosa lettera che mi rifiuta un impiego come giallista. Esigo qualcosa di più di una lettera prestampata!
Se lei ha davvero preso in esame la mia domanda, saprà che ho dedicato l’intera vita all’idea di raggiungere questa posizione, posizione per cui sono perfettamente qualificato. Conosco le varianti maggiori e minori dell’omicidio della stanza chiusa, conosco le diciotto sostanze che si possono usare per nascondere il sapore della stricnina, per non parlare della facilità con cui maneggio cose come le parentele nascoste e la questione della Pazzia Ereditaria. Conosco il Depistamento degli Indizi e le peculiari proprietà della radice di forsizia: non mi sono ignote le caratteristiche tecniche e le qualità esilaranti degli antichi veicoli conosciuti sotto il nome di “automobili”. In breve, so tutto quello che un giallista deve sapere per poter essere assunto dalla Banca.
Date le circostanze, mi rifiuto di accettare la sua risposta neutra ed evasiva. Ho il diritto di saperlo: perché mi avete respinto? Una volta che mi sia concesso di lavorare nella Banca, sono certissimo di poter trovare un grosso pubblico che desidera qualcosa di più dell’immondizia sguaiata e gratuita che i vostri attuali “giallisti” (e usare questo termine è per loro un onore eccessivo) propinano. Quindi, la cosa è tanto nel vostro interesse quanto nel mio.
Perché mi avete rifiutato?
Ha intenzione di riesaminare la mia domanda?
Con speranza,
ROGER ACKROYD

Egregio Signor Ackroyd,
considerato che abbiamo ricevuto diverse migliaia di domande, molte delle quali corredate da qualifiche eccelse, per i soli venticinque posti di giallista disponibili alla Divisione Interplanetaria Intrattenimento, e tutte nel periodo a partire dal quarto mese 2312, ci è stato necessario usare per la risposta lettere prestampate. La presente, invece, viene dettata personalmente da me.
Mi spiace davvero molto che lei abbia preso così male il nostro rifiuto. Non era nostra intenzione insultarla né sollevare dubbi sulla sua dotata padronanza del genere giallo, che appare sinceramente eccellente.
La sua domanda è stata presa in esame con somma cura. Lei ha talento per molti versi ed è senz’altro promettente. Ma a causa dello straordinario numero di concorrenti per i pochi posti disponibili, sono state respinte le domande di persone anche più qualificate di lei. Come saprà, per la stragrande maggioranza i canali della Divisione Interplanetaria Intrattenimento sono consacrati a westernisti, sessualisti, goticisti e fantascientisti, mentre un numero relativamente basso di giallisti basta a soddisfare lo scarso pubblico ancora devoto a questo genere. Al momento, tutti e venticinque i posti disponibili sono stati affidati a giallisti superbi, e per l’immediato futuro non prevediamo ulteriori possibilità d’impiego in questo settore.
Tuttavia, posso capire benissimo la sua delusione. La carriera cui lei si è consacrato le appare oggi preclusa. Vorrei però ricordarle che un uomo della sua evidente intelligenza e cultura potrebbe riuscire molto bene in qualche altro settore che offra più possibilità. Per farle un caso e un esempio concreto, al momento abbiamo disponibile un posto per un fantascientista specializzato in controspionaggio venusiano e battaglie saturniane.
Se lei volesse prendere contatto con questi argomenti studiando il materiale che già esiste, e se poi volesse presentarci una richiesta formale d’impiego, saremmo lieti di inviarle gli appositi moduli. Faccia riferimento a questa mia lettera, non occorre altro.
Sinceramente suo,
A. HASTINGS/per la Banca

L'assassinio di Roger AckroydEgregio Signor Hastings,
non voglio fare il fantascientista specializzato in controspionaggio venusiano. Di fantascientisti, westernisti, sessualisti e goticisti ne abbiamo già a sufficienza. Queste forme letterarie sono tutte morte. Il pubblico se ne accorgerà, prima o poi, e vi mollerà, e a quel punto che fine farà la Divisione Interplanetaria Intrattenimento?
Quello che i lettori vogliono sono nuovi, brillanti giallisti con idee e soluzioni originali. Come me.
Non ho studiato per tanti anni solo per diventare uno scribacchino che si perde tra le immagini fangose di giungle e affini. Io sono un sognatore, uno che guarda oltre le barriere tecnologiche della nostra civiltà e comprende il dolore umano e le complicazioni interiori, complicazioni e dolore che solo il giallista che conosce l’indicibile cuore umano può comprendere.
A dire il vero, la Divisione Interplanetaria Intrattenimento è stata concepita in origine per gente come me, per i grandi giallisti capaci di portare il grande pubblico sempre più vicino alle barriere dell’esperienza umana. Centinaia di anni fa, tutto il vostro successo andava attribuito ai giallisti (ho una qualche cognizione di storia). Solo molto più tardi si sono infiltrati i fantascientisti e tutti gli altri, trasformando un meraviglioso mezzo di divertimento in una noia monotona che si regge su colpi di scena balordi, completamente privi di intelligenza. Il pubblico è stato corrotto da gente simile. Ma si sta levando un vento di fronda. È tempo che i giallisti riprendano il posto d’onore che occupavano in origine.
Offrirmi un posto di fantascientista esperto in lotte o battaglie venusiane è un insulto! Mi creda, voialtri non avete il minimo senso del fantastico. Non avete cuore. Io ho dedicato la mia intera vita a impadronirmi del mestiere: sono un buon giallista che sta per diventare grande.
Esigo la risposta di un supervisore.
Con amarezza,
ROGER ACKROYD

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La serie infernale (The ABC Murders)

Sintesi: Hercule Poirot si trova a dover inseguire un serial killer che gli invia regolarmente delle lettere dattiloscritte firmate A.B.C. in cui annuncia data e luogo del prossimo delitto. Gli omicidi avvengono in ordine alfabetico di cognome e di luogo e, ogni volta, viene rinvenuta accanto alla vittima una copia della guida ferroviaria A.B.C. Nel tentativo di scoprire il colpevole, Poirot si imbatterà in un venditore di calze di seta, Alexander Bonaparte Cust, che, a causa dell’epilessia di cui soffre dopo una ferita alla testa subita in guerra, sembra possedere tutte le caratteristiche dell’assassino perfetto.

Curiosità:
1) Nel capitolo III, in uno scambio di battute tra i personaggi, Agatha Christie anticipa quello che diventerà Sipario: L’ultima avventura di Poirot: “Non mi meraviglierei affatto se, un bel giorno, doveste risolvere anche il mistero della vostra morte… addirittura!”, disse Japp, ridendo di cuore.“Che bella idea, vero? Ne potrebbe venir fuori un romanzo fantastico”. “In tal caso, toccherà ad Hastings risolvere il mistero”, ribatté Poirot, strizzandomi l’occhio.
2) L’utilizzo, da parte dell’autrice, di un narratore in prima persona (Arthur Hastings) che poi racconta i pensieri di altri personaggi in terza, come nel caso di Alexander Bonaparte Cust, conferisce al libro una certa originalità, anche se il fatto che i pensieri degli altri siano filtrati da un narratore non fisicamente presente alla situazione rende il suo resoconto più ipotetico che realistico, malgrado la premessa iniziale stilata proprio da Arthur Hastings.
3) Dal romanzo è stata appena tratta una miniserie in tre puntate con John Malkovich nel, per lui insolito, ruolo di Hercule Poirot:

Riferimenti intertestuali:

La serie infernale (The ABC Murders)1) Riferimento implicito a L’assassinio di Roger Ackroyd e al tentativo, fallito, di Poirot di andare in pensione:
“Sono al corrente”, dissi, “che vi siete ritirato a vita privata già da qualche anno…”.
“C’est vrai. Volevo dedicarmi alla coltivazione delle zucche! Ma appena mi ci metto… capita qualche misterioso delitto… e io mando allegramente al diavolo le zucche e la loro coltivazione! Così, da quando ho tentato di dare l’addio alla mia professione… tacete, so già quello che state per dire… assomiglio sempre di più a una di quelle vecchie attrici che, ogni tanto, danno la serata d’addio! Una serata d’addio destinata a ripetersi per un numero incredibile di volte!”.
(p. 7, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

2) Riferimento implicito a Tragedia in tre atti durante il quale Hercule Poirot ha rischiato di morire avvelenato:
“[…] Per Hercule Poirot, oggi, ci vuole soltanto il fior fiore dei delitti”.
“E ce n’è stato in abbondanza di questo fior fiore dei delitti?”.
“Pas mal. Poco tempo fa l’ho scampata bella”.
“Avete rischiato di far cilecca?”.
“No, no”, Poirot mi parve scandalizzato. “Ma io… Io, Hercule Poirot, c’è mancato poco che non ci lasciassi le penne”.
(p. 8, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

3) Riferimento implicito a Carte in tavola e al delitto al centro della narrazione:
“Supponiamo” mormorò ancora Poirot con la sua voce suadente “che quattro persone siano sedute attorno a un tavolo. Giocane a bridge. C’è una quinta persona, “il morto” di quella partita, che è andato a sedersi in poltrona accanto al fuoco. Alla fine della serata l’uomo viene trovato cadavere. Uno dei quattro, mentre lui non giocava e faceva “il morto”, gli si è avvicinato e lo ha ucciso. Gli altri tre non se ne sono accorti perché erano troppo intenti alla mano che stavano giocando. Ah, ecco il tipo di delitto che ci vorrebbe! Quale di quelle quattro persone è l’assassino?”.
(p. 17, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

4) Riferimento al personaggio di Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930):
“Mon ami, si può sapere cosa volete? Cominciate a guardarmi, tutto fiducioso e pieno di ammirazione, pendete dalle mie labbra come se fossi l’oracolo e vi aspettate una dichiarazione alla Sherlock Holmes! Ora, piuttosto, sentite qual è la verità: non ho la minima idea di chi sia l’assassino, che aspetto abbia, dove abiti, o di come si possa farlo cadere nelle nostre mani”.
(p. 48, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

5) Riferimento implicito a Poirot a Styles Court e ai personaggi di John e Mary Cavendish:
“[…] Ricordate il primo caso di cui mi sono occupato qui, in Inghilterra? Oh, bisogna risalire a molti anni or sono! In quell’occasione ero riuscito a riunire due persone che si amavano… con il semplicissimo metodo di fare arrestare una delle due per omicidio! […]”.
(p. 127, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

La serie infernale (The ABC Murders)6) Riferimento ad Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll (1832-1898):
Venne introdotto un signore di mezz’età che assomigliava moltissimo al domestico con la faccia da ranocchio di cui si parla in Alice nel paese delle meraviglie. Appariva eccitatissimo e aveva la voce stridula per l’emozione”.
(p. 170, traduzione di Grazia Maria Griffini per Mondadori, 1937)

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Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)

Sintesi: La giovane Gwenda Reed, durante una rappresentazione de La duchessa di Amalfi di John Webster, lancia un urlo al sentire la battuta di Ferdinando: “Cover her face; mine eyes dazzle: she died young” (Copritele il volto; mi abbaglia: è morta giovane) perché le ricorda un omicidio avvenuto anni prima che, a quanto pare, aveva rimosso dalla mente e che sembra coinvolgere una donna di nome Helen. Miss Marple cerca di aiutarla a ritrovare la memoria su quell’evento probabilmente accaduto quando era molto piccola.

Curiosità:
1) Il romanzo fu verosimilmente composto intorno agli anni Quaranta, assieme a Sipario: L’ultima avventura di Poirot. Agatha Christie, infatti, nell’autobiografia La mia vita parla di due libri che ha composto nell’eventualità di restare uccisa durante le incursioni aeree della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, con protagonista Poirot, era destinato alla figlia Rosalind, mentre il secondo, con Miss Marple, era per il marito Max Mallowan. I due libri furono chiusi in una cassetta di sicurezza bancaria con regolare atto di donazione (Cfr. Agatha Christie, La mia vita, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1978, p. 598.)
2) L’opera fu pubblicata postuma e, nel corso della sua vita, l’autrice ne cambiò spesso il titolo. Da Murder in Retrospect, che rimase come titolo di uno dei capitoli, passò a Cover Her Face, dal verso tratto dalla Duchessa di Amalfi. Tuttavia, in seguito alla pubblicazione, nel 1962, del romanzo Copritele il volto di P. D. James, decise di modificare nuovamente il titolo optando per Sleeping Murder, in quanto variante del proverbio let sleeping dogs lie (non svegliare il can che dorme) che nella sua versione diventava let sleeping murder lie (lascia che il delitto sepolto resti tale).
3) Il titolo italiano è fuorviante, perché Miss Marple non muore e l’indagine di cui si occupa non è nemmeno l’ultima.

Riferimenti intertestuali:

Addio, Miss Marple (Sleeping Murder)1) Riferimento a Fëdor Dostoevskij (1821-1881):
“I russi!”, esclamò il colonnello Bantry, con disprezzo. Una volta, mentre si trovava in una clinica, gli avevano dato da leggere un romanzo di Dostoevskij. Non era mai riuscito a finirlo.
(p. 46, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

2) Riferimento a Edgar Allan Poe (1809-1849) e in particolare al suo racconto I delitti della Rue Morgue:
“Non ricordo di averlo visto. Doveva essere più indietro. Ecco, forse lì. Riuscivo a vedere soltanto le sue zampe”.
“Zampe?”, ripeté Giles, aggrottando le sopracciglia.
“Erano zampe grigie… rosa grigie, non mani”.
“Gwenda, questo non è uno degli Assassinii della Rue Morgue. Gli uomini non hanno zampe”.
(p. 49, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

3) Riferimento all’Otello di William Shakespeare:
“D’altra parte, se tuo padre fosse stato un assassino emotivo, terribilmente innamorato di sua moglie, e l’avesse strangolata spinto da una cieca gelosia, tipo Otello… e questo quadrerebbe con le parole che hai sentito tu… non avrebbe riempito una valigia […]”.
(p. 78, traduzione di Diana Fonticoli per Mondadori, Milano 2014)

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Il pericolo senza nome (Peril at End House)

Sintesi: Hercule Poirot e Arthur Hastings vanno a trascorrere un periodo di vacanza all’Hotel Majestic di St Loo, località immaginaria sita in Cornovaglia. Qui, incontrano la giovane Magdala Buckley, detta Nick, residente a End House, che, secondo quanto Poirot ha modo di constatare, sembra essere in pericolo di vita. Poirot, intrigato dalla faccenda, cerca di capire quale, tra i suoi parenti o conoscenti, potrebbe avere un qualche interesse nella sua morte. La giovane, tuttavia, si rifiuta di prendere Poirot sul serio finché la cugina Maggie non viene uccisa al posto suo.

Curiosità:
1) È il romanzo in cui il personaggio di Arthur Hastings rivela di aver sofferto, in passato, di malaria e di essere costretto, a causa delle frequenti febbri improvvise, a curarsi con il chinino.
2) Il romanzo descrive in diversi passaggi i danni causati dalla dipendenza da cocaina. In particolare attraverso il personaggio di Frederica, tossicodipendente dichiarata, e della stessa protagonista, Nick, che ne ha fatto uso anche se non in quantità tali da creare dipendenza.
3) Agatha Christie, nella sua biografia La mia vita (Mondadori, Milano 1978, traduzione di Maria Giulia Castagnone, p. 512), ammette di avere quasi cancellato il ricordo della composizione del romanzo:

Il pericolo senza nome fu un altro dei romanzi che lasciarono in me una traccia così esigua da farmi dubitare quasi di averlo scritto. Forse avevo già elaborato la vicenda in precedenza, com’era mia abitudine, il che però mi rende spesso difficile ricordare quando ho scritto un libro o me l’hanno pubblicato. La verità è che le idee mi vengono nei momenti più impensati. Mentre cammino per la strada, o guardo una vetrina, mi capita di essere colpita da un’improvvisa ispirazione. “Ecco un’ottima idea per coprire il delitto in maniera che nessuno capisca cosa c’è dietro”, mi dico. Naturalmente poi devo studiare tutti i particolari e lasciare che i personaggi affiorino nella mia mente, ma l’idea c’è e io mi precipito a scriverla su un quaderno. Fin qui tutto bene, il guaio è che poi perdo il quaderno.

Riferimenti intertestuali:

Il pericolo senza nome (Peril at End House)1) Riferimento a Il Mistero del Treno Azzurro (1928):
“Vi prego di scusarmi, Hastings, ma i miei pensieri erano lontano da qui; a dire il vero stavano vagando in quella parte del mondo a cui avete appena accennato”.
“Il sud della Francia?”.
“Precisamente: stavo ripensando all’ultimo inverno che ho trascorso laggiù e a tutto quello che è successo”.
Lo ricordavo anch’io: era stato commesso un delitto sul Treno Azzurro, e il mistero, complicato e pieno d’intrighi, era stato risolto grazie all’acume ineguagliabile di Poirot.
(p. 3, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

2) Riferimento implicito a un’aviatrice che ha raggiunto in solitaria l’Australia. L’aviatrice in questione è Amy Johnson che, dal 05 al 24 maggio 1930, fu la prima donna a compiere una trasvolata dall’Inghilterra all’Australia:
“Questo non è un motoscafo”, ribatté Nick, “è un idrovolante”.
“Credo che abbiate ragione”.
“Certo che ho ragione! Il suono è del tutto diverso”.
“Quando ti comprerai il tuo idrovolante, Nick?”.
“Non appena avrò trovato i soldi”, rispose la ragazza ridendo.
“E poi immagino che te ne andrai in Australia come quella ragazza, come si chiama…?”.
“Mi piacerebbe”.
“Io l’ammiro immensamente”, disse la Signora Rice con la sua solita voce stanca. “Che coraggio fantastico! E tutta sola!”.
(p. 68, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

3) Riferimento implicito a Poirot a Styles Court (1920):
Cominciai a raccontare qualcuna delle piccole fissazioni di Poirot: i toast che dovevano essere perfettamente quadrati, le uova all’occhio di bue esattamente della stessa misura e finii col raccontare di un caso che Poirot aveva risolto grazie alla sua mania di mettere ordine tra gli oggetti posati sulla mensola di un caminetto.
(p. 127, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

4) Riferimento al racconto La scatola di cioccolatini contenuto nella raccolta I primi casi di Poirot (1974):
“[…] Ho avuto un brutto incidente in Belgio, nel 1893; ve ne ricordate, Hastings? Ve ne ho parlato. La storia della scatola di cioccolatini”.
“Sì, mi ricordo”, risposi sorridendo. Ricordavo anche che in quell’occasione Poirot mi aveva detto che, se mai avessi avuto l’impressione che stava diventando troppo presuntuoso, dovevo dirgli “scatola di cioccolatini”.
(p. 140, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

5) Riferimento implicito a L’assassinio di Roger Ackroyd (1926):
Andò incontro a Poirot tendendogli affettuosamente le mani: “Sono anni che non ci vediamo, Monsieur Poirot! Credevo che vi foste messo a coltivare zucche in campagna”.
“Ci ho provato, Japp, ci ho provato; ma persino coltivando zucche ogni tanto ci si imbatte nel delitto!”.
(p. 152, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

Il pericolo senza nome (Peril at End House)6) Riferimento allo scrittore Edgar Wallace (1875-1932):
“Portate via questa scatola immonda, infermiera, potrei confonderle”, mi ha detto. “Buon Dio! Chi avrebbe mai pensato una cosa del genere? Sembra un romanzo di Edgar Wallace, non vi pare?”.
Poirot interruppe quel fiume di parole chiedendo: “E chi aveva mandato l’altra scatola?”.
“Non c’era il biglietto da visita”.
(p. 163, traduzione di Maria Luisa Visentini Ottolenghi per Mondadori, 2015)

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Il segreto di Chimneys (The Secret of Chimneys)

Sintesi: Anthony Cade riceve da un caro amico l’incarico di portare a Londra un manoscritto, da consegnare a una casa editrice, e una serie di lettere da restituire a una donna. L’autore del manoscritto è il conte Stylptitch originario dell’Herzoslovacchia (o Herzoslovakia), attualmente in tumulto. Nel frattempo, nella residenza di Chimneys si tiene una festa che coinvolge varie importanti personalità tra cui alcuni politici provenienti proprio dalla Herzoslovacchia. Durante l’evento, il principe Michael, futuro erede al trono del paese di cui sopra, che si trovava a Chimneys in incognito, viene trovato assassinato. All’esterno, vengono trovate proprio le impronte di Anthony Cade che farà non poca fatica per convincere il Sovrintendente Battle della sua innocenza per poi condurre un’indagine in parallelo con quest’ultimo.

Curiosità:
Il segreto di Chimneys (The Secret of Chimneys)1)
La Herzoslovacchia, paese dei Balcani “composto per la maggior parte di briganti che hanno la piacevole abitudine di assassinare i loro re e di fare delle piccole rivoluzioni”, è la nazione immaginaria più nota dei romanzi di Agatha Christie. Compare anche nel racconto Gli uccelli stinfali, contenuto nella raccolta Le fatiche di Hercule (1947), in cui è lo stesso Poirot a recarsi sul posto.
Secondo lo studioso K. E. Fleming, autore del saggio Orientalism, The Balkans, and Balkans Historiography (The American Historical Review, Vol. 105, No. 4 (Oct., 2000), pp. 1218-1233), la nazione immaginaria creata da Agatha Christie rappresenta il classico stereotipo secondo il quale tutti i paesi dell’Europa dell’Est si assomigliano, sia nel nome che nell’atteggiamento degli abitanti, e hanno tutti un passato storico e politico più o meno identico.
Diverso, invece, il punto di vista degli studiosi Graham St. John Stott e Aysar Yaseen, che, nel saggio The Balkan Theme in The Secret of Chimneys (in [sic] – a journal of literature, culture and literary translation, Liminal Balkans, No. 2 – Year 6, 06/2016), dimostrano come Agatha Christie utilizzi la Herzoslovacchia per criticare la condotta del governo britannico.
2) La dimora di Chimneys ricorda da vicino il Castello di Blandings dove è ambientato il ciclo di romanzi umoristici di P. G. Wodehouse.
3) Agatha Christie, nell’autobiografica La mia vita, spiega quanto sia stato facile per lei scrivere Il Segreto di Chimneys in quanto romanzo appartenente a un genere leggero.
4) I personaggi di Bill Eversleigh, Lord Caterham, Lady Eileen Brent, George Lomax e Tredwell saranno presenti anche ne I sette quadranti (1929).
5) La versione italiana, tuttora edita, presenta numerosi tagli nei dialoghi tra i personaggi e diverse modifiche per quanto riguarda gli appellativi dispregiativi rivolti soprattutto agli stranieri. In particolare il termine “dago” che spesso viene reso semplicemente con “tipo”, “tale”, mentre in realtà è un vero e proprio insulto. Nell’edizione italiana vengono anche omessi i titoli dei capitoli attribuiti dall’autrice e la dedica iniziale: “To my nephew. In memory of an inscription at Compton Castle and a day at the zoo”.
6) Nella versione originale l’Hotel Ritz di Londra viene parodiato in Hotel Blitz. Nella versione italiana l’albergo viene chiamato con il suo vero nome.

Riferimenti intertestuali:
1) Riferimento al poema di Lord Alfred Tennyson (1809-1892) Lady Clara Vere de Vere, il cui verso più noto dice Kind hearts are more than coronets, and simple faith than Norman blood:
“E noi siamo tutti concordi nel giudicarvi un gentiluomo in tutta l’estensione della parola”.
“Mi lusingate!”.
“Vi garantisco che lo penso veramente”.
“Un buon cuore vale più di una corona”, dichiarò Anthony, senza sapere troppo bene che cosa volesse dire con quella frase.
(pag. 5, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1949)

2) Riferimento, omesso nella traduzione italiana, al poema Casabianca di Felicia Hemans (1793-1835): The boy stood on the burning deck, Whence all but he had fled; The flame that lit the battle’s wreck, Shone round him o’er the dead.
Le battute di dialogo presenti nella versione originale di Agatha Christie sono le seguenti:
“[…] Do you know much poetry, Mr Cade?”.
“I might recite ‘The boy stood on the burning deck” at a pinch. ‘The boy stood on the burning deck, whence all but he had fled’. That’s all I know, but I can do that bit with action if you like. ‘The boy stood on the burning deck”, – whoosh – whoosh – whoosh – (the flames, you see) ‘Whence all but he had fled’ – for that bit I run to and fro like a dog”.
(Agatha Christie, The Secret of Chimneys, The Bodley Head, London 1925, p. 5)

Il segreto di Chimneys (The Secret of Chimneys)3) Riferimento al personaggio di Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle (1859-1930):
“Perché siete rimasta tanto sorpresa, ieri, quando ho pronunciato il nome di Jimmy McGrath? L’avevate già sentito?”.
“Sì, signor Sherlock Holmes; l’avevo già sentito. George, mio cugino George Lomax che già conoscete, era venuto il giorno prima a farmi una proposta sciocca, come solo lui è capace di immaginare”.
(p. 90, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1949)

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Poirot non sbaglia (One, Two, Buckle My Shoe)

Sintesi: Hercule Poirot, come quasi tutti gli esseri umani, detesta andare dal dentista e lo fa solo quando vi è costretto. Alcune ore dopo essere uscito dallo studio del Dottor Morley, riceve una telefonata dell’Ispettore Japp che gli comunica che l’uomo si è ucciso con un colpo di pistola. Ben poco convinto, Poirot inizia a interessarsi alla questione soprattutto quando Japp lo informa che, secondo lui, l’uomo ha commesso un suicidio dopo aver scoperto di aver somministrato una dose sbagliata di medicinale a un paziente che in seguito era deceduto. La verità, naturalmente, è ben diversa da quella che sembra.

Poirot non sbaglia (One, Two, Buckle My Shoe)Curiosità:
1)
Scritto subito dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, è un romanzo in cui si percepisce che il mondo sta cambiando e che le cose non saranno mai più come prima. Interessante, da questo punto di vista, il personaggio di Frank Carter che mostra una certa propensione per il movimento fascista.
2) Il titolo originale, One, two, buckle my shoe, si riferisce a una nursery rhyme dal medesimo titolo i cui versi sono a loro volta i titoli dei vari capitoli del libro (One, two, Buckle my shoe; Three, four, Knock at the door; Five, six, Pick up sticks; Seven, eight, Lay them straight; Nine, ten, A big fat hen; Eleven, twelve, Dig and delve; Thirteen, fourteen, Maids a-courting; Fifteen, sixteen, Maids in the kitchen; Seventeen, eighteen, Maids in waiting; Nineteen, twenty, My plate is empty).
3) Come nel romanzo Delitto in cielo e nel racconto Accadde in Cornovaglia, Agatha Christie esprime la sua paura per i dentisti.
4) È uno dei romanzi di Agatha Christie il cui titolo è costituito dal verso di una nursery rhyme. Gli altri sono: Dieci piccoli indiani (Ten Little Indians), Il ritratto di Elsa Greer (Five Little Pigs), È un problema (Crooked House), Polvere negli occhi (A Pocket Full of Rye) e Poirot si annoia (Hyckory Dickory Dock). Tra i racconti che si distinguono per questa caratteristica: Canta una canzone da sei soldi (Sing a Song of Sixpence), Tre topolini ciechi (Three Blind Mice) e Come va il vostro giardino? (How Does Your Garden Grow?).

Riferimenti intertestuali:
1) Riferimento al dramma Così è se vi pare (1917) di Luigi Pirandello (1867-1936):
“Se per caso il mio nome deve essere pubblicato, come quello di uno dei testimoni, per esempio, vogliate accertarvi che sia scritto esattamente: Mabelle Sainsbury Seale, Mabelle, con due L, E, e Seale, S, E, A, L, E… E naturalmente devono ricordarsi di accennare che sono apparsa in Così è se vi pare, all’Oxford Repertory Theatre”.
(pag. 52, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1951)

2) Riferimento alla Bibbia, libro dei Salmi, 140:3, 140:4 e 140:5:
Voci bianche di contralto cantavano: Le loro lingue sono appuntite come quelle del serpente e il veleno si nasconde dietro le loro labbra. Tenori e bassi riprendevano: Preservatemi, Signore, dalla malvagità degli infedeli. E dall’opera dei cattivi. Hercule Poirot inserì nel coro una voce incerta di baritono: Mi hanno teso un laccio, una rete dalle maglie fitte. E le trappole mi attendono sulla via.
(pag. 153, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1951)

3) Riferimento al personaggio di Vera Rossakoff comparsa nel capitolo sesto di Poirot e i quattro (1927):
Eh, Hercule Poirot ricordava certe donne… Una in particolare… che splendida creatura!… Un uccello del paradiso… Una Venere.
Che donna era quella! Queste ragazzette non valevano neppure un dito mignolo della contessa Vera Rossakoff! Un’autentica aristocratica russa, un’aristocratica dalla testa ai piedi. Ed era anche, ricordava, un’abile ladra… Un vero genio.
(pag. 162, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1951)

Poirot non sbaglia (One, Two, Buckle My Shoe)4) Riferimento alle Stalle di Augia, una delle fatiche contenute nel volume Le fatiche di Hercule (1947):
Per un attimo il pensiero di Poirot volò a quel caso che lui aveva chiamato “Le stalle di Augia”. Mormorò non senza qualche compiacimento: “Era ingegnoso, vero? Dovete ammetterlo. Un colpo di genio, diciamolo”.
(pag. 176, traduzione di Alberto Tedeschi per Mondadori, 1951)

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